Gelate fino anche a 9 gradi sotto zero in Puglia, una decina di giorni fa, e i -6 segnati nel territorio della campagna romagnola di Lugo: sono solo gli ultimi numeri da brivido. Riguardano il 2022, ma se si torna indietro nel tempo il copione è lo stesso nel 2021 e nel 2020. Lo sanno bene gli agricoltori ma lo sanno bene anche le compagnie assicurative, tanto che la campagna assicurativa 2022 è partita, ma con grandi difficoltà.

 

La denuncia è arrivata da Condifesa Ravenna ma anche dalla zona di Cuneo, guarda caso aree dove, regolarmente, la colonnina di mercurio va ampiamente sotto lo zero in momenti in cui la stagione vegetativa è già partita.

 

Se si osservano i dati di Radarmeteo del 2021, il 56% del territorio agricolo del comune di Conselice (Ra) è stato colpito da gelo, il 29% di quello di Alfonsine (Ra), il 14% di quello di Massa Lombarda (Ra). E nel 2020? È andata ancora peggio, praticamente tutta la provincia di Ravenna ha avuto il territorio colpito dal gelo al 100%.

Non dovrebbe stupire quindi la difficoltà per le compagnie assicurative di offrire una copertura per gli eventi catastrofali, a tariffe accettabili.

 

"Abbiamo trovato l'accordo con alcune compagnie - ha raccontato - Stefano Francia, presidente di Condifesa Ravenna - ma non con tutte. Il punto è che quest'anno abbiamo raggiunto il parametro massimo contributivo su tutte le colture. Vuol dire che da ora in avanti, il contributo pubblico per l'acquisto di polizze agevolate non seguirà più il costo della polizza, ogni ulteriore aumento sarà a carico dell'agricoltore. È difficile trovare un accordo, non si tratta solo di aumenti delle tariffe, ma anche di condizioni di scoperti e franchigie, troppo penalizzanti per i nostri soci. Le tariffe quest'anno sono aumentate in media del 5% sulla 3 rischi (grandine, pioggia e vento) e del 9% sulle catastrofali (gelo e brina, siccità e alluvione). Ciò però si aggiunge, nella nostra zona, a un aumento del 38% negli ultimi 3 anni".

 

Secondo i dati nazionali, resi noti da Ismea durante l'evento Cesar di inizio febbraio, in media le tariffe, fra il 2021 e il 2020, sono salite dell'1,5%, dato depurato dall'inflazione. La dinamica dal 2017 però è quella di una crescita continua.

 

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Il vero problema, soprattutto in aree tradizionalmente coltivate a drupacee, è che, anche volendo spendere determinate cifre per assicurarsi, la probabilità di riuscirci è molto bassa. "Per le albicocche, trovare una compagnia che ti assicuri per il gelo, in Romagna, è come vincere alla lotteria" ha detto ancora Stefano Francia. "Le compagnie tendono a selezionare le aziende in base alla storicità di sinistri".

 

D'altra parte, lato assicurativo, c'è la necessità di tenere in ordine i conti. Ecco come Umberto Guidoni, codirettore generale di Ania, ha spiegato il meccanismo di formazione delle tariffe: "Bisogna partire dal presupposto che la compagnia costruisce la tariffa seguendo un criterio tecnico che risponde a 2 fattori principali: la frequenza, cioè il numero di sinistri in rapporto agli assicurati, e il danno medio risarcito. Lo si fa a livello nazionale ma lo devi fare anche a livello territoriale, il territorio ha una sua rilevanza. Va poi valutata anche la mutualità del territorio, l'elemento essenziale da tener presente è la capacità di coprire i danni che si verificano. La compagnia deve tenere conto dell'equilibrio economico finanziario, lo fanno anche le aziende agricole".

 

Poi Guidoni ha fornito un dato, il loss ratio per il 2017: 159%, "ovvero, ho incassato 100 e ho pagato 159. Se succede un solo anno, ci sono gli accantonamenti, ma il problema è che sono fenomeni che hanno una frequenza e una severità costante nel tempo, le compagnie hanno una certa difficoltà", ha ammesso Guidoni che poi ha aggiunto: "Da un paio di anni i riassicuratori sono usciti dal ramo". Una dichiarazione che pesa come un macigno perché significa che le compagnie assicurative non hanno possibilità, sul ramo agricolo, di distribuire il rischio assunto su altre compagnie che fungono in pratica da "ombrello".

