Il vino punta all'export

In tema di previsioni sul mondo del vino gli analisti prevedono che quando la pandemia sarà del tutto esaurita i consumi saranno superiori a quelli del periodo pre Covid.
E' quanto emerge dall'indagine "Iri per Vinitaly", che ha analizzato il comparto dei vini nella grande distribuzione organizzata, verificando il dettaglio delle vendite e le preferenze degli italiani, ipotizzando i futuri scenari del consumo.
I risultati di questa indagine sono presi in esame da Marco Frojo sulle pagine di "Affari e Finanza", il dorso di economia del quotidiano La Repubblica in edicola il 18 ottobre.
L'occasione per dibattere di questi temi è venuta dalla recente edizione speciale del Vinitaly, andata in scena dal 17 al 19 ottobre nel quartiere fieristico veronese.

L'autore di questa ricerca, Virgilio Romano, nel commentare i dati raccolti evidenzia che mentre nel 2020 a trainare la crescita sono stati soprattutto i vini, quest'anno il testimone è passato agli spumanti.
Questi ultimi nei primi nove mesi dell'anno hanno messo a segno un balzo in avanti del 58% rispetto al 2020 e addirittura del 253% rispetto al 2019.
Percentuali importanti, ma va ricordato che questi vini spumanti rappresentano però solo l'1,3% del mercato in valore e appena lo 0,9% in volume.
L'articolo si conclude ricordando l'importanza delle vendite online, nei discount e nei supermercati, dove la dinamica dei prezzi e delle promozioni assume una valenza molto importante in uno scenario di progressiva normalizzazione.


Macchine in mostra

Dal Vinitaly di Verona all'Eima di Bologna, in scena dal 20 al 23 ottobre per la sua 44esima edizione.
È il "Corriere Bologna" del 19 ottobre a offrire un'anticipazione su questa rassegna mondiale delle macchine, con la presenza di 1350 industrie espositrici, delle quali 350 estere, in rappresentanza di oltre 40 paesi.
Come scrive Alessandra Testa, che firma l'articolo, la manifestazione bolognese si apre in un momento particolarmente favorevole per il settore delle macchine agricole.

Secondo i dati di FederUnacoma, che organizza la rassegna bolognese, nei primi nove mesi dell'anno le immatricolazioni sono in crescita di oltre il 43% rispetto all'anno precedente.
Lo stesso presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti, sottolinea il favorevole momento che il settore sta incontrando sia sul mercato interno sia con la crescita delle esportazioni, grazie alle quali il settore dovrebbe raggiungere a fine anno i 14 miliardi di fatturato, con un aumento del 22,4% rispetto al 2020.


Ortofrutta, basta sconti

Dopo aver affrontato le tante difficoltà conseguenti ai cambiamenti climatici e alle emergenze fitosanitarie, il settore ortofrutticolo è ora alle prese con le pressioni della grande distribuzione organizzata, che insiste per effettuare sconti e promozioni.
È lo sfogo che Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza cooperative agroalimentari e presidente di Apo-Conerpo, affida alla penna di Francesco Moroni nell'intervista raccolta per "QN" del 20 ottobre.

Assecondare queste richieste è quanto mai difficile con i rincari delle materie prime, il caro energia e il caro plastica che si sono abbattute anche sul mondo della produzione ortofrutticola.
Un aumento dei costi che il settore non può reggere da solo e che andrebbe distribuito lungo tutta la filiera, dal campo allo scaffale. 
Gli fa eco Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, che sottolinea a sua volta come il settore si trovi a fare i conti anche con i rilevanti aumenti dei costi dei trasporti.

 

Farm to Fork, primo via libera

Con 452 voti a favore, 170 contrari e 76 e astenuti il Parlamento europeo ha approvato i contenuti della strategia Farm to Fork, che di qui al 2030 dovrebbe portarci a una forte riduzione nell'impiego degli agrofarmaci, dei fertilizzanti e degli antibiotici negli animali.
Lo si apprende dall'articolo a firma Micaela Cappellini pubblicato su "Il Sole 24 Ore" del 21 ottobre, dove si lamenta l'assenza di una valutazione da parte della Commissione europea sull'impatto economico di queste misure.
In compenso l'Europarlamento si è detto disponibile a prestare maggiore attenzione alle tecniche innovative, fra queste quelle genetiche non Ogm, aprendo così all'introduzione del genome editing.

