Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus. Il Pan (Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile degli agrofarmaci) aveva posto la data del 26 novembre 2016 come termine ultimo perché tutte le macchine per l'irrorazione di prodotti fitosanitari fossero sottoposte a controllo funzionale. A due anni dal termine sono però ancora molte le macchine non certificate. Un azzardo visto che utilizzare una attrezzatura non controllata significa rischiare multe da 500 a 2mila euro.

Bayer AgriCampus
Bayer AgriCampus è una iniziativa per migliorare le pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci


Gli ostacoli ad una corretta applicazione degli agrofarmaci

Ma perché il Pan ha introdotto questo nuovo obbligo? L'utilizzo di macchine irroratrici non perfettamente funzionanti comporta una serie di rischi per l'agricoltore e l'ambiente. Le attrezzature se soggette a perdite possono rilasciare nel terreno la miscela fitoiatrica causando quello che viene definito 'inquinamento puntiforme', solitamente localizzato nell'area di più frequente stazionamento del mezzo, come la zona di carico/scarico del serbatoio.

Ma una macchina mal funzionante può portare anche ad una scorretta difesa della coltura e a problemi per gli operatori. Un atomizzatore che lavora male distribuirà scorrettamente il prodotto sulle piante. Le conseguenze? Una cattiva difesa della coltura, con il rischio di comparsa di danni da insetti o funghi o infestanti non controllate. Nel caso la macchina irrori in maniera eccessiva le piante, possono anche sorgere problemi di fitotossicità o di presenza di residui sui prodotti finali superiori ai limiti consentiti.

Questo è ancora più vero nel caso di una mancata regolazione strumentale (o taratura), l'adattamento (volontario e non previsto dal Pan) della singola macchina irroratrice alle caratteristiche della coltivazione. E' evidente che una cosa è utilizzare un atomizzatore in un vigneto a tendone, altra cosa è usarlo in un meleto. Bisogna sempre 'tarare' dunque l'attrezzatura sulle caratteristiche aziendali e del campo. E benché il Pan non abbia introdotto un obbligo specifico, la taratura è fortemente consigliata.

La differenza tra controllo funzionale e regolazione strumentale (taratura) non è sempre chiara. "Sottoporsi al controllo funzionale è come andare dal medico per un certificato di buona salute: qualche controllo veloce e si ha finito. La taratura è invece un check-up approfondito", spiega Roberto Bulzoni, titolare della Bulzoni Meccanica, società che si occupa di controlli funzionali, regolazioni e taratura delle irroratrici.


 

Uso consapevole degli agrofarmaci: il decalogo del controllo funzionale

Ma chi è soggetto ai controlli funzionali? Entro quando deve effettuarli? E che cosa viene controllato? Ecco quello che c'è da sapere in dieci punti.

• Tutte le attrezzature in circolazione dovrebbero già essere state controllate almeno una volta alla data del 26 novembre 2016. Fino al 31 dicembre 2020 l'intervallo tra i controlli non deve superare i cinque anni. Per le attrezzature controllate successivamente a tale data gli anni scendono a tre.
Per le irroratrici abbinate a macchine operatrici o irroratrici schermate per il diserbo localizzato del sottofila delle colture arboree il limite è il 26 novembre 2018, con controlli successivi ogni sei anni.
• Chi è soggetto al controllo? Tutti gli operatori professionali, sono sollevati dall'obbligo gli hobbisti.
• Quali sono le macchine da sottoporre a controllo funzionale? Ecco due grafiche riassuntive.

Attrezzature da controllare

Il controllo funzionale
Il controllo funzionale delle macchine irroratrici
(Fonte foto: Enama)

