L'agricoltura sta vivendo una grande rivoluzione. La parola d'ordine è sostenibilità. La chiedono i consumatori e la chiede l'Europa, ma con la strategia From Farm to Fork gli agricoltori saranno in grado oggi di produrre cibo sano, sicuro e a buon mercato per una popolazione in aumento? Di questo si è discusso durante un evento dal titolo "La nuova stagione dell'agricoltura europea" che si è tenuto nell'ambito del Mantova Food&Science Festival 2021.

Un momento di confronto, talvolta anche franco, che Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta, ha voluto aprire con l'auspicio che attraverso il dibattito tra le parti si possano raccogliere idee da portare al tavolo di chi oggi è chiamato a guidare la transizione ecologica. Una transizione che, come ricordato da Vanelli, deve essere sì sostenibile per l'ambiente, ma anche per i bilanci delle aziende agricole e per il tessuto sociale che caratterizza le nostre campagne.

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Farm to Fork, obiettivi ambiziosi per una agricoltura sostenibile

A delineare gli obiettivi del Green Deal e della Strategia From Farm to Fork ci ha pensato Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, che ha ricordato come l'11 dicembre 2019 la neoeletta presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, abbia lanciato il Green Deal con l’obiettivo di portare l'Unione Europea a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

 

Pochi mesi dopo, il 20 maggio 2020, in piena pandemia, Bruxelles ha pubblicato la strategia dedicata all'agricoltura, denominata From Farm to Fork, in cui si elencano una serie di ambiziosi obiettivi, tra cui:
  • Tagliare del 50% l'uso di agrofarmaci di sintesi entro 2030.
  • Tagliare l'impiego dei fertilizzanti del 20% entro il 2030.
  • Ridurre del 50% il consumo di farmaci antibiotici negli allevamenti.
  • Raggiungere il 25% di Sau biologica entro il 2030.


Per Frascarelli si tratta di obiettivi ambiziosi, ma che vengono chiesti dai cittadini e dai consumatori, sempre più attenti all'impatto che le attività produttive hanno sull'ambiente. Obiettivi che secondo il presidente di Ismea sono raggiungibili grazie all'innovazione tecnologica, che dovrebbe mettere gli agricoltori nelle condizioni di produrre le stesse quantità di cibo di oggi con una riduzione degli input.

La domanda è: le sementi, gli agrofarmaci e gli strumenti digitali oggi sul mercato rendono possibile assolvere agli obiettivi di Bruxelles salvaguardando i bilanci delle aziende agricole? Secondo Massimiliano Giansanti la risposta è no. Come ricordato dal presidente di Confagricoltura, associazione promotrice del Festival, tutti gli studi oggi disponibili parlano di una decrescita della produttività, di un aumento dei costi e di un incremento delle importazioni dall'estero.


Angelo Frascarelli di Ismea durante il convegno


Se è vero che l'innovazione renderà economicamente sostenibili le sfide poste da Bruxelles, è anche vero che nel breve periodo le aziende si troveranno ad affrontare sfide per cui non sono preparate e molte potrebbero non sopravvivere alla transizione ecologica.

Herbert Dorfmann, europarlamentare del Südtiroler Volkspartei che in prima persona ha partecipato alla stesura della nuova Pac, ha dichiarato di condividere gli obiettivi di fondo della strategia F2F ma ha chiesto anche che non sia l'agricoltore a pagare il prezzo del cambiamento, ma che siano i consumatori a sostenere i costi di una maggiore sostenibilità.

In un messaggio inviato ai partecipanti il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha voluto ricordare come Roma e Bruxelles abbiano stanziato ingenti risorse per accompagnare gli agricoli in questo percorso. Sia attraverso la Politica Agricola Comune, che nel Primo Pilastro ha voluto porre l'accento sul tema della sostenibilità. Sia nel Psr che poi nel Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che stanzia fondi sia per ristrutturare alcune filiere che per realizzare quelle infrastrutture necessarie alla rivoluzione digitale in campagna.


Tre storie di sostenibilità in agricoltura

Per arricchire il dibattito sono stati presentati a Mantova anche tre casi di sostenibilità virtuosa, tre esempi da cui prendere spunto. Uno è Cascina Pulita, un'azienda che si occupa di ritirare presso gli agricoltori i flaconi vuoti di agrofarmaci per poi recuperare la plastica ed utilizzarla per realizzare le manichette di irrigazione. Un esempio virtuoso di riciclo e di economia circolare.

La seconda realtà che si è presentata al Food&Science Festival è stata Valagro, acquisita da poco da Syngenta, la quale è stata una vera pioniera del settore dei biostimolanti lanciando 35 anni fa il suo primo prodotto. Valagro, che vive di innovazione, mette a punto prodotti in grado di aiutare le colture a resistere agli stress abiotici, come caldo intenso, mancanza di acqua o salinità del suolo. Tutte condizioni che sono sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

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Ed infine ha preso la parola Genagricola, l'azienda agricola di Generali, una realtà di 8mila ettari in Italia (più 5mila in Romania) che ha fatto della sostenibilità sociale e ambientale la propria stella polare. Presso la sede del Gruppo a Ca' Corniani, nel comune di Caorle (Venezia) e poi in molte aziende sparse per il territorio italiano, si applica l'agricoltura 2.0, con sensori di campo, macchinari connessi e Sistemi di supporto alle decisioni che aiutano ad ottimizzare l'impiego delle risorse e a massimizzare la produttività, salvaguardando l'ambiente.

Ma in azienda sono state anche create delle piste ciclabili, installate arnie di api, realizzati orti sociali in grado di arricchire il territorio. Un esempio di come un'azienda agricola non sia solamente un soggetto produttivo, ma abbia anche un ruolo come custode del territorio e attore sociale.