Venerdì pomeriggio, nell’ambito della Mostra dell’Agricoltura a Faenza, il convegno sui requisiti tecnici e la formazione necessaria per la commercializzazione e l’uso dei macchinari agricoli, organizzato da Eco Certificazioni ed Enama, in collaborazione con Macgest, e moderato da Ivano Valmori, direttore di AgroNotizie. Il convegno, molto partecipato, è stato l’occasione per fare il punto sulle normative Ue vigenti, il controllo funzionale obbligatorio delle macchine irroratrici e sull’impiego corretto di queste ultime.

Per quanto riguarda la circolazione su strada – ha esordito Carlo Farina, presidente di Eco Certificazioni – le macchine agricole semoventi a ruote pneumatiche o a sistema equivalente non devono essere atte a superare la velocità di 40 km/h. Con la nuova direttiva è ammessa anche una velocità superiore, con requisiti però più stringenti. Relativamente all’omologazione dei trattori agricoli o forestali, compresi i rimorchi e le macchine intercambiabili, la direttiva 2003/37/Ce è stata ufficialmente sostituita dal 1° gennaio 2016 dal Regolamento Ue 167/2013. I veicolo omologati secondo la precedente direttiva possono essere immatricolati fino al 31 dicembre 2017”.

Il nuovo regolamento si applica ai trattori di categoria T e C, ai rimorchi di categoria R e alle attrezzature intercambiabili trainate di categoria S. Il regolamento invece non si applica a macchine intercambiabili completamente staccate dal suolo o senza la possibilità di ruotare attorno a un asse verticale.

Le attrezzature mobili devono limitare i rischi derivanti da un ribaltamento dell’attrezzatura di lavoro – ha poi aggiunto Farina – le responsabilità di sicurezza sono in capo al costruttore, tuttavia è interesse del concessionario e dell’agricoltore portarsi a casa una macchina conforme alle condizioni di sicurezza da rispettare”.

Riguardo la revisione generale periodica delle macchine agricole, il decreto interministeriale legislativo del 20 maggio 2015 dispone la revisione generale con periodicità di cinque anni, infine Farina ha fatto il punto sui carri per la raccolta della frutta.

Nel nostro territorio i carri raccoglifrutta sono state oggetto di una campagna di analisi nel nostro territorio. Se sono già registrati con il Ce, basta recarsi da un soggetto autorizzato al rilascio delle certificazioni. Se è vecchio, non marcato Ce, bisogna intervenire direttamente a livello tecnico e poi trovare un ingegnere professionista che predisponga un libretto da registrare all’Inail. Deve essere per forza iscritto all’Inail, altrimenti le sanzioni sono pesanti: multa da 17mila euro e ritiro del carro”.

Roberto Limongelli, responsabile ufficio formazione e procedure di Enama, ente nazionale per la meccanizzazione agricola, ha trattato il tema del controllo funzionale delle macchine irroratrici. “Abbiamo due direttive comunitaria, la 2009/127/Ce e la 2009/128/Ce – ha sottolineato Limongelli – la prima deve garantire la sostenibilità ambientale delle irroratrici nuove di fabbrica, mentre la seconda quella delle irroratrici in uso. Il controllo funzionale consiste nel verificare che le macchine e le sue parti funzionino correttamente. In Italia ce ne sono circa 600mila, stando ai controlli. 200mila per le colture erbacee, 350mila per le colture arboree e oltre 35mila portate dall’operatore”.

Nel 2004 il ministero delle Politiche agricole ha incaricato Enama di coordinare l’attività di controllo delle macchine, con l’obiettivo di uniformarla sul territorio nazionale. “Il ruolo di Enama in questa attività è molteplice – ha concluso Limongelli – supportiamo le autorità competenti nella redazione e nell’aggiornamento delle procedure, provvediamo alla raccolta dati, garantiamo un servizio di assistenza tecnica agli enti locali e diamo infine supporto tecnico affinchè gli enti stessi si attivino per un registro nazionale delle attrezzature in uso per la distribuzione dei prodotti fitosanitari”.

A chiudere il convegno, prima del dibattito, l’intervento dell’agronomo e responsabile tecnico settori produttivi di Copagri Enrico Fravili. “Ci sono Regioni dove il livello qualitativo delle conoscenze su determinati aspetti legati all’utilizzo delle macchine irroratrici è elevato, come in Emilia Romagna. Purtroppo non è così in tutta Italia. Mancano talvolta informazioni importanti, per questo la comunicazione in ambito agricolo è davvero importante. Dobbiamo riuscire a capire che attraverso le attrezzature e il corretto funzionamento di queste ci passa una bella fetta di filiera”.

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