Per la maggior parte degli agricoltori l'idea di avere un robot in azienda che ci aiuta in alcune operazioni sembra una idea fantascientifica, lontanissima dalla realtà. Eppure l'utilizzo di mezzi autonomi è più vicino di quanto possa sembrare. A ben pensarci già oggi ci sono alcuni 'robot' che lavorano in molte aziende agricole. I trattori a guida assistita (per non dire autonoma) aiutano agricoltori e contoterzisti a migliorare le performance di lavoro.

I robot non sostituiranno l'uomo in tutte le operazioni, ma lo affiancheranno in quelle pericolose (come l'applicazione di agrofarmaci), noiose (come la potatura invernale delle viti) oppure in cui le capacità umane non sono abbastanza 'performanti' rispetto a quelle delle macchine. Sensori e telecamere permettono ai robot e agli algoritmi di Intelligenza artificiale di raccogliere un gran numero di informazioni in campo, processandole molto velocemente.

Certo è che le idee non mancano. Ad oggi l'unica barriera all'ingresso dei robot in azienda è il loro costo e la loro efficienza. Ma la tecnologia sta facendo passi da gigante e presto potreste vedere in campo una delle dieci soluzioni che abbiamo raccolto.


Dieci robot pensati per l'agricoltura

Blue river technology ha messo a punto una macchina per il diserbo di precisione che attraverso telecamere, algoritmi di riconoscimento delle immagini e una barra a rateo variabile riesce a trattare con il diserbante solo le malerbe, risparmiando il resto della coltura. Questo si traduce in una drastica diminuzione di prodotto utilizzato e in un aumento della sostenibilità ambientale.
 


Sempre sul concetto di diserbo di precisione hanno lavorato i tecnici di Ecorobotix, un robot alimentato a pannelli solari che si muove in campo e, individuate le malerbe, le elimina in maniera meccanica. Rispetto alla barra di Blue river technology questa è una soluzione estremamente più lenta.
 


Agrobot è invece un robot in grado di raccogliere fragole eliminando la necessità di avere un operaio in campo. La macchina si muove autonomamente sul terreno, individua i frutti maturi e con delicatezza recide il gambo per poi adagiarli nelle cassette.
 


Rimanendo nel campo della robotica applicata alla raccolta Energid ha messo a punto un sistema per il settore degli agrumi. La sua macchina, montata su un mezzo di lavoro come un trattore o un furgone, individua arance e limoni presenti su un albero e attraverso dei bracci azionati ad aria compressa stacca i frutti dall'albero (facendoli però cadere a terra).
 


Le serre sono uno degli ambienti che hanno visto la maggiore spinta verso una automazione dei processi. Quella messa a punto da Conic è ad esempio una seminatrice in grado di posizionare un seme all'interno di un vaso lungo una linea di produzione tutta inserita in una serra. Abbinata alla macchina gemella che riempie i vasi di terriccio, il lavoro di invasamento viene completamente automatizzato.
 


In futuro probabilmente non ci sarà un robot per ogni applicazione, ma una macchina in grado di svolgere più operazioni. Su questo principio sta lavorando Asi, società statunitense che opera in diversi settori, dal minerario all'automotive, passando anche dall'agricoltura. Il Gruppo ha messo a punto Forge, un mini-robot in grado di muoversi liberamente in campo e svolgere varie operazioni grazie ad un set di oltre cento attrezzi, dalla trivella al forcone.
 


Vision robotics invece ha messo a punto una macchina per la potatura delle viti. Si tratta di un mezzo autonomo scavallante che passa sopra il filare, individua i tralci da recidere e completa l'operazione con grande precisione. Prima di vederla in campo tuttavia la macchina dovrà diventare molto più veloce.
 


Dall'Australia invece arriva il prototipo di un robot per il monitoraggio delle mandrie. Si chiama SwagBot e sostituirà il cane da pastore (o il cowboy). E' infatti in grado di muoversi nelle praterie e seguire le mucche o i cavalli, inviando un segnale per richiedere l'intervento umano in caso di pericolo.
 


Per il settore floricolo dall'Università di Wageningen, in Olanda, arriva una macchina in grado di recidere le rose all'interno delle serre. In questo modo è possibile eliminare un lavoro considerato ripetitivo e anche poco piacevole, viste le spine delle piante.
 


Dji, azienda cinese produttrice di droni, ha invece sviluppato diversi velivoli a pilotaggio remoto in grado di trasportare quantità limitate di agrofarmaci per poi spruzzarli sopra le colture. Il volo può essere comandato da un pilota, oppure può essere completamente autonomo: basta indicare l'area da trattare.
 

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