Creare una cinghia di trasmissione tra mondo della ricerca e imprese, far circolare idee, creare sinergie e contaminazioni. Sono questi gli obiettivi di OpenDISTAL, l'evento che ogni anno il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari (Distal) dell'Università di Bologna organizza per mostrare, al suo interno ma soprattutto all'esterno, i risultati della ricerca. Quella ricerca che oggi più che mai è necessaria per mettere nelle mani degli agricoltori e delle aziende agroalimentari gli strumenti per raggiungere una "intensificazione sostenibile", come auspicato dalla Fao, per sfamare una popolazione mondiale in crescita in un contesto di grandi sconvolgimenti, primo fra tutti il cambiamento climatico.

 

L'ateneo di viale Fanin ha dunque aperto le sue porte mercoledì 24 settembre 2025. Studenti, ricercatori di altre università e rappresentanti del mondo politico e imprenditoriale, hanno così avuto modo di conoscere le attività dell'università. Focus dell'edizione 2025 di OpenDISTAL sono stati i programmi finanziati dal Pnrr, Agritech e OnFoods, che chiuderanno a fine anno.

 

Durante la giornata sono stati affrontati temi quali la sicurezza alimentare, la tutela degli insetti pronubi negli agroecosistemi, l'impiego dell'intelligenza artificiale e del digitale a supporto delle produzioni. Ma anche la gestione dell'acqua e la tutela del suolo e della biodiversità. Non sono mancati poi momenti di confronto tra studenti e aziende, con l'obiettivo di creare un reciproco scambio di opinioni e, perché no, far nascere anche opportunità di lavoro.

 

Tavola rotonda Agritech e OnFoods: l'innovazione al centro

In chiusura dei lavori è stata organizzata una tavola rotonda con quattro ricercatori coinvolti nei progetti finanziati dal Pnrr. Frédérique Pasquali e Carlo Mengucci, che hanno lavorato sul programma OnFoods, e Giulio Perulli e Giulia Maesano focalizzati su Agritech.

 

Un momento della tavola rotonda

Un momento della tavola rotonda

(Fonte foto: Luca Corelli Grappadelli, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna)

 

Frédérique Pasquali ha portato l'attenzione sul tema della sicurezza alimentare, illustrando le attività di monitoraggio microbiologico svolte nel laboratorio di Ozzano dell'Emilia (Bo). L'analisi ha riguardato alimenti di origine animale come formaggio fresco, salame e latte crudo, con l'obiettivo di individuare potenziali patogeni emergenti. Un esempio? Il Citrobacter braakii, un batterio poco noto ma potenzialmente pericoloso per l'uomo, isolato proprio da prodotti alimentari.

 

Grazie al sequenziamento di nuova generazione, il team è riuscito a mappare i geni di virulenza e a comparare i genomi degli isolati di origine alimentare con genomi di isolati clinici disponibili in database pubblici. La ricercatrice ha poi sottolineato come queste tecnologie possano giocare un ruolo cruciale non solo nella ricerca ma anche nella tracciabilità batterica declinata alla risoluzione di focolai tossinfettivi e alla individuazione delle fonti di contaminazione, con ricadute concrete anche per il mondo produttivo.

 

Sul versante della nutrizione personalizzata si è invece concentrato il lavoro di Carlo Mengucci. Inserito nello Spoke 5 di OnFoods, dedicato alla lifelong nutrition, il ricercatore ha descritto la realizzazione di una complessa infrastruttura di raccolta e analisi dati (dai questionari alimentari ai parametri clinici, fino ai dati "omici", come metagenomica e metabolomica) per indagare il legame tra dieta e salute lungo tutto l'arco della vita. Fondamentale, in questo contesto, l'impiego di tecniche avanzate di machine learning e intelligenza artificiale per interpretare l'enorme mole di dati e restituire indicazioni pratiche su stili alimentari più sani ed efficaci.

 

Dal laboratorio al campo, la parola è poi passata a Giulio Perulli, che ha raccontato le attività del progetto Agritech sull'applicazione di sistemi agrivoltaici nei frutteti, in particolare nei meleti. Obiettivo: verificare l'impatto delle coperture fotovoltaiche sul microclima, sulle esigenze irrigue e sulla qualità delle produzioni. Utilizzando sensori ambientali, sistemi di irrigazione intelligenti e rilievi ecofisiologici, il team sta mettendo a punto un Sistema di Supporto Decisionale (Dss) per ottimizzare l'uso di acqua e fertilizzanti. "Una sfida che unisce produzione agricola e generazione di energia rinnovabile nel segno della sostenibilità ambientale ed economica", ha spiegato Perulli.

 

Ma se le tecnologie esistono e funzionano, perché gli agricoltori non le adottano su larga scala? A cercare di dare una risposta è stata Giulia Maesano, che ha approfondito gli aspetti economici e comportamentali legati all'innovazione in campo. Attraverso indagini condotte su un ampio campione di imprenditori agricoli italiani, è emerso che il principale driver per l'adozione di tecnologie è la percezione dell'utilità concreta, più che la semplicità d'uso.

 

Al contrario, tra le barriere più rilevanti ci sono la dimensione aziendale, l'età avanzata degli imprenditori agricoli e la scarsa digitalizzazione, unita alla mancanza di competenze specifiche. Un dato interessante? Anche le norme sociali (cioè l'influenza esercitata da colleghi e amici) giocano un ruolo decisivo nelle scelte degli agricoltori.

 

OpenDISTAL è stato un evento molto partecipato

OpenDISTAL è stato un evento molto partecipato

(Fonte foto: Sara Bosi, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna)

 

La ricercatrice ha poi illustrato uno studio sul comportamento dei consumatori verso i prodotti tracciati tramite blockchain. In un contesto in cui la fiducia del consumatore è spesso messa alla prova da frodi o informazioni poco chiare in etichetta, la blockchain può rafforzare la trasparenza e la credibilità. "Tuttavia è bene ricordare che questa tecnologia non certifica la veridicità di un dato, ma si limita a notarizzarlo", ha sottolineato Giulia Maesano.

 

Il confronto tra i quattro ricercatori ha dimostrato come l'innovazione non sia solo una questione di tecnologie, ma anche di percezioni, relazioni e competenze. Dalla sicurezza alimentare alla gestione dell'irrigazione, dalla personalizzazione della dieta, alla tracciabilità, i progetti Agritech e OnFoods offrono strumenti concreti per affrontare le sfide future.

 

"Eventi come OpenDISTAL sono importanti per far conoscere agli operatori del settore e ai partner accademici il lavoro che viene svolto. L'auspicio è che sia sempre più stretto il rapporto con il mondo produttivo, che poi è il primo beneficiario della ricerca che svolgiamo in ateneo", ha concluso Luca Corelli Grappadelli, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna e tra i promotori dell'iniziativa.