La nuova programmazione della Politica Agricola Comune (Pac), entrata in vigore il primo gennaio 2023, introduce una serie di novità importanti per la cerealicoltura. Nuovi obblighi, ma anche opportunità che ogni agricoltore deve conoscere per programmare la propria attività imprenditoriale.

 

Chi produce grano, sia duro che tenero, è interessato da specifiche norme, come ad esempio la Bcaa 3, dove Bcaa sta per Buone Condizioni Agronomiche Ambientali e che vieta la bruciatura delle stoppie. Oppure la Bcaa 7, che impone la rotazione sui seminativi. E anche la Bcaa 8 avrà un certo impatto, in quanto impone che il 4% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) aziendale venga lasciata incolta ogni anno.

 

Ma il Piano Strategico Pac (Psp), il documento che descrive la nuova Politica Agricola Comune, fornisce anche interessanti opportunità di integrazione al reddito per i cerealicoltori. In particolare, l'Ecoschema 4 prevede un pagamento di 110 euro per chi introduce l'avvicendamento biennale con specie da rinnovo. Mentre l'Ecoschema 5 offre un pagamento da 500 euro se si inerbisce una parte dei campi con essenze di valore apistico. Infine il pagamento accoppiato (solo per il grano duro) dovrebbe assicurare 93 euro ad ettaro.

 

Vediamo ora nel dettaglio i nuovi obblighi e le nuove opportunità per chi produce grano.

 

Condizionalità rafforzata e nuovi vincoli per i cerealicoltori

Il Primo Pilastro della nuova Pac è costituito da cinque tipologie di sostegno:

 

Il sostegno al reddito di base (o pagamento base) è quello che assorbe la maggior parte delle risorse, le quali vengono distribuite a tutti gli agricoltori in possesso di Titoli Pac. L'ammontare del pagamento varia a seconda del valore del Titolo, anche se da quest'anno prende avvio un processo di convergenza che ha come obiettivo quello di diminuire le distanze tra chi aveva Titoli di valore alto e chi invece ne aveva di bassi.

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Per ottenere il pagamento base gli agricoltori devono rispettare la condizionalità rafforzata, una serie di impegni (nove Bcaa e undici Cgo, ovvero Criteri di Gestione Obbligatori), la maggior parte dei quali già oggi osservata dagli agricoltori.

 

Per chi fa cereali i tre punti più importanti sono:

  • Bcaa 3: divieto di bruciatura delle stoppie del grano.
  • Bcaa 7: obbligo di rotazione.
  • Bcaa 8: obbligo di destinare il 4% della Sau aziendale a terreno incolto.

 

I nuovi obblighi ambientali per i cerealicoltori

Vediamo ora nel dettaglio gli obblighi che i cerealicoltori devono rispettare per poter accedere al pagamento di base.

 

La Bcaa 3 impone agli agricoltori (tutti) di non bruciare le stoppie dei seminativi, incluse quelle dei cereali autunno vernini (come il grano duro e tenero) e delle paglie di riso, se non per ragioni fitosanitarie (deve esserci un atto dell'autorità competente, come il servizio fitosanitario regionale). Questo provvedimento tocca principalmente gli agricoltori del Sud Italia, in particolare la Puglia, dove l'abbruciatura delle stoppie è ancora una pratica diffusa.

 

Come si legge nel Psp, "l'obiettivo della norma è di contribuire al mantenimento della sostanza organica nel suolo. Tale norma, infatti, ponendo un divieto alla bruciatura delle stoppie, favorisce l'incorporazione delle stesse nel suolo incrementandone il contenuto in sostanza organica e impedendo il rilascio diretto di CO2 in atmosfera".

 

Più pesante l'impegno previsto dalla Bcaa 7, che stabilisce l'obbligo della rotazione colturale sui seminativi al fine di migliorare la fertilità dei suoli, diminuire la pressione di malerbe, insetti e patogeni, nonché per aumentare la biodiversità.

 

Questa nuova norma impedisce la monosuccessione, come ad esempio produrre per due anni di seguito grano sullo stesso appezzamento. Bisogna di fatto coltivare ogni anno una specie differente rispetto a quella dell'anno successivo. Quindi non si può coltivare grano su grano, ma si può fare orzo-grano o grano-mais.

