Le giornate tecniche nazionali sul nocciolo, svolte a Caprarola (Viterbo) lo scorso luglio, hanno dipinto un esaustivo panorama della corilicoltura italiana: le sue varietà, le avversità, il vivaismo, il mercato e hanno aperto un'interessante finestra sulle realtà in via di sviluppo come la vicina Francia.

Netafim, quale sponsor, ha sostenuto l'iniziativa contribuendo a fare il punto sulla corilicoltura moderna e partecipando con la propria esperienza ai contenuti della relazione sulla tecnica colturale.

 

Acqua: un bene primario

L'irrigazione resta un tema da approfondire rivestendo - anche alla luce della stagione estrema in corso - un ruolo chiave per l'avvio e la conduzione corretta del corileto.

Infatti, in condizioni di stress idrico la pianta è esposta a maggiori rischi sanitari e diminuisce l'attività fotosintetica con possibile caduta anticipata delle foglie, si interrompe lo sviluppo dei frutti e aumenta l'incidenza dei gusci vuoti.
 
Di contro gli effetti benefici dell'irrigazione a goccia sono molteplici. Ad esempio, l'ingresso anticipato in produzione dei nuovi impianti, i germogli più lunghi che differenziano prima le gemme a fiore, la maggiore resa per ettaro e - alla sgusciatura - l'incremento delle caratteristiche organolettiche di pregio e la riduzione dei difetti.
 

Netafim suggerisce...

I fabbisogni idrici del nocciolo variano durante la stagione in base alle fasi fenologiche della coltura.
L'uso di un'ala gocciolante autocompensante permette di irrigare in modo uniforme, anche in presenza di forti pendenze. La scelta del passo tra i gocciolatori e delle portate dipende dalla densità delle piante, dalla tipologia di suolo e dalla disposizione del terreno.

Come indicazione generale, si consiglia un impianto irriguo in grado di restituire almeno da 0.5 a 1.0 millimetri all'ora
Piccole quantità di acqua distribuite spesso e in modo uniforme lungo il filare permettono, infatti, evidenti incrementi produttivi in termini quantitativi e qualitativi. L'installazione dell'impianto a goccia sui noccioleti va adattata all'età delle piante, alla posizione dell'apparato radicale e al tipo di suolo.
 

Ad ogni condizione, una soluzione

Nel caso di impianti già produttivi, l'apparato radicale si sviluppa normalmente laddove può intercettare la pioggia, quindi, fuori dalla proiezione della chioma. In questo caso la collocazione dell'ala gocciolante al centro dell'interfila permette di irrigare l'apparato radicale, portando beneficio alla pianta mediante l'apporto di acqua e fertilizzante.
L'ala gocciolante autocompensante - dotata di gocciolatori con tecnologia antisifone e con componente antiradice del tipo Uniram o Dripnet - viene posta nell'interfila ad una profondità di almeno 20 centimetri in subirrigazione.
 
I nuovi impianti sono invece spesso messi a dimora in aree pianeggianti, dove è possibile gestire l'accrescimento dell'apparato radicale fino dalle prime fasi di sviluppo attraverso l'irrigazione.
Generalmente si consiglia, per ciascun filare di piante, due ali gocciolanti autocompensanti, con antisifone e con sistema antiradice da interrare appena dopo il trapianto. 
Le ali in subirrigazione vengono interrate ad una distanza di circa 50 centimetri dal piede della pianta e ad una profondità di circa 25-35 centimetri. L'interramento delle ali gocciolanti permette di non avere ingombri sul terreno che possano ostacolare le normali operazioni di spollonatura, raccolta e sfalcio dell'erba.

In alcune recenti installazioni l'ala gocciolante è stata posizionata su filo (come in un vigneto) con l'obiettivo di supportare per 2-3 anni la fase critica di attecchimento - specie su suoli leggeri - per poi essere interrata in subirrigazione per la conduzione della fase produttiva.