È già finita l'era del 4.0: passiamo a Industry 5.0. E sarà vera rivoluzione.

 

È opinione del Comitato Strategico dell'Unione Europea (Esir) che "…senza una strategia industriale verde e sociale come pietra angolare del Green Deal l'Ue non riuscirà ad avere successo nella transizione…".

 

Sappiamo che il Green Deal è il piano europeo dal valore di 1.000 miliardi di euro in dieci anni che ha l'obiettivo di rendere l'Unione Europea a zero emissioni entro il 2050.

 

Il famoso Pnrr è nient'altro che uno strumento del Recovery Fund, il quale è una parte del piano investimenti NextGeneration Eu - il Green Deal è quindi finanziato da un terzo del Bilancio Europeo e da un terzo del NextGeneration Eu. Tutti questi soldi saranno destinati sia alla transizione verde sia a quella digitale.

 

Unificare queste due transizione e rendere l'economia vero motore della sostenibilità è l'obiettivo di Industry 5.0. Il benessere dei lavoratori passa al centro, assieme al rispetto dell'ambiente con una (finalmente) chiara percezione dei limiti dello sviluppo economico. Industry 5.0 ha radici in Giappone, in un rapporto già famoso della federazione imprenditoriale Keidanren in cui lo sviluppo economico viene legato ai problemi sociali e ambientali e in cui il fine della tecnologia è di migliorare la qualità della vita.

E qui passiamo all'agricoltura. Anzi all'Agricoltura 5.0.

 

La Fao ha descritto i processi di digitalizzazione in agricoltura come la "rivoluzione digitale". Nella concezione 5.0 alla rivoluzione digitale andrà quindi associata anche una rivoluzione "verde" che vedrà l'agricoltura contribuire significativamente a ritrovare un nuovo equilibrio ecologico nel pianeta. La lotta contro il cambiamento climatico si attua diminuendo le emissioni di CO2 oppure compensandole attraverso lo stoccaggio. Sappiamo anche che lo stoccaggio della CO2 può avvenire con la crescita di una nuova foresta ma in forma ancor più efficiente e duratura migliorando la fertilità dei suoli. I suoli possono essere migliorati attraverso le nuove tecniche di agricoltura rigenerativa.

 

Agricoltura rigenerativa che vorrà allora dire una drastica riduzione dei mezzi di produzione impiegati ma anche un fortissimo aumento della agricoltura di precisione, dei big data e dell'Intelligenza Artificiale, delle piattaforme digitali e delle cosiddette Distributed Legger Technologies (Blockchain e Smart Contracts) e poi ancora: nuovi organismi vegetali cis genici, tecniche di lotta biologica alle avversità, riutilizzo delle acque reflue, urban farming, ottimizzazione della logistica agroalimentare….

 

La rivoluzione digitale sarà rigenerativa.