Al via la quarta edizione della Banca nazionale delle terre agricole. Oltre 16mila ettari in vendita, che spacchettati potrebbero diventare 624 potenziali aziende agricole, per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro. Con l'idea di reinvestire queste risorse integralmente a favore dei giovani agricoltori. Si tratta del quarto lotto, appunto, di terreni agricoli derivanti dalle operazioni fondiarie di Ismea, e i dettagli sono stati raccontati - nel corso di un evento online - dal presidente di Ismea Enrico Corali, dalla direttrice generale Maria Chiara Zaganelli, insieme con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

Da oggi, 9 giugno 2021, al 7 settembre prossimo sarà possibile inviare le manifestazioni di interesse per l'acquisto di uno o più terreni che si trovano soprattutto nelle regioni del Meridione; infatti la Sicilia, la Basilicata e la Puglia coprono da sole oltre la metà delle superfici disponibili, a seguire il Centro Italia, in particolare la Toscana (con una quota del 17%), e il resto (il 9%) distribuito tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria.

L'iniziativa punta a favorire l'ingresso dei giovani nel settore primario attraverso alcune facilitazioni. Ai giovani imprenditori agricoli under 41 è concessa infatti la possibilità di pagare il prezzo del terreno (fino al 100% del valore a base d'asta) ratealmente, con rate semestrali o annuali, per un periodo massimo di trenta anni. Anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero di aziende a conduzione giovanile, il tasso di ricambio generazionale resta ancora piuttosto basso: mentre in Europa ogni cento capi azienda anziani, cioè con più di 65 anni, ci sono trentadue giovani, in Italia ce ne sono solo diciannove; e secondo gli ultimi dati disponibili in Italia ci sono oltre 300mila aziende agricole con un capo azienda con più di 65 anni.

Nei 16mila ettari in vendita sono compresi 89 terreni di oltre 50 ettari per un totale di 8.384 ettari, 299 terreni tra 10 e 50 ettari (per un totale di 6.529 ettari), e 236 terreni con superficie inferiore a 10 ettari (in totale 1.496 ettari). Il tutto significa che sono 624 le aziende potenziali, con una superficie media di 26 ettari, a fronte di una superficie media delle aziende nazionali di 8,4 ettari.

La procedura è stata ulteriormente semplificata grazie all'utilizzo di uno sportello telematico che, oltre a garantire trasparenza, consente un accesso attraverso una applicazione di consultazione; dopo l'invio della manifestazione di interesse si può partecipare alla procedura di vendita, presentando una propria offerta economica. La fase di vendita ha alcune rilevanti novità: incremento del numero complessivo dei tentativi di vendita da tre a quattro; la possibilità, per i terreni al quarto incanto, di presentare offerte libere sia in rialzo che in ribasso rispetto al valore a base d'asta, con un valore minimo al di sotto del quale la vendita non può avere luogo fissato nella misura del 35% del valore a base d'asta. Il terreno verrà aggiudicato a chi avrà offerto il prezzo più elevato rispetto al valore minimo; rimane invece confermato il ribasso del 25% del prezzo a base d'asta per i terreni al secondo e terzo tentativo. Inoltre, l'estensione dei termini per la presentazione della manifestazione di interesse passa da sessanta a novanta giorni.

Dei 624 terreni in vendita dal 9 giugno, 335 sono al primo tentativo di vendita, 93 al secondo tentativo, 115 al terzo e 81 al quarto. Dalla sua istituzione, nel luglio 2016 ad oggi, la Banca nazionale delle terre agricole ha messo in vendita 530 terreni per un totale di 15.478 ettari. Di questi 8.345 ettari sono stati aggiudicati, permettendo il recupero di 84 milioni di euro.

"Mettere a disposizione la terra è essenziale anche per costruire l'agricoltura 5.0 - osserva il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli che ha invitato a partecipare all'iniziativa - l'agricoltura 5.0 va costruita ma ci sono gli strumenti; dall'agricoltura di precisione alla riduzione dell'impronta ambientale alla sensoristica. E' un progetto che permette di scoprire il valore delle terra con strumenti nuovi. Si tratta di ripartire con nuove consapevolezze, oltre a essere un modo per coinvolgere i giovani in questo bellissimo mondo che ci lega alla cultura. E' un'opportunità che ha tante gambe per svilupparsi. Non mancheranno risorse e nemmeno idee da parte degli imprenditori agricoltori italiani. I giovani e le giovani donne sono al centro delle politiche: garantire parità di genere e accesso alle nuove generazioni è una priorità. Nel settore primario c'è bisogno di imprenditoria giovanile e femminile".