 

La norma parte dal 2024, ma ha una importante deroga che riguarda il Sud Italia: sono infatti escluse le aziende agricole che operano in un clima caldo arido. In questo caso la rotazione deve essere triennale (ad esempio grano-grano-favino). Deroga simile vale per chi opera nelle aree montane.

 

La Bcaa 8 invece introduce l'obbligo per le aziende seminative di dedicare una percentuale minima del 4% della Sau aziendale ad elementi non produttivi. In altre parole il 4% dei campi deve essere lasciato incolto al fine di arricchire la biodiversità, migliorare la qualità dei suoli e prevenire l'erosione.

 

Rientrano nel computo del 4% anche le fasce tampone o quelle inerbite, stagni, boschetti, siepi, canali, terrazzamenti, strade bianche e così via. Inoltre è fatto divieto di potare le siepi e gli alberi nella stagione della riproduzione e della nidificazione degli uccelli.

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Nuova Pac e opportunità per i cerealicoltori

Chi produce grano, tenero e duro, può accedere ad una serie interessante di pagamenti, volti da un lato a sostenere questa coltura strategica per il Paese, dall'altro a compensare la perdita di reddito generata per alcune aziende dal meccanismo della convergenza del valore dei Titoli Pac.

 

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Chi produce grano, tenero e duro, può accedere ad una serie interessante di pagamenti

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

L'Ecoschema 4 è da considerarsi una integrazione della Bcaa 7, in quanto obbliga le aziende ad introdurre un avvicendamento colturale con colture leguminose, foraggere o da rinnovo. Questo significa che chi produce grano e vuole ottenere l'Eco 4, ogni due anni dovrà coltivare una delle colture colorate di verde nella foto qui sotto.

 

Ecoschema 4: sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento. Classificazione colture

Ecoschema 4: sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento. Classificazione colture

(Fonte foto: Università degli Studi di Perugia)

 

Ovviamente le aziende del Sud Italia, che hanno una deroga alla Bcaa 7 in quanto operano in un clima caldo secco, se vogliono accedere all'Eco 4 dovranno introdurre la rotazione biennale con avvicendamento come da foto. Si può quindi fare grano-favino, grano-erba medica, grano-loietto, grano-mais, grano-soia, grano-pomodoro. Ma non grano-avena, grano-orzo, grano-cocomero o grano-zucca.

 

Inoltre vengono introdotte delle limitazioni all'impiego degli agrofarmaci e si introduce l'obbligo di interramento delle stoppie (non della paglia, che invece può essere asportata).

 

L'Eco 4 dà diritto a 110 euro ad ettaro che diventano 132 nel caso in cui l'azienda si trovi in un'area Natura 2000 o in una Zvn, Zona di Vulnerabilità ai Nitrati di origine agricola.

 

L'altro Ecoschema a cui i cerealicoltori possono aderire è l'Eco 5, che prevede misure specifiche per gli insetti impollinatori. Sono previsti 500 euro/ettaro per le aziende che seminano almeno 0,25 ettari con essenze di interesse apistico (che producono nettare e polline). Anche in questo caso si prevede una integrazione del 20% per impegni in Natura 2000 e Zvn.

 

La copertura, che ha l'obiettivo di fornire nutrimento alle api e agli altri insetti pronubi, non deve essere sfalciata dalla germinazione fino alla fine della fioritura. Inoltre non è possibile utilizzare erbicidi e altri prodotti fitosanitari fino al completamento della fioritura.

 

L'importo di questo pagamento è elevato, ma l'agricoltore deve valutare:

  • La perdita di produzione di grano.
  • I vincoli all'impiego di agrofarmaci.
  • I costi relativi all'acquisto delle sementi e alle lavorazioni del terreno, compresa la semina.
  • La possibilità che, se saranno molti a chiedere l'Eco 5, il pagamento diminuisca il suo valore.

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Infine, per sostenere le aziende agricole del Sud Italia, dal confronto tra regioni, Stato e Ue si è deciso di dedicare un pagamento accoppiato alla coltivazione del frumento duro. Pagamento che dovrebbe ammontare a circa 93 euro e sarà circoscritto alle aziende agricole di: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche.

 

L'obbligo più stringente per avere il pagamento accoppiato è l'impiego di semente certificata (non si può dunque usare seme autoprodotto).

 

Sostegno accoppiato: frumento duro

Sostegno accoppiato: frumento duro

(Fonte foto: Università degli Studi di Perugia)