Si è conclusa nei giorni scorsi la settimana dimostrativa del progetto europeo Horizon2020 Fluorish, che, grazie all'Assam, vede le Marche impegnate nella sperimentazione di nuove applicazioni nel settore della agricoltura di precisione.

Il progetto è stato presentato da Alberto Pretto, ricercatore dell'Università La Sapienza di Roma. Un progetto che punta alla valorizzazione della robotica autonoma al servizio dell'agricoltura di precisione.

In particolare, viene testato l'utilizzo di un drone volante e di un veicolo autonomo di terra che interagiscono, in maniera completamente automatizzata, per monitorare le colture ed eliminare selettivamente le infestanti. Un sistema attualmente in via di sperimentazione su girasole e barbabietola.

Il drone georeferenzia dall'alto il campo e dirige sulla singola piantina il veicolo che la asporta, meccanicamente o con altre modalità. Un sistema per superare massicci e invasivi diserbi, attraverso mezzi meno impattanti dell'agricoltura di precisione.

Per l'assessore all'Agricoltura Anna Casini questo progetto è un'occasione per avvicinarsi alle nuove frontiere dell'agricoltura, dove la robotica e l'innovazione vanno a braccetto con la sostenibilità ambientale.

Questa sperimentazione si colloca nel filone delle iniziative che la regione incentiva sul fronte dell'innovazione in agricoltura, per ammodernare un settore di vitale importanza dell'economia marchigiana.

L'agricoltura di precisione, come ha ricordato Anna Casini rappresenta una frontiera nuova, con potenzialità di crescita enormi, che le Marche stanno testando con l'obiettivo di standardizzare una gestione mirata che garantisca una produzione sostenibile dai punti di vista economico e ambientale.

Il direttore dell'Assam Lorenzo Bisogni ha parlato di un passo in avanti tecnologico che consente vantaggi di tipo ambientale, la riduzione dei costi produttivi, rilevanti possibilità per il futuro grazie all'innovazione sperimentata nelle Marche.

Un punto di vista ribadito anche da Sandro Nardi, responsabile tecnico del Servizio fitosanitario regionale, che ha anche rimarcato il ruolo dell'Università politecnica delle Marche per la diffusione territoriale delle attività di sperimentazione.