L'ammodernamento delle reti di adduzione e distribuzione, il completamento degli schemi irrigui e delle opere di interconnessione, ma anche il miglioramento strutturale delle reti deteriorate ed il perseguimento di una maggiore efficienza dell'uso dell'acqua in azienda agricola sono solo alcuni esempi delle misure previste e del target nel Piano di gestione acque - Terzo ciclo del Distretto idrografico dell'Appennino meridionale, che copre i territori a partire dal Basso Lazio e dall'Abruzzo meridionale fino alla Calabria.

Il Piano è in fase di consultazione e viene arricchito attraverso i contributi degli stakeholder al fine del completamento ed adozione, che dovrebbe avvenire entro dicembre 2021. Il territorio agricolo considerato - pari a quasi 3,6 milioni di ettari di Superficie agraria utile - vede un utilizzo dell'irrigazione su oltre 781mila ettari, pari al 21,8% della Sau considerata, e sui quali insistono le gestione di ben 39 consorzi di bonifica, che stendono i propri comprensori su oltre il 75% del territorio del Distretto.

L'ultimo evento dedicato si è tenuto lo scorso 30 giugno e tra i temi di approfondimento ha previsto "L'agricoltura nel processo di governo del territorio". L'incontro si è tenuto a Caserta nell'ambito del percorso attivato dal Distretto idrografico dell'Appennino meridionale "Dam Informa - Terzo Forum di informazione, consultazione e partecipazione pubblica correlata ai Progetti di aggiornamento del Piano di gestione acque - Terzo ciclo e Piano di gestione rischio alluvioni - Secondo ciclo".

L'evento è stato aperto dall'intervento del segretario del Distretto, Vera Corbelli, che ha delineato l'evoluzione dei piani correlandoli agli altri strumenti di pianificazione e gestione predisposti ed avviati quali quelli sulla Gestione del rischio da frana, Gestione del sistema costiero ed ai progetti specifici tra i quali quelli relativi ai Danni e vulnerabilità del costruito, Cavità, Gestione del rischio a scala di dettaglio e con approcci tecnico-scientifici.

Sono intervenuti: l'architetto Fausto Marra sul tema dell'agricoltura nel processo di governo del territorio, l'ingegnere Pasquale Coccaro, che ha tenuto una relazione sull'aggiornamento attività Piano di gestione acque - Terzo ciclo e relative osservazione pervenute, l'ingegner Corrado Gisonni è invece intervenuto sul tema della valutazione del rischio idraulico in ambito urbano e l'ingegnere Giacinto Straniero sull'aggiornamento del Prga - Secondo ciclo e relative osservazioni allo strumento in parola.

È emerso come il settore agricolo sia un utilizzatore di risorsa idrica e come tale potenzialmente potrebbe generare un'alterazione dello stato quali-quantitativo dei corpi idrici, sia per il prelievo della risorsa sia per l'inquinamento conseguente all'utilizzo di concimi eutrofizzanti che di fitofarmaci. Un tema di tale rilevanza assume ruolo significativo nell'aggiornamento del Piano di gestione delle acque anche per quella che è la potenzialità e la criticità di un settore strategico quale quello agricolo, specie nel Mezzogiorno d'Italia.

"L'uso potabile, l'uso irriguo e l'uso industriale delle acque sono al centro delle attività dei Piani di gestione delle acque ed indirettamente a quelle del Piano di gestione rischio alluvioni - ha detto il segretario del Distretto, Vera Corbelli -. L'attività di pianificazione è stata ed è fondamentale per il governo delle risorse e per la gestione del rischio ed, altresì, per non incorrere in infrazioni a livello europeo. L'Autorità di bacino ha attivato intese con Crea ed Anbi per dare risposte in termini di gestione dell'acqua nel campo irriguo e per giungere ad un regolamento condiviso con il ministero della Transizione ecologica e quello dell'Agricoltura sull'uso dei reflui".

Sul piatto importanti investimenti cui si farà fronte con risorse molto ingenti. "Il Piano di gestione delle acque e quello del rischio alluvioni utilizzeranno risorse della programmazione finanziaria del Fondo sviluppo e coesione e del Piano nazionale di ripresa e resilienza per dare una prima attuazione ad una serie di azioni, previste già come misure dei due strumenti in parola, alcune delle quali saranno attivate su aree pilota" ha detto ancora la Corbelli.

Il Piano di gestione delle acque ed il Piano di gestione del rischio alluvioni sono fortemente connessi e correlati e sempre più vedranno la programmazione ed attuazione di misure doppiamente vincenti che daranno risposte alle criticità sullo stato e gestione delle acque e gestione del rischio alluvioni. A questa sono altresì strettamente connesse quelle sulla tutela della biodiversità e sulla difesa e salvaguardia dei beni espostiha proseguito il segretario del Distretto, Corbelli.

La gestione del rischio in ambito urbano è un tema che non ha ancora trovato risposte definitive da parte della comunità scientifica, fortemente impegnata su questo argomento di grandissima attualità, soprattutto negli ultimi decenni, con alluvioni sempre più frequenti e devastanti in termini di impatto socioeconomico, specie nelle aree fortemente antropizzate.

La disponibilità di metodologie e protocolli codificati per la valutazione del rischio in ambito urbano in seno alla Flood directive 2007/60/Eu, potrebbe rappresentare un ulteriore tassello, assieme ai piani di Protezione civile, per dare pieno compimento alla gestione del rischio idraulico. I prossimi appuntamenti con Dam Informa vedranno l'organizzazione di un Focus a settembre e di un Forum ad ottobre.