La siccità è ancora un'emergenza per il Paese? La domanda sorge spontanea leggendo gli atti della crisi di Governo, culminata ieri nello scioglimento delle camere. E questa domanda non sembri retorica: poiché dal segno della risposta dipenderà la possibilità per il Governo dimissionario di poter intervenire con atti emergenziali. In termini parlamentari, la siccità sarà nell'elenco degli "affari correnti" al cui "disbrigo" è tenuto il governo dimissionario sì o no?

 

Solo in caso di risposta affermativa, per esempio, potrà essere approvato in Consiglio dei Ministri il Decreto Legge per affrontare la siccità e di cui si parla da settimane. Non a caso, poco dopo le 14:30 di ieri, 21 luglio 2022, quando ormai le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi sono cosa fatta e si può ben prevedere l'atto di scioglimento da parte del presidente della Repubblica, Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, si affretta a dichiarare: "Nell'assoluto rispetto delle decisioni parlamentari, esprimiamo però grande preoccupazione per la fase politica, che si apre in un Paese alle prese non solo con la emergenza pandemica e bellica, ma anche con la carenza d'acqua, che sta pregiudicando agricoltura ed ambiente in vaste zone d'Italia".


Il presidente dell'Anbi, nel ricordare il Decreto Legge, del quale erano circolate le bozze nei giorni scorsi, strumento con il quale il Governo avrebbe dovuto costituire una struttura volta ad affrontare l'emergenza, dice: "Rivolgiamo un appello, affinché si dia continuità a scelte già annunciate come l'attivazione di una struttura commissariale, sotto la guida della Protezione Civile, per la gestione della crisi idrica: è una scelta urgente a fronte delle prossime settimane idricamente più difficili, che attendono le comunità". 

 

Un ultimo passaggio Vincenzi lo dedica alla programmazione di investimenti futuri: "Al contempo, auspichiamo che non si interrompano gli iter per cogliere sia gli obiettivi del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che le scelte legate al 'Piano Laghetti' ed infine le scadenze di fine anno, connesse alla questione acqua nella revisione della Politica Agricola Comunitaria 2023-2027".

 

Passano le ore e il fantasma delle elezioni anticipate si incarna: dopo le 17:30 Palazzo del Quirinale comunica che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto le camere, con atto controfirmato dal presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi, già sfiduciato dal voto del Senato della Repubblica del 20 luglio.

 

Pochi minuti dopo il capo dello Stato, nel pronunciare il discorso ufficiale con il quale motiva la sua decisione tra l'altro ricorda: "il Governo, con lo scioglimento delle camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l'insediamento del nuovo Governo che sarà determinato dal voto degli elettori".

 

Sergio Mattarella poi afferma: "Ho il dovere di sottolineare che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili". A questo punto il capo dello Stato enumera tutti i settori emergenziali del Paese sui quali il Governo dovrà comunque intervenire: dall'inflazione ai provvedimenti sull'energia, quelli per la guerra e quelli necessari a non perdere l'opportunità del Pnrr, ma non pronuncia una parola sulla siccità.


Eppure, il Consiglio dei Ministri del 14 luglio scorso aveva deliberato l'estensione degli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza, adottata con delibera di Protezione Civile del 4 luglio 2022, in relazione alla situazione di deficit idrico in atto, ai territori delle regioni ricadenti nel bacino del Distretto dell'Appennino centrale (un lembo di Toscana, gran parte di Marche e Abruzzo, il Lazio con esclusione di parte della regione a Sud, una fetta di Molise) nonché, per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate, all'intero territorio della Regione Umbria. Per far fronte ai primi interventi vengono stati stanziati ulteriori 2,8 milioni di euro, a carico del Fondo per le Emergenze Nazionali.


Fonti di Palazzo Chigi avvertono nel pomeriggio di ieri che il Consiglio dei Ministri, poi tenutosi alle 18:15, dovrebbe fissare con una direttiva - di solito un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - l'elenco degli argomenti emergenziali da affrontare anche con il governo dimissionario per il così detto "disbrigo degli affari correnti".

 

Il Consiglio si tiene, ma della direttiva non vi è traccia in serata di ieri negli atti di Palazzo Chigi. E anche nel breve discorso di ringraziamento, pronunciato dal presidente Draghi in Consiglio dei Ministri, e reso noto dalle agenzie di stampa, nell'enunciazione delle emergenze da affrontare da qui all'insediamento del nuovo Governo, la siccità non appare citata, non una parola e anche l'ordine di quelle menzionate sembra riprendere il discorso del Capo dello Stato.

 
Eppure, con una nota diramata nella prima mattina di ieri, l'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Anbi ricorda come "Caldo soffocante ed assenza di piogge, dopo laghi e corsi d'acqua stanno compromettendo anche le riserve d'acqua sotterranea del Centro Nord Italia, proseguendo un deficit pluviometrico, che si protrae dall'anno scorso e che conferma i caratteri di una siccità endemica in territori, dove serviranno anni per riequilibrare il bilancio idrologico".


C'è da augurarsi che il Governo metta a punto un elenco di emergenze da affrontare nei prossimi mesi includendo la siccità, destinata ad aggravarsi proprio nelle prossime settimane. Si tratta del resto di uno di quei dossier aperti, che per sua natura e portata, non potrà dirsi chiuso se non tra alcuni anni.