Virtuosismi italiani

Tabella interessante quella proposta da "Il Sole 24 Ore" del 3 maggio a proposito dell'impatto ambientale dell'agricoltura.
Ne risulta che in Italia si realizza in assoluto la minor emissione di CO2 per ogni milione di euro prodotto.
Infatti, mentre l'Italia si ferma a 30 milioni di tonnellate, le emissioni della Spagna salgono a 39 milioni di tonnellate. Peggio di tutti la Francia con i suoi 76 milioni di tonnellate di CO2, seguita da Germania (66 milioni) e Regno Unito (41 milioni).
L'articolo ricorda inoltre che il settore agricolo italiano ha ridotto del 20% l'uso di agrofarmaci, a fronte dell'aumento registrato da altri paesi europei.

Non solo, l'Italia ha anche aumentato la produzione di energie rinnovabili, riducendo al contempo il consumo di acqua.
Altri primati che vanno ad aggiungersi a quello di vantare nella Penisola il maggior numero di imprese biologiche.
Numeri importanti anche su fronte dell'export, che ha superato i 46 miliardi di euro.
L'Italia, conclude l'articolo, vanta anche il primato del maggior numero di giovani (56mila) e donne in agricoltura.


La "battaglia" delle etichette

Ancora su "Il Sole 24 Ore", del 4 maggio in questo caso, va segnalato l'articolo che affronta il tema delle etichette nutrizionali sul quale l'Unione si sta dividendo.
Da una parte i fautori delle etichette "a semaforo" (Nutriscore), dall'altra la proposta italiana di etichette nutrizionali (Nutrinform).
Forti le critiche nei confronti della prima, il Nutriscore, che bolla il Parmigiano Reggiano come "pericoloso" (bollino rosso) e dà il via libera con un bollino verde a una fra le più note bevande gassate.

Entro il 2022 la Ue dovrà prendere una decisione e scegliere fra i vari modelli di etichettatura proposti e il Nutriscore sembra avere al momento le maggior possibilità di vincere la sfida con i concorrenti.
Francia, Germania e Belgio lo hanno infatti già adottato e Lussemburgo, Spagna e Paesi Bassi sono a un passo dal fare una scelta analoga.
A favore del Nutrinform italiano solo Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Romania.
Se a vincere sarà il Nutriscore, una parte rilevante dei prodotti italiani a marchio di origine potrebbe finire nell'elenco degli alimenti da bollino rosso.
Non si tratta di un attacco al made in Italy, come in molti sostengono, ma ci assomiglia molto.
Anche il vino corre un pericolo analogo. La Commissione europea, si legge in conclusione dell'articolo, ha proposto l'adozione di etichette allarmistiche sulla scia di quanto già avviene per le sigarette.
 

Il giorno del "tenebrione"

Si chiama tenebrione mugnaio, Tenebrio molitor per gli esperti, verme della farina per i più.
Da qualche giorno le larve gialle di questo insetto hanno ricevuto il via libera dall'Unione europea per entrare a pieno titolo fra i "nuovi alimenti", ed essere così destinati all'alimentazione dell'uomo.
La notizia è commentata da Stefano Graziosi sulle pagine de "La Verità" in edicola il 5 maggio.
L'approvazione segue quella già emessa da Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare.

La larva, dopo l'essiccazione, potrà entrare in varie preparazioni come snack, hamburger, biscotti e frullati proteici.
Visto che si sta discutendo anche di etichettature a semaforo, si potrebbe arrivare al paradosso, si legge nell'articolo, che il Parmigiano Reggiano venga "bollato" di rosso, dunque come "pericoloso", mentre le preparazioni a base di insetti otterrebbero un bel verde, a garanzia di una dieta sana.
 

Le cavallette della Sardegna

Noragugume, Ottana, Bolotana, Orotelli, sono i nomi di alcuni dei comuni che in Sardegna, lungo il corso del fiume Tirso, in provincia di Nuoro, sono alle prese con una invasione di cavallette che stanno letteralmente divorando i raccolti.
Una vera e propria catastrofe, scrive Daniela Mastromattei sulle pagine di "Libero" del 6 maggio, che sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende, costrette ad anticipare il raccolto, quando possibile, per sottrarlo alla voracità di questi insetti.

