Tempi duri per l'olivicoltura e il settore oleario italiano: non solo per i prezzi dell'extravergine di olive all'ingrosso che non decollano, nonostante i cali delle giacenze, ma anche per altre innumerevoli insidie. Al netto della Xylella fastidiosa - che allunga la sua ombra tenebrosa non solo sul settore olivicolo, ma anche su quelli vivaistico, frutticolo e forestale - restano altri due grandi nodi da sciogliere: quello delle frodi in commercio e della nuova Politica Agricola Comune, che rischia con i tagli sul primo pilastro di penalizzare molto proprio il settore olivicolo. Contromisure possibili? Ce ne sono per tutti i gusti.

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Unaprol, documenti di viaggio tracciabili per olive e olio

Per garantire la filiera della qualità dell'olivicoltura italiana ed evitare frodi e contraffazioni occorre eliminare l'utilizzo delle bolle cartacee per i trasporti fuori territorio di olio e olive da sostituire con documenti telematici e controllo incrociato tra registrazioni sul Sian e fascicolo aziendale. È la proposta di Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, che torna a chiedere con forza al Governo un intervento per implementare e migliorare il sistema di controlli e la tracciabilità dei trasporti di olive e olio nel nostro paese.
Ogni anno si registrano diverse movimentazioni di prodotto verso i territori con difficoltà produttive.

I carichi di olive e olio, però, viaggiano per centinaia di chilometri con semplici bolle cartacee di accompagnamento e, senza controlli delle autorità competenti sulle strade, possono diventare facile preda dei pochi operatori disonesti della filiera, che utilizzano questa falla per dare vita a frodi e contraffazioni dannosi per il mercato del made in Italy. Basterebbe strappare quel pezzo di carta, infatti, per far sì ad esempio che un carico di olive italiane, non controllato lungo il tragitto e pagato in contanti all'arrivo, non sia mai esistito.

"Nel 2021 non si può continuare a far viaggiare per centinaia di chilometri carichi di olio e olive con bolle cartacee di accompagnamento, serve migliorare il sistema di tracciabilità dei trasporti con documenti amministrativi telematici e controllo incrociato tra registrazioni sul Sian e fascicolo aziendale, per evitare che pochi disonesti possano rovinare il lavoro di migliaia di produttori e aziende oneste"
, spiega il presidente di Unaprol, David Granieri.

"Chiediamo al Governo d'incrementare i controlli e d'intervenire rapidamente, eliminando qualsiasi comunicazione su carta e dematerializzando questo processo
- continua il presidente Granieri -. Trasparenza e tracciabilità sono fondamentali per garantire il lavoro dei produttori onesti e i consumatori".


Confagricoltura Puglia, nuova Pac penalizza olivicoltura

Ma se per le frodi forse basta un pizzico d'ingegno e l'utilizzo spinto della tecnologia, sembra con poche vie d'uscita la strettoia creata dalla nuova Pac. Per il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro, "se la Pac passasse così com'è, con un 15% di trasferimenti in meno rispetto al periodo 2014-2020, in Puglia sarebbero a serio rischio non solo le aziende ma una parte dei 900mila posti di lavoro del comparto agroalimentare". L'affermazione è a commento della recente seduta d'insediamento del tavolo regionale per esaminare la Pac, convocato dall'assessore all'Agricoltura pugliese Donato Pentassuglia tra le forti preoccupazioni per gli agricoltori pugliesi.

Con la nuova Pac per l'agricoltura italiana la riduzione totale prevista dei trasferimenti ammonta, fino al 2027, a 6,2 miliardi di euro, il 15% in meno sul periodo precedente 2014-2020, una riduzione che andrebbe a ricadere su tutte le regioni.

"Partendo da questo dato, è impossibile sostenere le prossime sfide per l'agroalimentare pugliese con una politica che invece d'investire sulla nostra agricoltura disinveste, taglia. E tra queste sfide c'è far uscire il Salento dal dramma economico provocato dalla Xylella"
taglia corto Lazzàro.

Per poter essere competitivi - evidenzia Confagricoltura Puglia - abbiamo bisogno di risorse economiche per incentivare lavoro e sviluppo tecnologico. Se venissero meno delle risorse, molte aziende sarebbero costrette a chiudere o ridurre fortemente il personale impiegato".

La Puglia è la regione italiana nella quale si assume più manodopera agricola, l'8,22% del totale di tutto il paese. Il settore impiega nella regione oltre 882mila lavoratori agricoli e le giornate agricole nell'olivicoltura occupano 90mila lavoratori a tempo pieno.

"La nuova Pac così com'è strutturata va a penalizzare le aziende più competitive, che hanno fatto investimenti e danno soprattutto lavoro. Questo è inaccettabile e abbiamo chiesto all'assessore Pentassuglia di rigettare in toto questa impostazione"
conclude la nota di Confagricoltura Puglia. Difficile capire come finirà la vulgata italiana della Pac, certo è che la strada appare sin d'ora in salita, proprio per il settore olivicolo.