È di questa mattina la comunicazione giunta dal CEMA che annuncia l'invio di una lettera congiunta (CECE, CEMA, EGMF, EUnited, Europgen e FEM) alla Commissione europea per chiedere, quale misura rapida in risposta alle perturbazioni causate dalla pandemia di Covid-19, una sospensione delle scadenze 2020 e 2021 definite dal regolamento europeo 2016/1628 in materia di limiti di emissione di inquinanti gassosi e particolato e di omologazione per i motori a combustione interna e dal regolamento europeo 2018/985 specifico per i veicoli agricoli.

In base a quanto deciso dai regolamenti europei, chiarisce la comunicazione del CEMA, il 2020 rappresenta la fase di transizione allo Stage V per le potenze inferiori o uguali a 56 kW (76 CV) e superiori o uguali a 130 kW (177 CV). Ugualmente lo è il 2021 per le potenze comprese nel range da 56 a 130 kW.

"Le case costruttrici possono proseguire nella produzione di macchine di potenza inferiore o uguale a 56 kW e superiore o uguale a 130 kW con motori di transizione Stage IV fino al 30 giugno 2020 e potranno commercializzarle sul mercato europeo fino al 31 dicembre 2020". Questi motori Stage IV, chiariscono le associazioni, sono già stati acquistati dai costruttori, ma la situazione che la pandemia da Covid-19 sta generando vede un forte rallentamento ed in alcuni caso uno stop completo nella fornitura di componenti essenziali per la costruzione di trattori.

Il risultato è che, con buona probabilità, se non verranno posticipate le scadenze per entrambe le fasce di potenza (le stesse scadenze spostate al 2021 valgono per i trattori tra 56 e 130 kW), molti dei trattori in produzione non potranno essere completati e venduti nei termini stabiliti, costringendo le case costruttrici a dover gestire una importante quota di motori Stage IV nuovi ma non più commercializzabili in Europa.

Questo l'appello di Jerome Bandry, segretario generale del CEMA: "Il momento è critico. Deve essere garantita una moratoria temporanea con lo spostamento delle scadenze fino a che non si potrà rivalutare la situazione. La misura, che non avrebbe impatto sull'ambiente, metterebbe al riparo da ulteriori danni economici causati dalla pandemia alle nostre industrie manifatturiere e ai lavori".