Bocciata invece la proposta italiana con la quale si chiedeva che l'etichetta nutrizionale sui prodotti alimentari fosse facoltativa e legata al concetto di porzione.
In pratica l'Europarlamento si è espresso a favore della cosiddetta etichetta a semaforo, nei confronti della quale si è espresso criticamente anche il presidente del Consiglio Mario Draghi.
L'articolo si conclude ricordando le preoccupazioni che in assenza di adeguati correttivi potrebbero derivare dall'applicazione del Farm to Fork, in particolare per il settore zootecnico.

Il green delle multinazionali

L'agricoltura è chiamata a soddisfare le esigenze alimentari di un mondo sempre più popolato, ma si pretende che questo risultato sia raggiunto impattando sempre meno sull'ambiente.
Risultati che si vorrebbero ottenere con la carne costruita in laboratorio, il vino annacquato, le bistecche vegetali, o mettendo gli insetti nel piatto.
Uno scenario che rischia di destrutturare la dieta mediterranea. E' questa la preoccupazione sottolineata da Anna Maria Capparelli sulle pagine del "Quotidiano del Sud" in edicola il 22 ottobre.

Sotto le insegne del "green" si creano le opportunità per favorire lo sviluppo degli affari delle multinazionali e dei grandi interessi finanziari che stanno investendo sul "simil cibo".
Un'evoluzione che danneggerebbe in particolare l'Italia, dove l'agroalimentare offre enormi potenzialità di sviluppo per biodiversità, distintività e produttività.
L'agricoltura italiana, prosegue l'articolo, ha comunque imboccato con decisione la strada di una produzione agricola sostenibile, spingendo sulla rivoluzione digitale e introducendo tutte le innovazioni tecniche a disposizione.
Fondamentali a questo proposito le nuove frontiere che la ricerca ha messo a disposizione sulle opportunità offerte dalle Tea, tecnologie di evoluzione assistita, grazie alle quali è possibile agevolare i processi naturali di evoluzione delle piante.


Di fiera in fiera

Dopo le tante occasioni andate perse a causa della pandemia, il mondo fieristico tenta il recupero e nelle ultime settimane è un proliferare di incontri fieristici.
Così nel quartiere fieristico milanese vanno in onda in contemporanea tre manifestazioni dedicate all'agroalimentare, Tuttofood, Host (salone dedicato all'ospitalità professionale) e Meat Tech, una fiera quest'ultima che si occupa delle tecnologie legate al mondo della carne.
Come racconta Enrico Netti sulle pagine de "Il Sole 24 Ore" del 23 ottobre, nei 16 padiglioni della fiera di Milano sono presenti per queste tre manifestazioni più di 2300 aziende, con il meglio della produzione made in Italy, alle quali si aggiungono oltre 1000 top buyer internazionali provenienti da 40 diversi paesi.

Una presenza importante quest'ultima visto l'obiettivo di portare a 100 miliardi di euro l'export agroalimentare italiano entro i prossimi 10 anni, raddoppiando il record attuale.
Per raggiungere questo risultato, afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, è necessario che il mondo agroalimentare riesca a fare il sistema.
Funzionale a questo obiettivo è la partnership siglata in questi giorni fra Filiere Italia e Tuttofood per realizzare a Milano un vero e proprio hub dell'agroalimentare.


Chi frena il vino

Il mondo del vino, si è detto aprendo questa carrellata sui quotidiani in edicola nell'ultima settimana, sta vivendo sul fronte dell'export una congiuntura favorevole.
Lo ha confermato anche l'edizione speciale del Vinitaly di Verona. Tutto bene dunque? Non proprio, scrive Andrea Zaghi dalle pagine di "Avvenire" del 25 ottobre.
Colpa in gran parte del vertiginoso aumento dei costi, a partire da quello dell'energia e poi dei prezzi delle materie prime, come lo zucchero, che è cresciuto del 30%, la carta che arriva a costare anche il 40% in più e il vetro, aumentato del 10%.

A lanciare l'allarme è Federvini, l'organizzazione di riferimento dei principali produttori e importatori, che lamenta inoltre l'aumento dei costi dei trasporti.
I noli di container tra l'Europa e l'Asia registrano aumenti anche del 600% con picchi nelle ultime settimane del 2000%.
Federvini, ricorda l'articolo, lamenta poi sul piano nazionale la carenza di infrastrutture viarie e i ritardi nell'innovazione a causa della mancanza di reti digitali adeguate.
Un insieme di difficoltà che sta mettendo in forse le opportunità di ripresa e rilancio del settore vitivinicolo italiano.


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"

Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.

Questo articolo fa parte delle collezioni: