Con l'avvio delle attività dopo la pausa estiva si torna a parlare di Eima. 
È proprio in questo mese di settembre 2016 infatti, che si vedrà la direzione che prenderanno le trattative in merito all'accordo che il consiglio d'amministrazione di FederUnacoma e Bolognafiere dovrebbero siglare per sancire la permanenza di Eima a Bologna.

Condizione perchè tutto proceda per il meglio e si arrivi alla conclusione della trattativa è, fa sapere FederUnacoma, "che nel contratto vengano definite in modo vincolante anche la natura e le tempistiche degli interventi di ristrutturazione del quartiere fieristico".

Preso atto della volontà da parte dell'ente fieristico di dare attuazione al piano per la riqualificazione del quartiere espositivo, il consiglio d'amministrazione di FederUnacoma ha però posto l'accento sulla definizione di tempistiche chiare che diano il via alla “nuova storia” dello spazio bolognese.

L'ipotesi sulla quale le parti si sta lavorando è quella di una scadenza del contratto più lunga che consenta all'ente fieristico un migliore ammortamento dei costi di ristrutturazione.
I dettagli del piano di sviluppo del quartiere, che prevede come opere principali l’abbattimento e la ricostruzione dei padiglioni più vecchi e la realizzazione in luogo dell'attuale Palazzo Affari di una nuova struttura espositiva, verranno forniti da BolognaFiere nelle prossime settimane e verranno esaminati in modo puntuale dal consiglio d'amministrazione FederUnacoma con l'obiettivo di arrivare alla firma del contratto entro il mese di settembre.

Come ben chiarito da FederUnacoma, elemento fondamentale dell'accordo è la formalizzazione di una road map che fissi in modo vincolante la natura e i tempi degli interventi nel quartiere e che preveda il completamento di tutte le opere entro il 2022.

"L'onere economico e organizzativo che si assume BolognaFiere è rilevante - ha affermato Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma - ma il contratto sarà impegnativo anche per la nostra federazione, che manterrà a Bologna la propria rassegna accettando un adeguamento progressivo del quartiere.  
Una scelta che valorizza una tradizione di rapporti e una storia di successi volta a far sì che l'esposizione internazionale delle macchine agricole Eima continui ad essere per la città un fattore di sviluppo, benessere e occupazione.
È chiaro - ha chiosato Goldoni - che questo passaggio rappresenta davvero l’ultima possibilità per tutti; se il piano dovesse saltare, il quartiere bolognese vedrebbe scemare sempre di più la propria competitività ed Eima sarebbe costretta a valutazioni drastiche già a partire dal 2018".

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