Le gelate tardive di marzo e in particolare di aprile stanno facendo sentire i loro effetti sulle produzioni ortofrutticole estive e autunnali in Toscana.

Il freddo primaverile, che in alcune zone ha raggiunto i -9°C, ha danneggiato in modo pesante le coltivazioni di pesche, nettarine, albicocche, e susine.

Secondo Confagricoltura Toscana, il calo di produzione medio è stato stimato dal 70% fino al 100% della produzione, in determinate zone particolarmente colpite dai ritorni di freddo.

Come ha spiegato Antonio Tonioni, presidente della sezione prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana, la produzione di frutta estiva è stata compromessa dalle gelate della scorsa primavera soprattutto quella dell'8 aprile. Una gelata anomala, causata da una corrente di aria fredda dal Nord Europa e che ha provocato danni su tutto il territorio regionale.

Così ora sul mercato si trova poca frutta toscana e la maggior parte delle albicocche, delle pesche e e delle susine arrivano soprattutto dal Sud Italia e dalla Spagna. Un calo di produzione che ha portato in questo caso ad un lieve aumento dei prezzi dovuto alla mancanza di offerta.

Dal gelo invece si sono salvati meloni e angurie, che in primavera erano ancora in serra o in tunnel, ma anche per questi prodotti la situazione non è positiva dal punto di vista dei prezzi.

"Dopo una fase molto positiva a giugno, il mercato di questi prodotti però sta attraversando una fase negativa caratterizzata da un sovraffollamento di produzione: a quella toscana si aggiungono e quelle di altre regioni, che sono arrivate sul mercato nello stesso momento" ha detto Tonioni.

Il risultato è una diminuzione dei prezzi, soprattutto delle angurie generiche, cioè quelle non baby o prive di semi. In alcuni casi, prevalentemente nella grande distribuzione, i prezzi sono così bassi che non coprono i costi di produzione, trasporto e intermediazione.

E questa corsa al ribasso rischia di danneggiare ulteriormente le aziende ortofrutticole e favorire al contrario il lavoro nero, come ha evidenziato Tonioni, che lancia un appello a non portare il prezzo dei prodotti sotto la copertura dei costi di produzione, per evitare che a pagarne le conseguenze siano i produttori.

Per quanto riguarda i prodotti di fine agosto, settembre e ottobre, per le pere si stimano danni medi tra il 50% e il 70%, per le mele fra il 30% e il 40% con punte fino al 70%.

Tra gli ortaggi, la produzione di pomodori rischia di subire invece un altro fenomeno: la concorrenza dell'auto produzione negli orti privati.

"Dall'anno scorso assistiamo a un aumento delle auto produzioni e i pomodori, insieme alle zucchine, sono gli ortaggi preferiti per l'orto di casa - ha spiegato ancora Tonioni - Un'abitudine che ha aspetti positivi perché fa capire al consumatore il lavoro che sta dietro alla coltivazione di ortaggi e gratifica, ma comporta un calo dei prezzi sul mercato".

A fronte di danni subiti per le gelate e nonostante le ripetute richieste di sgravi contributivi sui costi di manodopera e canali convenzionati per accesso al credito avanzate da Confagricoltura Toscana al governo, i produttori toscani non hanno ricevuto agevolazioni.

"Dopo la tempesta di luglio 2019, le gelate del 2020 e la maxi gelata di quest'anno, le aziende sono in forte difficoltà, hanno costi fissi di produzione che rimangono invariati, ma non possono contare su altrettanti guadagni e hanno problemi di liquidità: devono essere aiutate ad arrivare al raccolto 2022, per non compromettere anche quello" ha concluso il referente di Confagricoltura Toscana.