Bioeconomia, mangimi biologici e transizione agricola verde sono alcune delle priorità della Svezia che inaugura la sua presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. Bene il funzionamento delle solidarity lane nei confronti dell'Ucraina, ma è allerta per gli Stati confinanti con il Paese, che non riescono a stoccare le troppe merci in arrivo e a rivendere i loro prodotti.

 

Sul fronte della Pac, secondo il commissario europeo all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, un aumento del bilancio Ue per affrontare le difficoltà è necessario, ma se ne riparlerà dopo il 2027.

 

Le priorità della presidenza svedese in campo agricolo

Bioeconomia, mangimi biologici, uso sostenibile dei fitosanitari, situazione di mercato, competitività, transizione verde, sicurezza alimentare.

 

Queste alcune delle priorità della Svezia, dal primo gennaio 2023 a capo della presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. In particolare, il ministro degli Affari Rurali svedese, Peter Kullgren, vorrebbe mettere sul tavolo delle conclusioni entro il mese di aprile due questioni principali: fornire misure efficaci sul tema della sicurezza alimentare e rispondere alla relazione della Commissione Europea sui progressi della bioeconomia in Ue.

 

Bene le solidarity lane, ma occhio all'eccesso di importazioni

Se da un lato le solidarity lane, ovvero i corridoi tramite i quali l'Ue sta facendo uscire le merci agricole dall'Ucraina, stanno funzionando molto bene, dall'altro, i Paesi di frontiera stanno risentendo dei primi effetti negativi.

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Dal 2021 al 2022, infatti, l'import di alcuni prodotti dall'Ucraina è cresciuto esponenzialmente: il frumento è passato da 287mila tonnellate a 2,8 milioni di tonnellate, il mais da 7,3 milioni a 12 milioni di tonnellate e i semi di girasole da 25mila tonnellate a 1,8 milioni di tonnellate.

 

Ecco che Paesi come la Bulgaria hanno aumentato le importazioni di semi di girasole da 3mila tonnellate nel 2021 a 892mila tonnellate nel 2022, mettendo in crisi gli agricoltori locali che non riescono più a rivendere i loro prodotti e a stoccare le merci lungo le frontiere. Situazioni simili si sono verificate in Polonia, Ungheria e Romania.

 

Possibile ricorso alla riserva agricola europea

L'Ue però non è intenzionata a fermare o limitare le importazioni dall'Ucraina, ma sta tenendo in considerazione il ricorso alla riserva agricola per aiutare gli agricoltori più colpiti da questa situazione. Tuttavia non tutti i ministri dell'Agricoltura dei Paesi europei si sono espressi a favore di questa decisione, anche se "la maggioranza degli Stati Ue non è neanche contraria", secondo quanto riferito dal commissario Ue per l'Agricoltura Janusz Wojciechowski.

 

Budget Pac: troppo basso per affrontare le sfide nell'agricoltura europea

Sempre Janusz Wojciechowski ha giudicato il budget della Politica Agricola Comune (Pac) non sufficiente per le sfide che devono affrontare gli agricoltori europei, specialmente dopo la crisi pandemica e la guerra.

 

Qual è quindi la soluzione? Scartato un aumento degli aiuti di Stato, che, secondo il commissario, andrebbero a interferire con i meccanismi della Pac, l'opzione migliore sarebbe un via libera dagli Stati membri per un aumento del bilancio della Politica Agricola Comune, oltre a strumenti come la riserva anticrisi, che va ulteriormente potenziata.

 

Ma le tempistiche non saranno brevi: secondo il commissario, un cambiamento nella prospettiva di finanziare il bilancio al momento è molto difficile. Più plausibile considerarlo per la Pac post 2027, alla quale la Commissione Europea sta già lavorando.

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