Il green pass è ormai dietro l'angolo; è uno strumento di difesa, ma è difficile da gestire, anche in agricoltura. Nel settore agricolo ben 400mila lavoratori stanno animando le campagne per provvedere alla vendemmia, alla raccolta delle mele e a quella delle olive. Coldiretti stima che circa 100mila di essi, vale a dire il 25%, non siano ancora vaccinati. L'entrata in vigore dell'obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro scatta domani, 15 ottobre 2021.

Circa 20 milioni di lavoratori italiani, siano essi dipendenti pubblici, privati o autonomi, dovranno adeguarsi al dettato di legge, e la campagna non farà eccezione: non faranno eccezione i lavoratori impegnati nel settore agricolo. L'obbligo scatterà anche per loro. La criticità della situazione è, allora, lampante e può mettere seriamente a rischio l'esito dei raccolti. Il reddito di molte aziende agricole potrebbe subire un forte contraccolpo. I frutti della terra, infatti, non si attengono a protocolli comportamentali, non attendono la conclusione di iter burocratici o sanitari, giungono a maturazione e si offrono alla raccolta. Lo stato attuale delle cose potrebbe determinare un decremento della forza lavoro in un momento in cui andrebbe, invece, potenziata. Tutto il comparto si interroga, allora, sulle possibili soluzioni.

Per capire come fare a rispettare l'obbligo del green pass senza inciampare nell'errore, nei giorni scorsi sono arrivati i dpcm firmati dal presidente Mario Draghi, che integrano il decreto legge che ha esteso l'obbligo di green pass a tutti i lavoratori pubblici e privati e definiscono le regole con le quali sarà necessario prendere confidenza. Aiutano, ma non bastano a dirimere alcune situazioni di fatto assai complicate.

Dal comparto agricolo, allora, arrivano richieste e suggerimenti di modifiche funzionali al settore. Per sciogliere qualche nodo e correre ai ripari, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini afferma che "per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante intervenire per facilitare l'accesso al lavoro di quanti sono in regola". L'urgenza detta l'ordine delle richieste. In questo senso si auspicano, in primo luogo, la semplificazione e la velocizzazione delle operazioni di controllo, rendendo disponibili alle aziende celermente i dati di chi è in regola con il green pass. Per garantire l'adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti si richiede, inoltre, l'introduzione di strumenti flessibili, concordati con i sindacati, per fare in modo che i percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani possano collaborare temporaneamente alle attività nei campi.

Poi, Coldiretti sottolinea la necessità di prorogare i permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia e di pubblicare il decreto Flussi 2021. L'associazione in particolare - che ha contribuito attivamente alla campagna vaccinale con hub aperti nelle cantine, nelle aziende agricole, nei piccoli borghi e nelle comunità dei lavoratori immigrati - ha evidenziato che con appena lo 0,3% degli infortuni da covid-19, il settore dell'agricoltura è il più sicuro grazie all'attività all'aperto e alla possibilità di mantenere le distanze anti contagio. Questo dato non può esimere dal rispetto delle regole ma può certamente aiutare a comprendere quale sia il livello di rischio in un settore in cui il lavoro en plein air la fa da padrone.