 

Abbiamo citato il territorio di Cuneo (Piemonte) come problematico. Secondo i dati pubblicati sul periodico di Condifesa Cuneo, nel 2021, Itas Mutua a fronte di 6,24 milioni di premi incassati ha risarcito per 12,3 milioni; Assicuratrice Milanese Spa ha incassato 1,3 milioni pagandone 2,5: anche senza calcolare al centesimo è chiaro che per le compagnie, anche l'anno 2021, in zona Cuneo, è stato un anno da dimenticare.

 

Eppure gli agricoltori stanno cercando di porre rimedio abbassando la probabilità di essere colpiti da evento avverso. Nel 2021, in Emilia Romagna, dove il gelo tardivo fa molta paura, gli imprenditori agricoli hanno risposto in massa al bando per l'operazione 5.1.04, ovvero "Prevenzione danni al potenziale produttivo frutticolo da gelate primaverili". In pratica c'era la possibilità di vedere finanziato al 70% della spesa ammissibile l'acquisto di ventoloni, bruciatori, sistemi antibrina.

 

"Il bando del 2020 metteva a disposizione 4.216.392 euro" ha raccontato Giuseppina Felice, dirigente della Dg Agricoltura della Regione Emilia Romagna. "Abbiamo ricevuto 52 domande ammissibili, pari a un contributo di 2.716.006. Nel 2021 le cose sono andate diversamente, a fronte di 6.495.165 euro disponibili, abbiamo avuto 234 domande ammissibili, per un totale di spesa ammissibile di 14.256.185, 97 euro e un totale di contributi richiesti concedibili di 9.976.166,16. Siamo quindi andati ben oltre la disponibilità. Abbiamo finanziato le prime 166 aziende, ma stiamo già predisponendo uno scorrimento della graduatoria, grazie ad economie su altre misure del Psr". Ad essersi dimostrati più attivi sul fronte prevenzione, proprio gli agricoltori di Ravenna: "Su 234 domande ammissibili, 123 sono dalla provincia di Ravenna", ha aggiunto  la dirigente.

 

Gelate tardive che si ripetono nel tempo, rischio che cresce per gli agricoltori, in un clima di costi di gestione aziendali già in salita, ma rischio che cresce anche per le compagnie assicurative con conseguente aumento delle tariffe: difficile trovare una soluzione.

 

Nel 2023 entra in funzione il nuovo Fondo di Mutualità Nazionale Contro i Rischi Catastrofali, costituito con risorse prelevate dal Primo Pilastro Pac. Con questo nuovo Fondo, in pratica, tutte le aziende agricole che percepiscono fondi Pac avranno una copertura per gelo e brina, siccità e alluvione. "Mi auguro - ha detto ancora Umberto Guidoni di Ania - che l'intervento con il Fondo avvenga seguendo logiche assicurative. L'agricoltore assicurato per esempio potrebbe avere degli incentivi sul Fondo. Quest'anno ci sarà la sperimentazione, il Fondo parte dal 2023, ma se si seguiranno logiche assicurative allora ci sarà modo anche di diffondere la cultura di gestione del rischio e di aumentare la base degli assicurati. Ciò consentirebbe il rientro delle compagnie riassicurative e di abbassare i premi. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo in un confronto con Ismea che, come si sa, gestirà il Fondo Nazionale".

 

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Con l'arrivo del Fondo nel 2023 le cose potrebbero migliorare ma, a detta degli addetti ai lavori, l'unica possibilità di uscirne è un giusto mix fra gestione del rischio attiva e passiva. La pensa così anche Giuseppina Felice, dirigente della Dg Agricoltura della Regione Emilia Romagna: "I risarcimenti in sé non sono la soluzione, bisogna lavorare sull'adattamento ai cambiamenti climatici, bisogna fare in modo di adottare sistemi di prevenzione dei danni da gelate primaverili, non possiamo inseguire i danni con un risarcimento. D'altra parte lo scopo degli agricoltori non è percepire i risarcimenti, il loro scopo è coltivare e trarre reddito dall'azienda agricola. Il risarcimento deve essere l'ultima ratio".