La trasformazione del pomodoro nel Bacino del Centro Sud non può prescindere dal disciplinare tecnico di produzione del pomodoro da industria messo a punto dal Comitato Tecnico di Coordinamento tra Organizzazioni di Produttori e Anicav, che ogni anno sottopone a revisione il testo, giunto alla sua venticinquesima campagna di produzione e frutto della collaborazione tra produttori agricoli e industriali conservieri. Un episodio di collaborazione interprofessionale che prese le mosse nel 1999 e che oggi rappresenta un'esperienza di filiera unica nel suo genere nel Mezzogiorno d'Italia, un modello di collaborazione tra mondo agricolo e industria al quale guardano in molti.
Si è parlato di questo e molto altro ad Angri, nella sede della Op Concosa il 29 aprile scorso in occasione della presentazione della venticinquesima revisione del disciplinare tecnico di produzione del pomodoro da industria, un'occasione in più per sottolineare l'importanza del concetto di aggregazione in agricoltura e di collaborazione lungo tutta la filiera produttiva.
La nascita del disciplinare nel 2001
Dopo i ringraziamenti e il messaggio di saluto del presidente Concosa Giovanni Di Palma, ha introdotto i lavori il presidente Apopa Luciano Simonetti che ha ricordato: "alla fine degli anni '90 cominciò ad essere molto sentito il problema della salubrità delle produzioni alimentari, al punto che ogni azienda di trasformazione chiedeva agli agricoltori di osservare norme differenti, ma sarebbe stato impossibile parcellizzare la produzione primaria predestinandola ad una certa azienda". In più occorreva qualcosa "che desse identità al prodotto".
In quegli anni, il Regolamento Cee 2078/1992, offriva i primi aiuti per l'applicazione della lotta integrata, questo elemento finanziario diede avvio alla produzione integrata e innescò la necessità di predisporre dei disciplinari omogenei all'interno delle filiere. "Fu così che Gennaro Velardo direttore della Op Aoa, convocò i presidenti delle Op interessate alla produzione del pomodoro da industria al primo incontro che si tenne il 6 novembre 2000 proprio nella sede della Concosa ad Angri" ha ricordato Marcello Martino, tecnico consulente Op Assodaunia.
"Seguirono altri incontri - ha raccontato Martino - nei quali fu poi abbozzato il primo disciplinare collettivo di lotta integrata. E già il 6 dicembre 2000 fu firmato il protocollo d'intesa tra 11 Op per aprire il dialogo con l'industria e le istituzioni sulla base di quel primo testo. Le regioni e gli osservatori fitosanitari interagirono. Il Comitato per la promozione del disciplinare lavorò e il primo disciplinare fu applicato a partire dalla campagna 2001".
Simonetti non ha mancato di sottolineare come l'esigenza di un unico disciplinare di produzione integrata fu prontamente recepito dall'Anicav, grazie a Giuliano Bonaventura: "capì l'importanza del progetto e ci sostenne per condividere il lavoro".
Hanno ricordato il momento anche Gennaro Velardo (direttore Op Aoa) e Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav: "Questo momento di festa deve farci riflettere sulle difficoltà future da affrontare" ha sottolineato De Angelis, auspicando un rafforzamento del dialogo nella filiera del pomodoro.
Salvatore Cuoci, funzionario della Regione Campania, ha ricordato invece quanto sia importante la forza della Op: "Oggi c'è un mondo agricolo che guarda all'ortofrutta come modello: olio, vino, zootecnia, tutti ora vogliono costituire Op. Abbiamo questa responsabilità e dobbiamo accettare questa sfida, che significa anticipare il futuro".
Pasquale D'Acunzi, past president Anicav, ha ricordato la figura di Mimmo Giuliano, che lavorò al disciplinare per un prodotto sostenibile: "Innovazione è capacità di recuperare la memoria e l'identità dei territori. La competitività si guadagna sui mercati ogni giorno: oggi si festeggia un patto di fiducia tra imprenditori, tecnici, produttori e istituzioni. Bisogna continuare ad innovare".
Nuove avversità, arrivano gli acari
Prima di mettere mano alla presentazione dell'evoluzione del disciplinare di produzione, il professor Salvatore Germinara, docente di Entomologia Agraria all'Università di Foggia, ha ripercorso invece la nascita della lotta integrata dalle origini ai giorni nostri - che è parte del disciplinare di produzione - e ha ricordato quelle che sono oggi le nuove minacce alla coltivazione del pomodoro, legate anche al cambiamento climatico in atto: "Stiamo studiando gli insetti vettori dei fitoplasmi, ma è un'attività che durerà un po' di anni" ha avvisato il docente.
Intanto l'acaro Aculops lycopersici à la nuova minaccia per le piante di pomodoro: "una volta non rappresentava un problema, perché arrivava a fine agosto, adesso - con le ondate di caldo e il ridursi dell'umidità nei terreni al di sotto del 30% - Aculops lycopersici si presenta sin dai primi di luglio e quindi riesce a produrre ingenti danni al pomodoro". Serviranno nuovi sistemi di monitoraggio, altrimenti gli interventi con acaricidi sono destinati a rivelarsi tardivi.
L'evoluzione del disciplinare
L'evoluzione del disciplinare è stata tracciata da Giorgio Iorio, consulente Concosa. Gli aderenti al Comitato Tecnico che rivede il disciplinare sono passati dalle 10 Op dei primi anni 2000, alle 25 Op di oggi più la presenza di Anicav. Nel 2001, primo anno di vigenza del disciplinare, il Comitato Tecnico era formato da quattro persone di parte agricola, e venivano eseguite analisi multiresiduali, ma senza una frequenza definita.
Oggi, il Comitato è formato da venti tecnici: dieci di parte agricola e dieci di parte industriale, mentre l'esecuzione delle analisi multiresiduali avviene con la frequenza di un campione ogni 1000 tonnellate di materia prima pervenuta nelle aziende, norma introdotta dal 2019. Dal 2014 in più è previsto il Registro delle Irrigazioni.
Nei primi anni 2000 venivano riscontrati residui di fitofarmaci anche al 30% oltre i Limiti Massimi di Residuo (Lmr). Oggi invece i residui sono stabilmente inferiori agli Lmr. Sono previsti i controlli funzionali dal 2015 e la definizione di una griglia fitofarmaci dal 2017, mentre dal 2022 è stato inserito un capitolo sulla sostenibilità della produzione del pomodoro da industria.
Molti i risultati concreti conseguiti dalla predisposizione del disciplinare: dal 2005 il disciplinare è parte integrante degli impegni contrattuali e dell'Accordo di Programma Quadro tra Op e Anicav.
L'applicazione del disciplinare ha consentito di diffondere e condividere i risultati di un numero considerevole di analisi multiresidurali mediante più di 2.500 analisi anno sulla materia prima (negli ultimi anni più di 12.500 analisi annue). Di queste solo una percentuale bassissima ha dato risultati di non conformi.
Il disciplinare ha consentito a tutti gli attori della filiera di confrontarsi e dare risposte tecniche ed operative alle esigenze delle parti interessate. Infine, ha facilitato l'approccio al concetto di agricoltura sostenibile.
L'applicazione del disciplinare ha effetti positivi sull'ambiente in termini di riduzione dei consumi idrici (pacciamatura biodegradabile e irrigazione a goccia nel 98% delle aziende) e aumento della capacità di incamerare carbonio da parte del terreno. Si tratta di vantaggi in termini di sostenibilità ulteriori rispetto alla riduzione dell'uso di fitofarmaci. Il tutto con il risultato di ottenere un prodotto a basso impatto ambientale, che però va meglio valorizzato.