L'olio extravergine di oliva mantiene ieri,19 ottobre 2021, la sua stabilità a Bari in Borsa Merci, mentre i prezzi all'origine - rilevati da Ismea - denotano un rialzo ulteriore dei valori in Sicilia, dove non sono mai calati durante la campagna commerciale ormai al termine, una ripresa dei prezzi calabresi, mentre il mercato appare ancora fiacco in Puglia. Il tutto mentre le giacenze al 30 settembre continuano a scendere e sono più basse di un anno fa del 18%. I rialzi di Sicilia e Calabria sono legati anche all'arrivo del primo olio nuovo da poco prodotto. Da novembre sarà possibile apprezzare il primo prezzo dell'olio evo campagna 2021-2022.

 

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Borsa Merci di Bari, prezzi fermi per l'evo

Ieri, 19 ottobre 2021, la Commissione Olio della Borsa Merci di Bari ha quotato l'olio extravergine di oliva con acidità massima titolata in acido oleico dello 0,4%, fissandolo a 4,10 euro al chilogrammo sui minimi e a 4,30 euro sui massimi, registrando stabilità sulla precedente seduta: tali quotazioni sono stabili dal 31 agosto, quando si era invece registrato un calo di 0,10 euro rispetto alla seduta del 24 agosto scorso.

Tra il 29 giugno e il 31 agosto scorsi, l'Evo sulla piazza di Bari aveva messo a segno perdite per 0,60 euro di valore, dopo che la stabilità di prezzo era stata elemento caratterizzante del periodo dal 15 dicembre 2020 al 22 giugno 2021 sui valori di 4,70-4,90 euro al chilo.

La Commissione Olio ha rilevato i prezzi per l'olio extravergine biologico - pure stabile sulla precedente seduta - a 4,50 euro al chilogrammo sui minimi e 4,70 euro sui massimi e sulle sedute precedenti. Il 31 agosto Il biologico aveva accusato una perdita sulla precedente seduta di 0,20 euro al chilo, mentre tra il 29 giugno e il 31 agosto 2021 aveva perso 0,60 euro di valore sia sui minimi che sui massimi, chiudendo la fase di stabilità iniziata il 13 aprile scorso sulla forchetta di valori 5,10-5,30 euro al chilo.

 

Giacenze di evo in picchiata

Le giacenze di olio extravergine di oliva sul territorio nazionale al 30 settembre 2021 sono paria a 150.519 tonnellate, secondo Frantoio Italia numero 8, recentemente pubblicato. E registrano - su luglio - la quinta diminuzione consecutiva (-21,66%, -10,83% in media al mese), quando si erano attestate a 192.137 tonnellate, in lieve accelerazione su luglio, quando erano calate rispetto a giugno del 9,67%.

La diminuzione complessiva delle giacenze del bimestre agosto - settembre - pari a 41.618 tonnellate - è stata determinata per oltre la metà dalla riduzione delle scorte di evo di produzione nazionale per 23.415 tonnellate, calate dalle 88.270 tonnellate del 31 luglio scorso alle 64.855 tonnellate del 30 settembre 2021 (-26,52%). A tanto si è sommata una flessione delle giacenze di Evo d'importazione Ue (-18%) per 16.037 tonnellate. Si sono ridotte anche le giacenze di olio evo extracomunitario (-15,67%) per 1.344 tonnellate e quelle di olio evo blend (-13,27%) per 833 tonnellate. Pure a fronte di questo scenario, e nonostante le giacenze di fine settembre 2021 siano inferiori del 18,6% rispetto a quelle del 30 settembre 2020, i prezzi all'ingrosso permangono fermi. Mentre i prezzi all'origine iniziano a dimostrarsi reattivi, in conseguenza dell'arrivo dell'olio nuovo sui mercati più meridionali.

Prezzi all'origine, aumenti in Calabria e Sicilia

Ecco i prezzi medi all'origine per piazza dell'olio extravergine di olive monitorati da AgroNotizie ieri sul sito di Ismea e rilevati franco azienda e iva esclusa dall'istituto tra l'11 e il 19 ottobre in un raffronto con quelli rilevati tra il 30 agosto e il 7 settembre scorsi e pubblicati su AgroNotizie l'8 settembre 2021. Le ulteriori valutazioni espresse sull'andamento dei prezzi sono da considerarsi di fine campagna commerciale.

In Sicilia a Palermo il 19 ottobre l'Evo da produttore spunta un prezzo medio di 5,10 euro al chilogrammo, stabile sulla settimana precedente, in rialzo di 0,20 euro sul 7 settembre scorso (+4,1%): i valori su questa piazza non erano mai calati mantenendosi sempre a 4,90 dal 2 febbraio 2021 ai primi di settembre. Trapani il 19 ottobre segnala un prezzo di 5,40 euro al chilo in rialzo del 10,2% sulla settimana precedente e dell'1,20% sul 7 settembre. Anche questa piazza si era mantenuta stabile su 4,90 euro dal 2 febbraio ai primi di settembre.

In Calabria i valori sono decisamente in recupero, dopo mesi di cali e il 14 ottobre scorso, per l'Evo da produttore le piazze di Cosenza, Rossano Calabro, Lamezia Terme e Catanzaro segnano un prezzo medio di 4,40 euro al chilogrammo, in aumento sulla settimana precedente del 20,5%. Sui prezzi rilevati il 2 settembre il recupero è del 22,3%, mentre resta la perdita sui valori massimi di campagna commerciale - 4,85 euro registrati tra marzo e maggio scorsi - pari al 9,3%.

La Puglia vede una situazione molto complessa all'insegna della più recente compressione dei buoni prezzi conseguiti durante l'anno. Il 14 ottobre scorso Ismea ha rilevato a Foggia un prezzo medio di 3,98 euro al chilogrammo, in calo dell'1,6% rispetto alla settimana precedente. Tale valore è minore dell'1,5% rispetto ai 4,04 euro rilevati il 2 settembre scorso. A Foggia, l'evo da produttore ha perso sul 18 febbraio, quando era ancora rilevato a 4,60 euro al chilogrammo, 0,62 euro al chilo (-13,47%).

A Bari il prezzo medio dell'extravergine rilevato da Ismea l'11 ottobre è pari a 4,20 euro al chilogrammo, stabile sulla settimana precedente. In realtà, l'evo da produttore perde 0,10 euro al chilo sui 4,30 euro registrati il 30 agosto e rispetto ai 4,80 euro del 15 febbraio il calo è di ben 0,60 euro (-12,5%).

Situazione piuttosto dura sulle piazze del Salento - tutte rilevate da Ismea il 14 ottobre e tutte con un calo del 2,7% sulla settimana precedente. Brindisi, con un prezzo medio da produttore di 3,60 euro al chilogrammo perde 0,30 euro al chilo sui 3,90 euro del 2 settembre (-7,7%). E sui massimi di campagna - 4,40 euro registrati tra 15 aprile e fine giugno - il calo di 0,80 euro è pari al 18%.

Lecce e Taranto - con un prezzo medio da produttore di 3,65 euro al chilogrammo - sono in calo di 0,35 euro al chilo sul 2 settembre scorso (-8,75%) quando era attestato a 4,0 euro al chilo. Rispetto al valore di metà febbraio - 4,45 euro al chilo - ripreso poi dal 15 aprile fino a giugno, si registra una flessione di 0,80 euro al chilo (-18%).