Il 2 dicembre scorso il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, è intervenuto in audizione, nelle Commissioni riunite Agricoltura di Senato e Camera, in merito al percorso di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alla definizione del Piano Strategico Nazionale nell'ambito della nuova Politica Agricola Comune. E da quel momento la reazione delle regioni del Sud sull'attuazione della Pac, i cui regolamenti sono in corso di pubblicazione, è iniziata a farsi sentire.

Sul tavolo c'è una torta da dividere che vale oltre 50 miliardi di euro per lo sviluppo e il sostegno del comparto primario nel quinquennio 2023-2027. Il budget complessivo è composto da 40 miliardi provenienti dal bilancio Ue e ulteriori 11 miliardi di cofinanziamento statale e regionale. Una cifra che per oltre 39,4 miliardi è puntata sul primo pilastro della Pac, che attualmente è oggetto di maggiore dibattito.


In particolare, l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, ha affidato il suo commento a un post pubblicato su Facebook e ripreso dal portale Psr Campania Comunica. E i toni sono quelli dell'attacco già utilizzati in occasione della spartizione delle risorse per il biennio di espansione 2021-2022 dei Programmi di Sviluppo Rurale.


Fondi di mutualizzazione verso obbligo a contrarre polizze assicurative

"Nella sua relazione - ha scritto Caputo nel post - il ministro ha sintetizzato i lavori di queste settimane fatti in Commissione Politiche Agricole (Organo della Conferenza Stato Regioni Ndr), soffermandosi, in particolare, su alcune tematiche tra cui il nuovo Fondo Mutualistico per la Gestione del Rischio in Agricoltura, annunciato come una grande innovazione. La gestione del Fondo, con un periodo transitorio di sperimentazione di un anno, sarà affidata all'Ismea. Impostato, a dire del ministro, secondo un modello americano, già sperimentato, non riscontra il mio consenso in quanto non accoglie le istanze a più riprese avanzate da me e da molti miei colleghi delle regioni del Centro Sud".

Patuanelli nel discorso alle Commissioni sui Fondi di Mutualizzazione, che con il cofinanziamento statale inserito nella Legge di Bilancio arriveranno a 650 milioni di euro all'anno sul periodo 2023-2027, peraltro aveva testualmente detto: "Credo che il dibattito che deve porsi nel 2022 sia se arrivare all'obbligatorietà dell'assicurazione. La dimostrazione di oggi è che ormai non c'è parte del Paese che non è soggetta al rischio catastrofale". Un'affermazione che si scontra con la dura realtà della frutticoltura e dell'orticoltura meridionale, dove spesso l'agricoltore non si assicura perché i ricavi attesi sono troppo bassi per pagare una polizza.


Pagamento redistribuivo, l'asticella che non c'è

Altro elemento di dibattito è il pagamento redistribuivo, nuovo per l'Italia, pensato per compensare le aziende più piccole in vista dalla convergenza e del taglio del valore dei pagamenti diretti e pari al 10% di questi ultimi: "Sulla questione redistribuzione - afferma l'assessore campano Caputo - il ministro annuncia a 10 gli ettari di riferimento da prendere a base del calcolo; quindi non più a 14, non riportando, in maniera puntuale, che la Commissione Politiche Agricole si è espressa a maggioranza (11 regioni su 21) per un modello a pagamento puro sui 14 ettari".

In pratica, secondo Caputo, con il voto della Commissione l'indicazione al Mipaaf è di dare il pagamento redistributivo della domanda unica - pari a circa 360 milioni di euro annui per l'Italia - a tutte le aziende agricole al di sotto dei 14 ettari. Le altre ne rimarrebbero ovviamente prive. Tale asticella sarebbe stata abbassata dal ministro a soli 10 ettari. Ma a ben vedere nel discorso di Patuanelli non sembrerebbe esserci un riferimento diretto a tale tetto, dato invece ancora da decidere non solo nell'entità, ma addirittura nel parametro da utilizzare: numero di beneficiari da raggiungere o tetto in ettari, opzione offerta dagli stessi regolamenti comunitari.


Pagamento di base, i titoli valgono 2.000 euro (o 1.000?)

Sulla questione della convergenza interna e del pagamento di base della domanda unica - il grosso dei pagamenti diretti - Caputo rileva dal discorso del ministro che si giungerà "All'85% al 2026, con stop loss al 30%: si conferma quanto approvato in Commissione, ma, arbitrariamente, si propone un valore del titolo Pac a 1.000 o 2.000 euro, ancora da decidere. Altro scivolone, visto che la Commissione Politiche Agricole ha approvato il valore del titolo Pac a 2.000 euro".

Si tratta di una materia delicata: i titoli Pac di alcune regioni del Sud, in particolare la Campania e la Puglia, hanno ancora un valore medio elevato derivante dal tabacco. Pertanto, ridefinendo valori via via più bassi dei titoli rispetto al valore storico, maggiore è l'effetto taglio sui pagamenti della convergenza all'85%, poiché tanto minore verrebbe ad essere l'effetto di bilanciamento dello stop loss (limite alla perdita) di valore a non più del 30% del valore ridefinito del titolo, che conviene tenere il più alto possibile per perdere il meno possibile.


