Chi ha i dati ha il potere.
Non è difficile realizzare la cosa vedendo come tante realtà erogate gratuitamente (pensate a Facebook) si sono affermate nel panorama economico mondiale con tassi di sviluppo prodigiosi. Uno dei settori più promettenti per l'analisi dei dati è l'agricoltura.

Secondo diversi analisti il mercato del cosiddetto Agriculture analytics dovrebbe essere pari a circa 3 miliardi di euro da qui al 2030. Si tratta di analizzare dati climatici, pedologici, di mercato, produttivi e quant'altro e desumerne indicazioni, tendenze, previsioni.
Si possono e sempre di più si potranno definire piani di coltivazione, fitoiatrici, di gestione del bestiame; stabilire i parametri per il precision farming; ottimizzare la manutenzione dei macchinari e millanta altre cose. Si può veramente arrivare dal campo allo scaffale.
I dati si raccolgono (data collection), si analizzano (data analytics) e infine si condividono, magari attraverso piattaforme dedicate e accessibili via telefonino.

L'agricoltura intelligente può essere un passo fondamentale verso la sostenibilità ambientale: si pensi alla gestione dell'acqua o ancora a quella degli allevamenti dal punto di vista veterinario e dell'alimentazione; per questi ultimi (livestock analytics) è in effetti previsto il maggiore tasso di crescita nei prossimi cinque anni. In Italia è estremamente interessante declinare l'Agriculture analytics e la condivisione dei dati alle aziende di piccole e medie dimensioni orientate alla produzione di alta qualità.

Un obiettivo per non lasciare il potere in mani altrui.