In mattinata di ieri, 21 ottobre 2021, l'Associazione tra i Consorzi di Bonifica Anbi ha rilanciato l'allarme siccità, questa volta con particolare enfasi sulle regioni centromeridionali, sottolineando l'esigenza di dare il via al Piano Invasi e al recupero di capacità invasabile nelle regioni meridionali. Nel pomeriggio indiretta risposta del Ministero alle Politiche Agricole: è ad un punto di svolta il processo di assegnazione ai consorzi di bonifica delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza per le risorse irrigue. E sarà garantita la riserva del 40% di fondi per il Sud.

Anbi, non piove più al Centro Sud

Le "bombe d'acqua" non bastano a dissetare il Centro Sud Italia, dove da mesi non sta piovendo più in maniera utile su Umbria, Abruzzo e Puglia: lo segnalano i dati raccolti nel report settimanale dell'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la tutela del territorio e delle Acque Irrigue. Tanto è vero che in settembre sull'Umbria sono mediamente caduti solo mm. 21,6 di pioggia (mm. 24,1 in agosto), scendendo addirittura a mm. 4,75 nelle zone meridionali della regione; solo 12 mesi fa erano piovuti ben mm. 101,53.

Peggio ancora va in Abruzzo, i cui pluviometri superano il -90% dopo il -73% di agosto e l'invaso di Penne segna la peggiore performance dal 2017 (a settembre erano trattenuti solo 0,59 milioni di metri cubi d'acqua).

Dati pluviometrici negativi nel mese di agosto anche per le Marche (dal -50% di Montemonaco a -67,3% di Carpegna) con evidenti conseguenze negative sulle portate dei corsi d'acqua, tornati in calo, seppur in vantaggio sul 2019.

In Puglia, nei primi otto mesi dell'anno si registrano pesanti deficit pluviometrici con generalizzate caratteristiche di "severa siccità", che sfociano in "siccità estrema" nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, toccando anche quelle di Brindisi e Taranto fino a sconfinare in buona parte della Basilicata, stando ai dati del Centro Meteo Puglia.

Nel Lazio, il lago di Bracciano è in calo (-11 centimetri), così come i fiumi Liri e Sacco. In Campania, su base settimanale, i livelli idrometrici dei fiumi Garigliano, Volturno e Sarno risultano in diminuzione, mentre stabile è il Sele, unico superiore alla media del recente quadriennio; i volumi del lago di Conza e degli invasi del Cilento sono in ulteriore calo.

In Basilicata, toccata da una tardiva siccità, gli invasi calano di quasi 10 milioni di metri cubi in una settimana; lo scorso anno, dopo una persistente assenza di piogge estive, la decrescita era stata di solo 1 milione e mezzo di metri cubi in questo periodo.

Nella confinante e siccitosa Puglia, questa settimana l'acqua nei bacini registra -1,5 milioni di metri cubi, mentre quelli sardi segnano il terzo peggior risultato dal 2010 dopo i disastrosi 2016 e 2017 (al 30 settembre 2021 trattenevano 1039,79 milioni di metri cubi).

"Questi dati confermano la necessità di un Piano Nazionale Invasi, multifunzionali e perlopiù medio piccoli sul modello dei 1000 laghetti proposti con Coldiretti per incrementare la percentuale di acque di pioggia trattenute sul territorio e oggi ferma all'11%
- indica Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi -. Accanto a nuove realizzazioni, bisogna portare a termine le opere incompiute e manutenere i tanti bacini, che hanno la capacità ridotta dal progressivo interrimento".

"Scendendo nel dettaglio - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - il nostro Piano di efficientamento della rete idraulica del paese prevede, al Sud, il disinterrimento di 45 invasi ed il completamento di altri sei, garantendo quasi 2.700 posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa 536 milioni di euro; per quanto riguarda il Centro Italia, sono previsti 36 progetti definitivi per il disinterrimento di altrettanti invasi ed il completamento di altri sei bacini per un investimento complessivo di circa 186 milioni di euro capaci di attivare oltre 900 posti di lavoro".

Mipaaf, presto le risorse del Pnrr

È entrato nel vivo il percorso per l'assegnazione dei fondi del Pnrr ai Progetti Strategici del Settore Irriguo risultati ammissibili alla selezione dello scorso 30 settembre.
Ora, su tutti quelli collocati in posizione utile al finanziamento, saranno effettuati i controlli amministrativi per la verifica dell'effettiva sussistenza delle condizioni di ammissibilità e della presenza delle autorizzazioni necessarie che, in caso di esito negativo, condurrà all'immediata esclusione dall'elenco dei progetti ammissibili al finanziamento.

È quanto emerge dall'informativa presentata ieri, 21 ottobre 2021, dal Mipaaf alla Conferenza Stato-Regioni, durante la quale è stato ribadito che i criteri di ammissibilità sono stati gli stessi utilizzati in tutte le programmazioni a carico dei fondi nazionali, comunitari e di quelli dello sviluppo e della coesione ai quali ne sono stati aggiunti altri, non negoziabili, in quanto previsti dal Pnrr e riconducibili a condizioni di ammissibilità derivanti dalle norme comunitarie.

Oltre agli oltre 880 milioni di euro, stanziati agli enti irrigui per investimenti in progetti di qualità e immediata cantierabilità, il Mipaaf ha messo a disposizione 440 milioni di euro aggiuntivi della Legge di Bilancio, per un ulteriore processo selettivo dove potranno trovare finanziamento alcuni dei progetti esclusi dalla prima selezione, sempre che vengano risolte le criticità che ne hanno impedito il finanziamento con le risorse del Pnrr. Nulla si potrà fare per quelle domande bocciate per errori sostanziali di progettazione.

Il Ministero delle Politiche Agricole inoltre terrà conto di quanto stabilito dal Decreto Semplificazioni bis e che ha previsto che, in sede di definizione delle procedure di attuazione degli interventi del Pnrr, almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente, sia destinato alle regioni del Mezzogiorno.