Filiere, quelle del Sud non ci sono

"Resto quasi incredulo - sottolinea ancora l'assessore campano - nell'ascoltare che, secondo Patuanelli, gli assessori non devono guardare alle risorse destinate alle proprie regioni, ma alle filiere, citando solo la zootecnia, il riso e l'olio di oliva e disattendendo l'importanza strategica per l'agricoltura italiana di altre filiere da me sempre evidenziate come trainanti per il settore. Registro il tentativo di spostare il baricentro dell'attenzione dalle risorse alle filiere: operazione, mal riuscita, alla vigilia della discussione delle risorse da assegnare alle regioni sul Secondo Pilastro". Non le cita Caputo, ma importanti per la Campania ed il Sud sono le filiere dell'ortofrutta e del grano duro.
Su tanto vale la pena ricordare come in realtà Patuanelli nell'intervento, a proposito di filiere citi solo riso e barbabietole da zucchero, rinviando il capitolo olio di oliva all'apposita Ocm.


Ecoschemi, non è ancora tutto deciso

Ma l'assessore Caputo va all'attacco di Patuanelli anche sugli ecoschemi, pari al 25% del primo pilastro in Italia. "Considera già decisi - sottolinea l'assessore campano - ma mi risultano ancora in discussione, per giungere alla loro articolazione finale, l'ecoschema sulla zootecnia (integrato con riduzione antibiotici, benessere animale e biosicurezza degli allevamenti: modello ClassyFarm), quello sul riso, olio e api. Prevedo che arriveremo ai sette inizialmente ipotizzati".

In verità il ministro Patuanelli nel discorso alle Commissioni di Camera e Senato parla di sei ecoschemi "più rilevanti e su cui si sta concentrando la maggiore attenzione" e oltre alla zootecnia cita:

  • Premio per l'agricoltura biologica
  • Premio per la produzione integrata certificata
  • Pagamento per inerbimento delle colture permanenti
  • Pagamento per colture agroecologiche, come avvicendamenti cereali leguminose e colture a perdere di interesse apistico
  • Pagamento per la coltivazione di essenze floreali e specie mellifere, premio per le Ecological Focus Area.


Ad ogni buon conto, tranne gli ecoschemi dedicati alle api, questi al momento rappresentano un vero e proprio buco nero per l'agricoltura meridionale, perché nessuna delle ipotesi attualmente prese in esame sembra poter ragionevolmente compensare le ingenti perdite sul fronte della convergenza interna in alcune regioni, come Puglia e Campania. E questo vale soprattutto per quelle aziende che non rientreranno nel pagamento redistributivo.


Pagamenti accoppiati, solo per il Nord

Sul fronte del pagamento accoppiato, che sarà al massimo il 13% dei pagamenti diretti, Caputo lamenta che è stata "ascoltata la sola proposta del Veneto avanzata in Cpa: aumentiamo la percentuale per la zootecnia, il residuo alle altre filiere, ma sempre prima riso, barbabietola da zucchero, pomodoro da industria. Un ministro a trazione nordista!".

L'aumento del 2% del pagamento accoppiato ventilata dal ministro è quella massima ammissibile, per altro già riservata da Bruxelles alle sole colture proteiche: ma ovviamente sensibile di un indirizzo diverso da quello zootecnico.


Agricoltura eroica, giudizio sospeso

L'assessore campano ne ha anche per la misura in favore dell'agricoltura eroica. "Misura nazionale - ricorda Caputo - e se le regioni hanno zone di applicazione potranno essere Autorità di Gestione per un plafond che sarà loro assegnato. Ho ascoltato questa proposta, mai affrontata prima in nessun contesto politico: la ritengo, oltre che generica, difficilmente valutabile in questa fase".


Pnrr, l'agrisolare è ok

Caputo appare più favorevole invece alle misure presentate dal ministro sul Pnrr. Infatti sostiene il Parco Agrisolare. Si tratta di "1,5 miliardi di investimenti - prosegue l'assessore - come diversificazione del reddito degli agricoltori da installare solo su coperture, tettoie e fabbricati esistenti, quindi non c'è consumo suolo; è ipotesi sempre da me sostenuta e che accolgo con favore".


Pnrr, bene il sostegno all'olio d'oliva

"Nell'ambito delle risorse previste per il Pnrr - conclude l'assessore Caputo nel suo post - ho apprezzato i sostegni in conto capitale alla filiera agricola dell'olio d'oliva, per la meccanizzazione del settore, con la previsione di un primo bando entro marzo 2022 e un secondo bando entro marzo 2023. Ritengo, tuttavia, che la filiera dell'olio d'oliva non sia la sola a necessitare di investimenti per la meccanizzazione, ma che molte altre filiere vadano ammodernate e rese innovative per portare tutti i comparti agricoli verso un'agricoltura 4.0".