Quasi 80 litri di miscela fitoiatrica trasportabili in volo. Un minuto per fare rifornimento e cambiare la batteria. 16 ettari trattati in un'ora. Sono questi i numeri di Guardian Agriculture, il drone gigante presentato durante il World Agri-Tech Innovation Summit 2022, l'evento che ha portato a Londra le startup più interessanti nel mondo dell'innovazione agricola.

 

Durante il Summit (di cui AgroNotizie® è mediapartner) le innovazioni sul tavolo andavano dai software per l'agricoltura di precisione ai sensori di nuova generazione, fino ai prodotti per la nutrizione e la difesa. Ma sono stati i robot e in generale gli automi a catalizzare l'attenzione dei partecipanti. Strumenti che permettono di fare a meno del lavoro umano, una risorsa sempre più scarsa.

 

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Addio droni di piccole dimensioni

Guardian ad esempio è un drone completamente elettrico in grado di operare in campo come farebbe una normale attrezzatura per l'irrorazione. Non si tratta infatti di un drone di piccole dimensioni, che ha bisogno di prodotti ad alta concentrazione per poter funzionare, ma di un vero tank dei cieli in grado di fare dall'alto quello che una barra farebbe dal basso.

 

"I plus sono molti", spiegano i fondatori. "Prima di tutto non c'è compattamento del suolo, inoltre i piani di volo sono programmabili e quindi i trattamenti vengono fatti in maniera autonoma. Infine, la precisione di copertura della coltura è altissima grazie al posizionamento Rtk e ai sensori presenti sul drone, che gli permettono di seguire l'andamento del terreno, anche in aree collinari".

 

Un solo operatore sarebbe dunque in grado di assistere una flotta di questi mostri dei cieli. Visto che il piano di volo è già stabilito, l'agricoltore si limiterebbe a rifornire il tank con la miscela e a cambiare la batteria. Un minuto, dicono dalla startup, è sufficiente.

 

La raccolta affidata ai robot

Un'altra startup robotica è Tortuga, che ha sviluppato un robot per la raccolta automatizzata di piccoli frutti, come ad esempio le fragole, ma anche di uva da tavola. Il rover si muove in maniera autonoma lungo il filare e grazie a differenti sensori (Lidar e camera Rgb) individua il frutto sulla pianta. Successivamente una pinza prende il frutto dal picciolo, che poi viene reciso. Il prodotto è appoggiato delicatamente nei contenitori, pronti per il confezionamento.

 

"I robot sono assistenti perfetti perché possono lavorare 24 ore su 24 e non si ammalano, né commettono errori. In questo modo sono in grado di far fronte alla carenza di manodopera che ormai affligge tutti i Paesi sviluppati", spiegano dall'Azienda. "L'operatore per ora deve solo intervenire per far fare al rover la svolta a fine campo e per portare via le cassette riempite, ma per il resto il robot è autonomo".

 

Il robot di Tortuga per la raccolta automatizzata di piccoli frutti

 

Il problema semmai è la velocità di lavoro. Un robot come quello di Tortuga è in grado di raccogliere ottocento fragole all'ora, circa 13 al minuto. Molto meno di quello che farebbe un operaio, ma la tecnologia è in continua evoluzione e presto le due performance potrebbero coincidere.

 

Altro robot che ha fatto bella mostra di sé durante il World Agri-Tech è Odd.Bot. Si tratta di un rover con un braccio meccanico e sensori in grado di riconoscere una erbaccia in campo e di eliminarla meccanicamente.

 

Odd.Bot al lavoro

Odd.Bot al lavoro

(Fonte foto: Odd.Bot)

 

Il meccanismo di funzionamento è semplice: la camera riprende il suolo e un algoritmo riconosce la presenza della malerba. La sua posizione viene inviata al braccio robotico che monta una pinza. Questa cala dall'alto e afferra l'erbaccia estirpandola. Precisione estrema e zero uso di erbicidi rendono questa soluzione davvero interessante, anche se la velocità di intervento non è ancora elevata.

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