Con una produzione di circa 108 milioni di tonnellate, l'India è il terzo produttore di grano al Mondo, dopo Unione Europea (136,5 milioni di tonnellate) e Cina (135 milioni di tonnellate). Per questo la decisione dei giorni scorsi di vietare le esportazioni senza la preventiva autorizzazione del Governo, ha infiammato immediatamente i listini mondiali e i future sui mercati mondiali di Chicago e Parigi, facendo scattare la corsa all'accaparramento.

 

Il ruolo dell'India, che lo scorso anno ha beneficiato di un'ottima annata sul piano produttivo, con il blocco dei porti sul Mar Nero e le difficoltà ad esportare dell'Ucraina invasa dalla Russia, aveva assunto una maggiore strategicità, in particolare per l'area asiatica e mediorientale che ha storicamente beneficiato degli approvvigionamenti dal subcontinente indiano.

 

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Lo scenario attuale, tuttavia, è diametralmente opposto a quello registrato nel 2021. Dallo scorso marzo, infatti, alcune regioni dell'India settentrionale sono alle prese con una massiccia ondata di calore, che ha portato in alcuni casi le temperature al di sopra dei 45 gradi centigradi e minacciando i prossimi raccolti di grano. La produzione di grano prevista dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) sarebbe inferiore dell'1% rispetto ai volumi record dello scorso anno, ma qualcuno si spinge ad ipotizzare una flessione anche nell'ordine del 5%.

 

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L'emergenza climatica indiana si aggiunge alla marcata siccità che anche Paesi come Francia e l'area europea (da Nord a Sud) stanno vivendo, con il rischio di ottenere minori rese in campo, in parte aggravate da un utilizzo inferiore di fertilizzanti dopo i blocchi all'export della Russia e i rincari sul prezzo di acquisto.

 

L'India, che ha una popolazione di 1,4 miliardi di persone, avrebbe adottato la soluzione protezionistica vietando le esportazioni di grano, ufficialmente per garantire la sicurezza alimentare interna e per tutelare i cittadini, già alle prese con un'inflazione in splendida forma, al punto da aver raggiunto il picco record degli ultimi otto anni. La corsa dei prezzi dei generi alimentari avrebbe allarmato i politici, al punto da impedire le vendite di grano all'estero senza autorizzazione governativa e provocando ingorghi di camion nei principali porti indiani, dove la merce si stava ammassando, in parte in attesa di nuovi contratti.

 

Secondo il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, stiamo andando verso una crisi alimentare globale e la soluzione migliore per contrastare questa fase di difficoltà non è il protezionismo, ma aprire agli scambi commerciali e aiutare i più bisognosi.

 

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