Nel Sud Ovest della Sardegna, sulla Costa delle miniere, la municipalità di Fluminimaggiore dà struttura e sostegno al progetto del "Giardino del Pino" che mette insieme il recupero di tradizioni forti e ancora vive tra gli abitanti, il recupero di un'area pubblica, fino a pochi mesi fa abbandonata, l'associazionismo, il volontariato, sia locale che proveniente da tutta Italia e le progettazioni visionarie della garden designer Paola Thiella.

Quando Sa Matta Manna De Su Cumpingiu (il grande albero di pino secolare) è schiantato, una ventosa mattina d'inverno del 2015, la popolazione di Fluminimaggiore ha pianto come fosse morto il patriarca della comunità.

E dall'incontro tra il sindaco di Fluminimaggiore Marco Corrias, e la garden designer vicentina Paola Thiella prende forma l'idea di recuperare l'area del pino, superficie di circa 1.000 m2 fuori dal centro abitato, sulla strada da e per il mare di Portixeddu, luogo di sosta, riposo e incontro, con un maestoso esemplare di Pinus pinea che, per almeno cinque secoli, è stato punto di riferimento per la gente del circondario.

Fluminimaggiore (Su) è un comune di 2.800 abitanti circa. Le miniere, un tempo traino dell'economia, oggi sono presenti nel territorio con i loro squarci nella roccia, le piste abbandonate e i ruderi di archeologia industriale esprimono la loro redditività esclusivamente con il turismo. Fluminimaggiore è anche una municipalità coraggiosa, determinata, ai limiti della testardaggine e come molti, in questa come in altre parti d'Italia, ha casse piccole e frequentemente incapaci di rispondere alle richieste di sostegno e sviluppo del territorio. Per finanziare i lavori si individua e si percorre la via della raccolta fondi (crowdfunding).


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Si produce un video che illustra il progetto che, veicolato dai social in Italia, inizia a raccogliere la somma che sarà totalmente destinata alle spese vive. La progettista regala alla cittadinanza il progetto, ricevendo il compenso esclusivamente per la direzione lavori.
Al reperimento delle risorse umane e tecniche necessarie, si provvede con il volontariato: locale, tramite l'associazione Rimettiamo Radici e su tutto il territorio nazionale facendo riferimento agli allievi ed ex allievi dei corsi di Progettazione di giardini naturali tenuti da Paola Thiella alla Scuola di Agraria del Parco di Monza, o tramite riviste specializzate (Gardenia/AamTerranuova).

L'associazione Rimettiamo Radici ha avuto, tra gli altri, anche il ruolo fondamentale di gestione dei fondi ottenuti con il progetto Volontariato e ambiente finanziato da Fondazione Sardegna e destinati ad acquisti di materiali, piante, fornitura dei pasti e copertura assicurativa dei volontari. L'associazione si è resa disponibile inoltre a fornire, assieme ad alcuni cittadini disponibili, gli alloggi per i volontari, guidare i volontari a conoscere luoghi e storie che caratterizzano e impreziosiscono il territorio.

Condizione fondamentale per tutti i volontari è la formazione, sia tecnico scientifica propria, che specifica sul progetto che si va a sviluppare: sono svolte dalla progettista diverse lezioni online per la presentazione e conoscenza del progetto a partire dal mese di gennaio 2021.

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D'ispirazione sono le tecniche di James Basson, giardiniere francese, e Olivier Filippi, entrambi con fortissima competenza sui giardini aridi a bassissima richiesta d'acqua. Le premesse ora esposte hanno naturalmente "selezionato" il gruppo di lavoro di persone provenienti da fuori Fluminimaggiore: giardinieri, periti agrari, agronomi, paesaggisti, architetti, studenti di diverse specializzazioni del campo del paesaggio provenienti da Veneto, Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, oltre al fondamentale contributo dei volontari di Rimettiamo Radici di Fluminimaggiore. Turni di due settimane, replicabili o riducibili a seconda delle possibilità personali e delle necessità dell'avanzamento lavori.

Il lavoro sarà riconosciuto a ciascuno volontario con conoscenze trasmesse, competenze acquisite, relazioni umane stabilite, cibo, mare, cielo splendidi. Si lavora durante il giorno e al pomeriggio sera una corsa al mare. In tempi di covid-19 questa esperienza è stata per tanti una vera rinascita.
Sei giorni di lavoro e uno di relax per conoscere questa parte dell'Isola aspra e bellissima.

La scelta floristica è gestita dalla progettista, le piante necessarie sono state in parte fornite gratuitamente dai vivai dell'ente regionale Forestas, in parte acquistate presso vivai locali, o donate da Rimettiamo Radici avendole coltivate con la finalità di arricchire il Giardino di piante del territorio. Le pietre, le ghiaie, nei diversi colori, sono recuperati o acquistati localmente. 

Un nuovo, giovane, Pinus pinea è stato piantato già nel dicembre 2020 (al solstizio di inverno).

Si è scelto, in accordo tra tutti, di piantare un individuo nato per seme in un vivaio sardo, rinunciando a alberi più grandi, ma reperibili fuori dalla Sardegna. La riconsegna del giardino è avvenuta il giorno del solstizio d'estate del 2021.

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21 giugno 2021 restituzione

(Fonte foto: Eleonora Miolo)


Immediata la costituzione di un ulteriore gruppo di volontari del territorio dedicati alla gestione del Giardino.

Reale, positiva, cospicua è stata la collaborazione tra amministrazione pubblica e cittadini singoli e organizzati in associazione (anche la parrocchia di Fluminimaggiore ha voluto contribuire a questa iniziativa) per il raggiungimento dell'obiettivo condiviso di recupero e restituzione di uno spazio storico e sociale di forte impatto emotivo. 
 
Sono qui elencati solo alcuni elementi fondanti un progetto ambizioso, rischioso, e tuttavia replicabile in altre realtà di piccoli comuni in perenne lotta con i bilanci, la volontà costituzionale di rispondere attivamente alle aspettative delle persone e la possibilità di mettere insieme patrimonio culturale, umano, paesaggistico.

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L'ingresso
(Fonte foto: Eleonora Miolo)



A cura di Chiara Berra, Delegazione Regione Lombardia, Associazione Pubblici Giardini


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