Il tono delle osservazioni redatte dalla Commissione Europea al Piano Strategico Nazionale (Psn) della Politica Agricola Comune (Pac) presentato dall'Italia è conciliante e riconosce che alcuni sforzi sono stati fatti. Nella sostanza, però, Bruxelles sottolinea che "numerosi elementi del Piano sono mancanti, incompleti o incoerenti". Fra i vari punti sollevati dalla Commissione Ue, la mancata indicazione sul riparto tra le regioni di fondi per lo sviluppo rurale.

 

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Insomma, che la riforma della Politica Agricola Comune parta come previsto il prossimo primo gennaio oppure che si trovi un accordo tra i 27 Stati membri dell'Unione Europea per ritardarne la partenza, alla luce degli ultimi eventi in Ucraina, che hanno portato l'Ue ad annunciare misure di emergenza come i fondi anticrisi e la possibilità di derogare al set aside, poco importa.

 

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Il tema è che il Piano Strategico Nazionale consegnato nei tempi dall'Italia (altri Paesi sono arrivati lunghi, come ad esempio la Germania) presenta alcune lacune. Nulla di grave o di drammatico, beninteso, tenuto conto che per la programmazione comunitaria la redazione da parte degli Stati membri del Piano Strategico Nazionale è una operazione inedita e complessa. Ora bisognerà attenersi alle osservazioni comunitarie e riprendere in mano il Psn per rispondere alle osservazioni dell'Ue.
L'Italia, in particolare, "è invitata a rivedere la strategia per garantire una distribuzione più equa e mirata dei pagamenti diretti", si legge nel documento consegnato dalla Commissione Ue.

 

Sulla partita della gestione del rischio, peraltro fortemente voluta dall'Italia, uno dei Paesi maggiormente esposti ai cambiamenti climatici, Bruxelles riconosce gli sforzi. "Tenuto conto dell'obiettivo di garantire un'agricoltura resiliente e la sostenibilità economica del settore, la Commissione - si legge - accoglie con favore l'approccio dell'Italia alla gestione del rischio, che fornisce un'ulteriore rete di sicurezza al sostegno di base della Pac e gli sforzi profusi per affrontare la dipendenza dalle importazioni in alcuni settori, come le colture proteiche".

 

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Resta invece aperta la questione ambientale, con la Commissione che rileva che "sulla base del contenuto parziale disponibile, è improbabile che il Piano proposto possa contribuire in modo sufficiente ed efficace a questo obiettivo generale (lo ricordiamo: sostegno e rafforzamento della tutela dell'ambiente, compresa la biodiversità, e dell'azione per il clima e sul contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e clima, compresi gli impegni assunti a norma dell'accordo di Parigi, Ndr), in particolare per quanto riguarda l'acqua, l'aria, i nutrienti e la biodiversità nei terreni agricoli e nelle foreste, nonché la riduzione delle emissioni e il sequestro del carbonio. Significativi miglioramenti sono necessari".

 

Digital innovation da implementare. Fra le osservazioni sulla promozione e condivisione delle conoscenze, dell'innovazione della digitalizzazione nel settore agricolo nelle zone rurali, "la Commissione invita l'Italia a migliorare sostanzialmente la strategia di digitalizzazione per il settore agricolo e le zone rurali sulla base di un'analisi completa e di una valutazione delle esigenze. La strategia dovrebbe chiarire, ove opportuno, possibili sinergie con altri strumenti politici pertinenti. In questo contesto è fondamentale completare la copertura della banda larga ad alta velocità fino alla porta di ogni famiglia nelle zone rurali, comprese le zone scarsamente popolate che sono quelle maggiormente a rischio di spopolamento".

 

Il Ministero delle Politiche Agricole, in una nota, ha specificato di avere già convocato il Tavolo di Partenariato sul Psn il 19 aprile prossimo, "allo scopo di riprendere la discussione sui punti ancora aperti".

In vista di tale incontro, saranno trasmessi a tutti i rappresentanti del partenariato istituzionale ed economico sociale i documenti di lavoro necessari per rispondere puntualmente alle osservazioni mosse dalla Commissione Europea. A questo proposito, il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, evidenzia l'esigenza di "giungere al più presto ad un accordo sul riparto dei fondi dedicati allo sviluppo rurale, in quanto le osservazioni della Commissione sono direttamente o indirettamente riconducibili alla carenza di informazioni sull'allocazione finanziaria degli strumenti del Secondo Pilastro della Pac".