"L'innovazione svolge un ruolo fondamentale per il nostro settore e senza di essa saremmo importatori netti di tutti i seminativi mondiali".
Semplice e diretto Giuseppe Carli, presidente di Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, nel corso del seminario online di Cibo per La Mente, "Biotecnologie e sostenibilità: come possono contribuire le nuove tecnologie?", andato in scena nell'ambito degli appuntamenti della Biotech Week (dal 27 settembre al 3 ottobre scorsi), la settimana dedicata in tutto il mondo alla divulgazione e alla conoscenza delle biotecnologie.

La manifestazione nata in Canada nel 2003, e divenuta di carattere globale nel 2016, trova anche quest'anno ampia ospitalità nel nostro Paese. Assobiotec l'ha promossa e coordinata a livello nazionale, e insieme a Cibo per la Mente (Manifesto per l'innovazione in agricoltura sottoscritto da 15 associazioni quali Aisa, Agrofarma, Api, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobiotec, Assofertilizzanti, Assosementi, Compag, Cia, Confagricoltura, Copagri, UnaItalia, Uniceb) ha messo in calendario numerosi eventi per avvicinare un sempre maggior numero di persone a questa branca della scienza legata al settore agroalimentare.

Secondo Carli - schieratosi a favore di un cambio veloce della normativa europea per consentire un'introduzione senza limitazioni delle Ngts, ovvero le New genomic techniques, nel sistema produttivo agroalimentare italiano - che fa riferimento allo studio "The economic, social and environmental value of plant breeding in the European Union", "negli ultimi venti anni la ricerca in agricoltura ha permesso di incrementare le disponibilità alimentari per 114 milioni di europei, riducendo l'utilizzo di acqua pari a quella contenuta nel Lago di Garda. Tra qualche anno il nostro pianeta sarà abitato da 10 miliardi di persone e oggi viviamo un calo della produzione dovuto agli eventi climatici e agli aumenti di costi in agricoltura. Non c'è tempo da perdere e per questo chiediamo un cambio veloce della normativa: ridurre l'accesso alle Ngts significa inoltre consegnare una maggiore competitività in mano ai Paesi extra Ue. Rischiamo di essere un treno regionale a confronto di un treno ad alta velocità".

Sulla stessa scia l'appello lanciato da Piero Morandini, ricercatore dell'Università degli Studi di Milano, secondo cui il quadro normativo attuale impedisce la ricerca biotech in campo soprattutto a danno delle Pmi e del settore pubblico, che presentano risorse più limitate: "Il paradosso è che la normativa impedisce la coltivazione di prodotti transgenici, ma non l'importazione. Bisogna usare tutti gli strumenti che sono in grado di rispondere a esigenze reali; è fondamentale normare il prodotto e non il processo per non minare le potenzialità dell'innovazione".
Per Mauro Provezza, del Consiglio direttivo di Assobiotec - che non nega critiche nei confronti al piano "Farm To Fork" (il piano decennale messo a punto dalla Commissione Europea per guidare la transizione dell'attuale sistema alimentare europeo verso un sistema più equo, sano e rispettoso dell'ambiente) - la nuova strategia ha una falla importante: "Purtroppo, la strategia Farm To Fork ha grossi buchi perché non tratta il tema dell'innovazione. È necessario guardare alle ricadute che ci saranno sul consumatore se non accoglieremo l'innovazione in agricoltura".

Infine anche la società civile è entrata nel dibattito. È stato messo in evidenza come sia notoriamente combattuta e divisa rispetto al tema dell'adozione di una legislazione europea più aperta nei confronti delle Ngts, ciò non toglie che un approccio imparziale di conoscenza delle biotecnologie, dei risultati da esse finora raggiunti, degli sviluppi futuri legati all'incremento della ricerca e degli scenari che essi potrebbero aprire, sia un modo auspicabile di procedere, in linea con una visione sempre più olistica delle attività dell'uomo mirate a migliorare la qualità della vita.