Rieletto durante l'assemblea annuale del 26 febbraio scorso, Gianni Dalla Bernardina si riconferma alla guida della Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani e resterà in carica fino al 2024.

A capo della confederazione dalla sua nascita, il 27 maggio 2017, l'imprenditore veronese continuerà a guidare l'associazione che rappresenta il settore del contoterzismo agricolo professionale, con 18mila imprese e un fatturato di 4,5 miliardi di euro.

Nel nuovo consiglio, oltre al presidente, Sandro Cappellini, Fabrizio Zuccali, Roberto Ferrari, Rossella Guizzardi, Michele Pedriali, Gianfranco Pini, Lido Calugi, Gianfranco Tirabasso, Carlo Felletto, Andrea Morroni, Rolando Esposto Pirani, Gianluca Ravizza, Matteo Tamburelli. Sono revisori dei conti Paolo Lucherini, Marco Perletti, Claudio Sesani, Riccardo Tabasso, Luca Vallone.
 

Agromeccanici: un ruolo chiave nel sistema agricolo nazionale

L'assemblea è stata l'occasione per affrontare alcune tematiche chiave. "Nell'ambizioso disegno del Green deal e delle strategie Farm to fork e Biodiversity - ha detto Dalla Bernardina - l'agricoltura di domani sarà sempre più multifunzionale, con un minore numero di imprese attive, ma fortemente specializzate e integrate, chiamate a garantire produzioni adeguate in quantità e qualità non soltanto in ambito locale, ma con uno sguardo al mondo intero".

Il nuovo modello agricolo si fonderebbe - secondo Dalla Bernardina - sulla tecnologia più che sull'ideologia e, ha chiarito, "il mancato coinvolgimento del contoterzismo agricolo non porterà ad un'agricoltura più verde. Un recente studio dell'Università di Milano dimostra che il ricorso all'impresa agromeccanica può ridurre l'impatto ambientale di oltre il 50% rispetto alla gestione in proprio".

"L'Europa - ha affermato Paolo De Castro, componente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo - tra Recovery plan e Next generation EU, ha impresso una spinta all'innovazione, alla digitalizzazione e a un'agricoltura più sostenibile, un disegno che intercetta il ruolo dell'agromeccanico, propenso ad investire per agevolare quelle economie di scala che consentono di migliorare la competitività e ridurre i costi".

Ciò nonostante nelle politiche agricole nazionali, sostiene la confederazione per voce del presidente, non vi è traccia di provvedimenti mirati a sostenere una crescita inclusiva dell'agricoltura.

Fra gli obiettivi sindacali a breve termine del Cai c'è il conseguimento dell'Albo delle imprese agromeccaniche, che potrebbe finalmente dare alla categoria la dignità che merita.