In vista della scadenza dei tre mesi chiesti da Bologna Fiere per decidere in merito al piano di rilancio del quartiere fieristico teatro dell'esposizione biennale Eima International in programma dal 9 al 13 novembre prossimo, si è tenuto martedì 16 febbraio l'incontro tra gli organizzatori, il sindaco di Bologna Virginio Merola e l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi.

Il fronte del "no" riaccende le polemiche
Torna a ribadire con forza la necessità di un intervento di riqualificazione del polo fieristico bolognese Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, la federazione italiana dei costruttori di macchine agricole organizzatrice dell’Eima. Aveva già espresso la sua posizione quando lo scorso novembre, di fronte alla richiesta di una parentesi di tre mesi per definire gli investimenti, aveva risposto "basterebbero tre giorni".

"Il dibattito sul futuro della Fiera di Bologna, e sul piano per la riqualificazione del quartiere, non dovrebbe riguardare l’opportunità o meno di fare investimenti, ma solo il modo in cui articolare il piano, poiché appare evidente come questo porterà vantaggi tanto alla Fiera quanto alla città", ha fatto sapere Goldoni a mezzo comunicato stampa.

La necessità di prendere una posizione chiara scaturisce dalle polemiche e le contrapposizioni nate dal profilarsi di un fronte del “no”, contrario al piano di sviluppo del quartiere.

Pieno supporto a sostegno del progetto di sviluppo del polo fieristico è stato ribadito, durante l'incontro di martedì 16, dall’amministrazione cittadina e dalla regione Emilia Romagna che hanno garantito l’impegno finanziario di 10 milioni di euro previsto a carico della parte pubblica per la realizzazione del progetto di riqualificazione.

Sia il sindaco che l’assessore hanno, infatti, riconosciuto e sottolineato l’importanza che la rassegna Eima resti a Bologna, e che quindi FederUnacoma venga messa in condizione di rispettare il contratto che la lega al capoluogo emiliano sino al 2024

Eima, una risorsa per tutti 
A quanti ragionano sul piano di ristrutturazione della Fiera come se questa fosse un ‘contenitore’ ancora da riempire, la federazione risponde che "una manifestazione come Eima International, non soltanto rappresenta un’eccellenza nel calendario fieristico di Bologna, ma produce per la città e la provincia un fatturato non inferiore ai 30 milioni di euro per ogni edizione considerando il solo indotto derivante da ospitalità alberghiera, ristorazione, trasporti e servizi.
Eseguire interventi per la riqualificazione della struttura e per l’ampliamento della superficie espositiva non è un azzardo imprenditoriale ma un passaggio necessario per mantenere il quartiere efficiente e competitivo.
A nove mesi dall’evento, oltre il 70 per cento dell’intero quartiere fieristico è impegnato: questo fa prevedere che anche per questa edizione un cospicuo numero di industrie non potrà prendere parte alla manifestazione per mancanza di spazio
" ribadisce FederUnacoma.

La Fiera dovrebbe identificarsi negli eventi che in essa si svolgono - ha concluso Goldoni - e l’adeguamento delle strutture alle esigenze del mercato dovrebbe essere un processo spontaneo e fisiologico. Senza interventi migliorativi le grandi rassegne non potranno restare a Bologna e non si capisce a chi potrebbe giovare una simile conclusione".