• Chi effettua il controllo? Solo i Centri autorizzati possono controllare le macchine secondo un protocollo di prova definito dal Pan. L'agricoltore potrà recarsi il giorno stabilito presso il Centro con la macchina irroratrice pulita in ogni sua parte e con il trattore che viene normalmente utilizzato per i trattamenti. Oppure può contattare un Centro mobile che si recherà direttamente in azienda.
• Che cosa viene controllato? I controlli principali riguardano la verifica di assenza di perdite ed il corretto funzionamento del serbatoio, della pompa e delle tubazioni. L'operatore verifica che la scala di livello sia funzionante e leggibile. Viene controllato il manometro e il sistema di regolazione, nonché la presenza di almeno un filtro funzionante. Solo per le barre irroratrici viene controllata l'orizzontalità e la simmetria tra destra e sinistra.
Particolare cura viene prestata agli ugelli, che devono avere uniformità di portata. E' bene ricordare che gli ugelli sono la parte fondamentale della macchina e vanno cambiati in caso siano otturati, mal funzionanti o usurati.
• Quando il controllo funzionale viene superato? Perché una macchina irroratrice possa tornare in campo tutte le prove previste dal Pan devono essere superate. In caso di malfunzionamenti la parte interessata deve essere aggiustata o sostituita.
• Viene rilasciato un certificato? Sì, viene rilasciato un attestato di funzionalità, un rapporto di prova in cui sono sintetizzate le verifiche effettuate e un bollino identificativo del superamento del controllo da applicare all'irroratrice.
• I controlli funzionali sono a pagamento? In linea generale i controlli sono a pagamento.
• Come si fa a sapere quali sono i Centri di prova abilitati? Per saperlo è possibile consultare il sito di Enama.
• Sono previsti controlli e multe? Sì, gli operatori che a seguito di verifiche saranno trovati ad impiegare macchine irroratrici non a norma verranno puniti con sanzioni da 500 a 2mila euro.
 

Fare un passo avanti: la regolamentazione strumentale o taratura

Come abbiamo detto il controllo funzionale si limita a stabilire se una macchina irroratrice funziona correttamente. Non viene tuttavia tarata sulle esigenze della singola azienda agricola. Per quello occorre sottoporsi alla regolazione strumentale, una serie di verifiche e calibrazioni estremamente utili (ma volontarie) per ottenere il massimo dalla macchina e ridurre i fenomeni di deriva.

"La deriva è costituita dal prodotto fitosanitario che non colpisce il bersaglio, ma che finisce al suolo o viene trasportato dal vento", spiega Paolo Balsari, professore dell'Università di Torino e coordinatore del progetto Topps-Prowadis che ha identificato le buone pratiche necessarie a prevenire l'inquinamento diffuso e puntiforme da agrofarmaci. "Per contenere la deriva si possono utilizzare differenti soluzioni tecniche come ad esempio l'utilizzo di ugelli antideriva, dal costo contenuto, oppure soluzioni più complesse come macchine a recupero. E' poi di fondamentale importanza avere macchine ben tarate".



Ma che cosa prevede la regolazione strumentale? L'intervento nei Centri di prova autorizzati inizia con un colloquio nel quale l'operatore identifica le caratteristiche della coltura, come la specie, la forma di allevamento, la fase fenologica, la distanza tra le file e così via. Tra i consigli dati all'agricoltore viene suggerito il tipo di ugello più performante per il tipo di coltura da trattare e per mitigare la deriva. Gli ugelli antideriva di ultima generazione offrono una copertura ottimale della chioma fogliare riducendo sensibilmente il rischio di deriva.

Banco prova taratura

Un banco di prova per la taratura degli ugelli di un atomizzatore
(Fonte foto: AgroNotizie)


Attraverso dei banchi di prova come quelli in fotografia viene verificata la portata dei singoli ugelli alle varie altezze. A seconda della coltura, della forma di allevamento e dello stadio fenologico è necessario modulare la portata degli ugelli in modo da massimizzare il volume di prodotto intercettato dalle foglie e limitare la deriva.

Due esempi di copertura della parete fogliare
Due esempi di copertura della parete fogliare (scorretto e corretto)
(Fonte foto: Enama)

 
A seconda della tipologia di ugelli montati, della pressione di esercizio (ogni ugello ha un suo range ottimale), della velocità di avanzamento della macchina e della tipologia di impianto viene poi suggerito all'agricoltore il volume corretto di acqua da utilizzare e la velocità ottimale della ventola.


Uso consapevole degli agrofarmaci: anche #iocitengo

Entrare in campo con macchine irroratrici funzionanti e tarate correttamente va prima di tutto a vantaggio dell'agricoltore che evita di incorrere in sanzioni. Inoltre permette l'applicazione degli agrofarmaci nella maniera più efficiente: evita sprechi di prodotto ed eventuali dispersioni nell'ambiente e aumenta l'efficacia del trattamento. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per il progetto AgriCampus. Una iniziativa lanciata per promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.

Gli agricoltori sanno quanto sia importante prendersi cura delle proprie colture per ottenere il massimo in termini di produzioni e qualità. Ma per farlo servono attrezzature funzionanti e ben tarate.

Ed anche Bayer ci tiene che i suoi prodotti siano utilizzati al meglio per la difesa delle colture ed il rispetto dell'ambiente, delle persone e degli animali.

 
Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a ottobre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alla biodegradazione degli agrofarmaci




 

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