Si riuscirà a raggiungere un accordo per assicurare un corridoio sicuro attraverso il Mar Nero e il Bosforo e assicurare l'export di cereali dall'Ucraina, a partire dal prossimo 19 marzo, quando scadrà appunto l'intesa voluta dalle Nazioni Unite denominata Black Sea Grain Initiative?

 

Gli analisti, a dispetto dell'atteggiamento di chiusura messo in atto in questa fase dalla Russia, che chiede come contropartita un alleggerimento delle pressioni delle sanzioni e la possibilità di esportare fertilizzanti, si dicono possibilisti.

L'Ucraina ha chiesto alla Turchia e all'Onu di avviare i colloqui con la Russia, con l'obiettivo di estendere l'accordo per almeno un anno e di includere i porti di Mykolaïv, così da potenziare il flusso dei cereali, tenuto conto che il raccolto di quest'anno potrebbe dimezzarsi.

 

Alla fine di gennaio, a margine della riunione dei ministri agricoli dell'Ue, la Polonia ha presentato una dichiarazione congiunta, insieme a Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, e Slovacchia, nella quale si pone l'accento sui problemi derivanti dall'aumento delle importazioni agricole provenienti dall'Ucraina, e sulla necessità di sostenere i produttori agricoli comunitari.

 

Una posizione che ha spinto il commissario europeo all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ad affrettarsi a dichiarare che "non vi è stato un solo Stato membro che abbia affermato che le restrizioni, o il divieto, degli scambi commerciali con l'Ucraina possano essere un'opzione".

 

Mano tesa, dunque, all'Ucraina, per quanto il tema del possibile calo dei prezzi debba essere preso in seria considerazione per tutelare gli agricoltori dell'Europa Centro Orientale.

 

Il commissario Wojciechowski "ha lanciato l'idea di utilizzare gli aiuti all'ammasso privato, una forma tradizionale di intervento pubblico dell'Unione Europea che mira a riequilibrare un mercato perturbato, riducendo l'eccesso di offerta a breve termine", riporta Euractiv.

 

Lo stoccaggio temporaneo è una delle misure di sostegno previste dal Regolamento Ocm ed è attuato per contrastare il crollo dei prezzi.

 

Il 2023, comunque, è partito all'insegna della volatilità dei listini, una caratteristica che accompagna i mercati delle principali commodity da ben prima dell'invasione russa dell'Ucraina, il 24 febbraio del 2022.

 

La scorsa settimana - afferma Ahdb, il Consiglio britannico per lo Sviluppo dell'Agricoltura e dell'Orticoltura - ha visto una notevole pressione su tutta la linea per i cereali globali, in particolare per i prezzi dei vecchi raccolti.
I mercati del grano di Chicago e di Parigi "sono scesi rispettivamente del 7% e del 4% la scorsa settimana, spinti dal grano russo competitivo che ha raccolto la domanda globale e dall'ottimismo per un'estensione dell'iniziativa del Mar Nero".

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Giù i future del mais

I future sul mais di Chicago (23 maggio) sono scesi del 4% la scorsa settimana (da venerdì a venerdì) e i future sui nuovi raccolti (23 dicembre) sono scesi del 3% nello stesso periodo. Le condizioni del raccolto argentino rimangono fondamentali per la direzione dei prezzi a breve termine, così come per la domanda, con una domanda più lenta di etanolo negli Stati Uniti.

 

Nonostante il calo complessivo dei prezzi della scorsa settimana, la Borsa del Grano di Buenos Aires ha ridotto la stima della produzione di mais per il 2022-2023 di 3,5 milioni di tonnellate, a 41 milioni di tonnellate. L'impatto del clima secco sulle semine tardive è ancora in fase di valutazione, anche se probabilmente la notizia era già stata calcolata nei prezzi, sostiene Ahdb.

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Future soia in diminuzione, ma elevati

I future sulla soia di Chicago (23 maggio) hanno chiuso in ribasso dello 0,2% su tutta la settimana, chiudendo venerdì scorso a 558,17dollari/tonnellata. Il contratto si è chiuso martedì (21 febbraio 2023) al punto più alto da giugno 2022, a causa delle preoccupazioni per il clima argentino e dopo un lungo fine settimana negli Stati Uniti. Tuttavia, c'è stata pressione sui prezzi per tutta la settimana poiché la mancanza di nuove notizie non è stata in grado di sostenere questi prezzi elevati.

 

Una previsione limitata di pioggia in Argentina - riporta sempre Ahdb - ha causato un sostegno dei prezzi all'inizio della settimana. Giovedì la Borsa del Grano di Buenos Aires ha tagliato la stima del raccolto di soia da 38 milioni di tonnellate a 33,5 milioni di tonnellate in un colpo solo.

 

Secondo il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America (Usda), per il 2023-2024 l'utilizzo, l'offerta e le esportazioni di soia negli Stati Uniti saranno più elevati, ma lo saranno anche le scorte di fine stagione. L'area coltivata a soia per il 2023-2024 è prevista a 35,41 milioni di ettari e, se realizzata, sarebbe il raccolto più grande mai registrato negli Stati Uniti.

 

Colza, mercato in ribasso

La scorsa settimana i prezzi della colza hanno risentito della pressione dei semi di soia, così come della pressione del raccolto di colza australiana in arrivo sul mercato di esportazione. I future sulla colza di Parigi (23 maggio) hanno chiuso venerdì scorso a 542 euro/tonnellata, in calo di 22,50 euro/tonnellata durante la settimana. La colza domestica (23 marzo) è stata quotata a 472,00 sterline/tonnellata venerdì scorso, in calo di 13 sterline/tonnellata nel corso della settimana.

 

Stratégie Grains nell'ultimo Rapporto sui semi oleosi ha rivisto al rialzo le previsioni sul raccolto di colza dell'Ue-27 per il raccolto 2023 a 19,6 milioni di tonnellate, rispetto ai 19,5 milioni di tonnellate precedenti. Le piante di colza sono segnalate in condizioni soddisfacenti, sebbene sia necessaria un po' di pioggia in alcune parti dell'Europa Occidentale.

 

Il report della Fao

Per il decimo mese consecutivo, l'Indice dei prezzi alimentari della Fao, che monitora il prezzo delle commodity alimentari, è diminuito. A gennaio, l'Indice si è attestato su una media di 131,2 punti, lo 0,8% in meno rispetto al mese precedente e il 17,9% sotto il picco massimo registrato a marzo del 2022.

 

La Fao prevede che, nel 2022-2023, il commercio internazionale di cereali diminuirà dell'1,7%, rispetto al livello record dell'anno precedente, pari a 474 milioni di tonnellate.

 

"Nel 2023, i prezzi alimentari dovrebbero crescere più lentamente rispetto al 2022, ma comunque sopra i tassi medi storici", secondo l'Usda. L'Agenzia governativa prevede che, quest'anno, i prezzi alimentari aumenteranno tra il 3,5% e il 4,5%, con i prezzi degli alimenti consumati a casa che cresceranno tra il 3% e il 4% e i prezzi del cibo fuori casa tra il 4% e il 5%.