Un altro passo avanti. Il Ministero delle Politiche Agricole ha presentato alla Commissione Europea di Bruxelles il Piano Strategico Nazionale (Psn) per l'attuazione e il coordinamento dei programmi della Pac 2023-2027, dopo che il ministro Stefano Patuanelli lo aveva illustrato nei giorni scorsi a tutte le parti coinvolte e, infine, al Tavolo del Partenariato.

Ora la palla spetta alla Commissione Agricoltura dell'Unione Europea, che dovrà esprimersi e valutare nei prossimi mesi se il Psn elaborato dal Mipaaf - sul quale si sono confrontati i vari stakeholder nazionali a partire dallo scorso settembre - avrà rispettato le macro indicazioni guida dell'Europa o se, invece, saranno necessari aggiustamenti per la sua applicazione.

È la prima volta che viene concessa alla Pac questa flessibilità, seppure appunto le linee di base fossero state codificate da Bruxelles, con l'obiettivo preciso di consentire di dare risposte efficaci alle diverse realtà agricole che, dalla Svezia all'Italia e dal Portogallo alla Bulgaria, presentano naturalmente differenze in taluni casi trascurabili e in altri davvero macroscopiche.

Il Psn cerca di declinare una strategia unitaria, avvalendosi - recita un comunicato del Mipaaf - dei diversi strumenti a disposizione, a partire dai pagamenti diretti e dalle Organizzazioni Comuni di Mercato, allo sviluppo rurale e al Pnrr. La riforma, cifre alla mano, vale circa 5 miliardi di euro all'anno e sostiene uno dei modelli agricoli in grado di assicurare un valore aggiunto fra i più alti d'Europa.


Sostenibilità e ambiente in primo piano

Il Piano Strategico Nazionale cerca di potenziare la competitività del sistema in ottica sostenibile, rafforzare la resilienza e la vitalità dei territori rurali, promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, sostenendo la capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e ottimizzare il sistema di governance.

Il Psn, che nella sua struttura testuale di oltre 1.500 pagine non sembra stabilire la ripartizione tra le regioni dei fondi per lo sviluppo rurale, prevede uno stanziamento di circa 10 miliardi di euro tra Primo e Secondo Pilastro per interventi ambientali.
In particolare, ai cinque ecoschemi nazionali sarà destinato il 25% delle risorse degli aiuti diretti, che sosterranno le aziende nell'adozione di pratiche agroecologiche per la sostenibilità climatico ambientale.

Gli ecoschemi, più specificatamente, opereranno in sinergia con 26 interventi agroclimaticoambientali contenuti nel Secondo Pilastro (lo sviluppo rurale), con una dotazione di circa 1,5 miliardi di euro con gli interventi a favore della forestazione sostenibile (500 milioni di euro), con una serie di investimenti produttivi, non produttivi e infrastrutturali a finalità ambientale (650 milioni di euro), con le azioni ambientali previste nelle Organizzazioni Comuni di Mercato e gli investimenti ambientali del Pnrr.


Fari puntati su biologico e benessere animale

All'agricoltura biologica, modello sul quale la Commissione Europea sta spingendo come strumento vincente per ridurre le emissioni ambientali e attuare un'agricoltura più sostenibile e più resiliente, il Mipaaf nel Psn destina 2,5 miliardi di euro.
Per il miglioramento delle condizioni di benessere animale e il contrasto del fenomeno dell'antimicrobico resistenza, in attuazione della Strategia Farm to Fork, viene stabilita una dotazione di 1,8 miliardi di euro. A questo obiettivo concorrono sia gli ecoschemi del Primo Pilastro, sia gli interventi contenuti nello sviluppo rurale e nel Pnrr.


Un reddito più equo

Il Psn definisce un sistema di aiuti al reddito più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l'intero territorio nazionale, determina un sensibile riequilibrio nell'allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, scrive il Mipaaf, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito con particolare attenzione sulle aziende medio piccole.


Gestione del rischio e competitività delle filiere: le novità

Fari puntati sui comparti produttivi con maggiori difficoltà, al fine di tenere conto delle sfide che alcuni settori devono affrontare, allo scopo di migliorare la qualità, la competitività e la sostenibilità dei vari processi produttivi.
In quest'ottica saranno stanziati circa 70 milioni di euro all'anno per sostenere il Piano Proteine Vegetali, con l'obiettivo di ridurre il livello di dipendenza dell'Italia dall'estero e conseguire un miglioramento della sostanza organica nel suolo.

3 miliardi di euro confluiranno sui nuovi strumenti di gestione del rischio, in modo da garantire una più ampia partecipazione degli agricoltori agli strumenti messi a disposizione per far fronte alle crescenti avversità climatiche di carattere catastrofale. E, in particolare, al già collaudato strumento delle assicurazioni agevolate, si affianca il nuovo Fondo di Mutualizzazione Nazionale, cui concorrono anche gli agricoltori attraverso una trattenuta del 3% dei pagamenti diretti.


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Il Psn si pone anche l'obiettivo di rafforzare la competitività delle filiere e migliorare il posizionamento degli agricoltori lungo la catena del valore, con strumenti destinati a una maggiore integrazione dei diversi attori, dalla gestione dell'offerta all'ammodernamento delle strutture produttive. A questo obiettivo concorrono, in particolare, gli interventi settoriali dedicati ai settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo.


Giovani e competitività, parole chiave per il futuro

Il Piano Strategico Nazionale prevede di potenziare le politiche in favore dei giovani, integrando gli strumenti del Primo e del Secondo Pilastro della Pac, così da mobilitare complessivamente 1.250 milioni di euro.

In linea con gli obiettivi di condizionalità sociale e per garantire una maggiore equità e sicurezza nelle condizioni di lavoro saranno rafforzati i servizi di consulenza aziendale e si punterà a garantire una nuova attenzione alle aree rurali, a rafforzare e promuovere il legame dei prodotti alimentari con il territorio, i paesaggi tradizionali, il patrimonio naturale e culturale.

Fra i capitoli progettuali sui quali il Mipaaf pone una rinnovata attenzione vi è anche l'incentivazione alla diffusione della gestione forestale sostenibile, da perseguire attraverso gli strumenti della pianificazione forestale, ma anche prevedendo il sostegno a tutti gli interventi in grado di migliorare la prevenzione dai danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi.

Promozione della competitività e della sostenibilità anche grazie al Sistema della Conoscenza (Akis), così da diffondere le tecniche produttive più sostenibili e innovative, introdurre nuove tecnologie, proporre strumenti più efficaci e favorire maggiore integrazione tra consulenza, formazione, informazione e gruppi operativi per l'innovazione.

Gli investimenti previsti - informa la nota del Mipaaf - permetteranno quindi di contribuire a raggiungere nel 2027 una maggiore sicurezza e qualità alimentare a lungo termine, un maggiore livello di competitività delle aziende, una più efficiente valorizzazione delle risorse naturali, un riequilibrio del valore lungo le filiere agroalimentari, una minore emissione di gas serra, la salvaguardia della biodiversità, nuova occupazione per i giovani e per le aree marginali.