L'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha pubblicato un rapporto per fare chiarezza sulla tematica degli insetti pronubi e sulle minacce che li riguardano, intitolato "Piante e insetti impollinatori, un'alleanza per la biodiversità".

Il rapporto dell'Ispra, è bene precisarlo, non è una presentazione dei risultati di un nuovo progetto di ricerca specifico. Quindi non si tratta di dati nuovi, ma è una relazione generale, fatta da esperti del settore su una bibliografia scientifica estesa.

Come riporta lo stesso sito dell'Ispra nella pagina dedicata a questo rapporto, si tratta di una pubblicazione sui numerosi aspetti del rapporto pianta/insetto, la gestione degli ecosistemi (compresi quelli urbani) per favorirli, oltre al ruolo dei prodotti dell'alveare nel benessere psicofisico.

Una pubblicazione che il direttore generale di Ispra, Alessandro Bratti, auspica che "possa contribuire a diffondere la conoscenza e aumentare la consapevolezza tra i cittadini e i portatori di interesse su insetti impollinatori e sul delicato rapporto che essi hanno con l'ambiente e le risorse trofiche".

Lo spunto di partenza è l'importanza ambientale ed economica degli insetti impollinatori, come api, vespe, farfalle, coleotteri (oltre ad altri animali come ragni, uccelli e pure mammiferi) che provvedono alla impollinazione di oltre il 90% delle piante selvatiche e del 75% di quelle di interesse agrario.

Una importanza che in termini economici è stata stimata in circa 153 miliardi di dollari a livello mondiale, di cui circa 26 nella sola Europa e circa 3 in Italia, e un valore della produzione agricola direttamente dipendente dall'impollinazione di che va dai 235 e 577 miliardi di dollari a livello globale.

Ma oggi molti di questi impollinatori, soprattutto insetti, sono in calo e alcuni anche in pericolo di estinzione, un allarme già lanciato anche dalla Fao, e preso in considerazione dall'Unione europea ad esempio con il progetto Step, sullo stato degli impollinatori realizzato alcuni anni fa e anche a livello italiano con i progetti Apenet e BeeNet.

Un declino dovuto a una serie di fattori, come riporta anche il rapporto dell'Ispra, primo tra tutti la riduzione degli habitat adatti a questi insetti, che non permette loro di trovare le risorse alimentari necessarie e soprattutto le condizioni adeguate per nidificare.

Un fenomeno, quello della riduzione o della completa perdita di habitat dovuto principalmente all'uso del suolo sia dovuto alla agricoltura, con la riduzione di aree con vegetazione spontanea e alla pratica di monocolture o monosuccessioni estese, sia al consumo di suolo dovuto all'urbanizzazione.

Altri fattori che minacciano gli impollinatori sono l'uso scorretto o eccessivo di fitofarmaci, in particolare di insetticidi e di erbicidi, l'introduzione di specie aliene aggressive, come il calabrone asiatico o la formica argentina e anche la movimentazione di alveari in apicoltura, che può favorire la diffusione di parassiti e patogeni sia tra le api da miele stesse sia tra gli apoidei selvatici.

Infine un ruolo importante, anche se al momento non ancora ben compreso, può essere rivestito dai cambiamenti climatici, che possono far cambiare le caratteristiche ambientali e quindi la vegetazione di un territorio o possono sfasare i cicli biologici delle piante e degli impollinatori, ostacolando l'incontro tra pronubi e le piante visitate con conseguenti svantaggi reciproci.

Nella prefazione del rapporto dell'Ispra si dice infatti che il 9% delle specie di api e di farfalle europee sono a rischio di estinzione, un dato riportato anche nel comunicato stampa dell'Ispra e rilanciato anche dai mezzi di informazione.

Questo dato che fa riferimento alla Red list europea delle specie minacciate, redatta dall'Iucn, l'Unione mondiale della conservazione della natura che considera minacciate il 9,1-9,2% delle specie di apoidei e l'8,5% delle specie di farfalle.

Uscendo dal rapporto Ispra e andando a vedere direttamente la Red list europea delle api, cioè degli insetti della famiglia degli apoidei, vediamo che risultano minacciate 1884 specie. Di queste sette sono a rischio critico di estinzione, 46 in pericolo, 24 vulnerabili, mentre le rimanenti specie sono considerate a un livello di minaccia più basso e c'è quantità di dati troppo bassa per poterne valutare lo stato e quindi devono essere tenute sotto osservazione.

Per fare ulteriore chiarezza, l'ape da miele, Apis mellifera, non compare nella Red list europea, quindi contrariamente a quanto a volte viene riportato, l'ape da miele non è a rischio di estinzione e nemmeno minacciata, né in Italia né in Europa, per quanto i problemi che la interessano non sono pochi né assolutamente da sottovalutare.

Riguardo alle farfalle, nella Red list europea a loro dedicata le specie considerate minacciate di estinzione sono 37, l'8,5% del totale delle specie presenti in Europa.

Andando a vedere le Red list nazionali dell'Italia, sempre redatte dall'Iucn, nella Red list degli apoiedei risulta che delle circa mille specie presenti, ci sono dati per considerarne almeno 151 specie in declino, e tra queste 21 a rischio estinzione, di cui cinque in rischio critico, due sono in pericolo critico, dieci sono in pericolo, quattro vulnerabili e altre 13 sono prossime ad uno stato di minaccia.

Nella Red list nazionale delle farfalle italiane ci sono invece 18 specie considerate minacciate, di cui una in pericolo critico, otto in pericolo, e nove minacciate, su un totale di 289 specie presenti sul nostro territorio.

L'Ispra quindi ha voluto puntare i riflettori su questa situazione, per poi approfondire vari aspetti del ruolo e dell'importanza degli impollinatori e non solo, mettendo in luce anche le strategie principali messe in campo, o da mettere in campo, per una seria azione di tutela: dalle linee guida del programma Farm to fork per ridurre l'impatto dell'agricoltura sull'ambiente, alla riduzione e all'uso corretto dei fitofarmaci, dalle misure per promuovere la creazione di ambienti idonei a questi in campagna come in città, all'adozione di proposte specifiche per una Pac per gli impollinatori, come già proposta dall'Ong BeeLife.

Dopo la parte introduttiva dedicata appunto allo stato degli insetti pronubi in Europa, il rapporto presenta un lungo approfondimento sulla relazione tra le piante e gli insetti impollinatori, andando ad illustrare i fenomeni di coevoluzione e i processi di impollinazione delle specie vegetali e le piante di interesse nettarifero e pollinifero, compresa in allegato una scheda sulle principali essenze mediterranee visitate dagli insetti.

La pubblicazione passa poi a valutare le modalità di gestione degli ambienti sia rurali che urbani per una efficace tutela degli insetti pronubi, proponendo anche gli esempi di esperienze concrete effettuate a livello europeo e anche a livello locale, come nel caso dei corridoi ecologici di Torino, mirati ad avvantaggiare questi insetti all'interno del contesto cittadino.

Addirittura una parte è dedicata all'apiterapia, cioè all'uso dei prodotti dell'alveare per la cura o la prevenzione di malattie umane e animali e una alle caratteristiche dei principali mieli italiani.


Scarica il rapporto Ispra "Piante e insetti impollinatori, un'alleanza per la biodiversità"