La diffusione delle cavallette, si spiega nell'articolo, è una conseguenza dell'abbandono dei campi, che si trasformano così in luoghi ideali per la loro moltiplicazione.
 Il contenimento della diffusione delle cavallette è affidato ai predatori naturali e fra questi gli uccelli, ma non sempre riescono a svolgere questo compito.
Per questo si invocano sostegni agli agricoltori affinché si impegnino a lavorare i terreni e a procedere in autunno con le arature affinché vengano distrutte le uova destinate a schiudersi nella successiva primavera.
 

Il vino senza il vino

Da Bruxelles, dopo la novità degli insetti da mettere nel piatto, arriva una proposta altrettanto poco "gustosa".
Per salvaguardare la salute dei cittadini europei si propone di ridurre il tenore alcolico dei vini aggiungendo acqua.
E se non basta si passerà ad azzerare tutti i sostegni alla promozione del vino.
Lo si apprende da "QN" del 7 maggio, dove Achille Perego spiega che la pratica proposta dal documento presentato al Consiglio dei ministri Ue si chiama "dealcolazione parziale e totale dei vini".
Una preoccupante novità che arriva all'indomani delle proposte, non meno crititicabili, di etichettare il vino con messaggi allarmistici, come già avviene per le sigarette.

Chiamare vino un prodotto che del vino non ha più le caratteristiche, si configura come un inganno nei confronti dei consumatori, destinato per di più a pesare sull'agroalimentare italiano, dove il vino rappresenta una parte di tutto rilievo.
L'articolo ricorda infatti che l'Italia si conferma come primo produttore mondiale con i suoi 49,1 milioni di ettolitri e primo esportatore con un totale di 20,8 milioni di ettolitri.
Un danno che si aggiunge alla concorrenza sleale innescata all'autorizzazione già concessa ai Paesi del Nord Europa di aggiungere zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino.
Più che una contraddizione sembra, aggiungo, imbarazzante miopia legislativa. Per fortuna è solo una proposta. Almeno per il momento.
 

Il costo della pandemia

La pandemia non è riuscita a fermare l'agricoltura, ma ha comunque lasciato un segno profondo sui campi.
I dati conclusivi del 2020 dicono che sono calati produzione, valore aggiunto, occupati e addetti in agricoltura. Lo confermano i dati Eurostat riportati sulle pagine de "Il Sole 24 Ore" dell'8 maggio, nell'articolo a firma Alessio Romeo.
Nel dettaglio si legge che i redditi per unità di lavoro sono scesi mediamente dell'1,5% a livello europeo, con una caduta più profonda in Italia, dove si registra una riduzione del 4,9%.
Magra consolazione il constatare che in Francia va ancor peggio, con una flessione del 7,6%, che raggiunge il 14,6% nel caso della Germania.

Le maggiori conseguenze per il settore primario derivano in particolare dalla chiusura della ristorazione collettiva, che ha pesato soprattutto su alcuni settori, come quello agrituristico e florovivaistico.
Ora si fa affidamento ai sostegni previsti dal Recovery Plan, che destina al settore 5,27 miliardi di euro, ai quali si aggiungono gli 1,9 miliardi per lo sviluppo del biometano e i 6,31 miliardi per le reti ultraveloci.
Ora, conclude l'articolo, si guarda con attenzione alla riforma della politica agricola europea.
Gli agricoltori chiedono con forza che resti orientata al sostegno dei mercati e alla tutela dei redditi.
Solo in questo modo il mondo agricolo sarà nelle condizioni di cogliere il rimbalzo atteso con la ripresa economica, grazie alle connessioni con l'industria alimentare e con il settore turistico.
 

Macchine avanti tutta

Che l'agricoltura si stia riprendendo dopo i colpi inferti dalla pandemia lo confermano i dati sulle immatricolazioni delle macchine agricole.
Proseguendo il trend già iniziato sul finire dello scorso anno, il primo trimestre del 2021 consolida gli incrementi delle immatricolazioni per tutte le tipologie di mezzi.
Lo dicono i dati elaborati FederUnacoma, riferiti da Giuseppe Catapano sulle pagine de "Il Resto del Carlino" del 9 maggio.
Significativa la crescita delle trattici, che rispetto al primo trimestre dello scorso anno sono aumentate del 57,7%, con seimila unità in più.
Bene anche l'andamento delle vendite di rimorchi, che segnano un più 37,4%, mentre i sollevatori telescopici registrano un record dell'86,3%.
Ma più di tutti sono le mietitrebbiatrici a spingere la ripresa con il loro più 180%.

 E' il Piemonte a guidare la classifica delle regioni dove la crescita delle immatricolazioni è stata più vivace, seguita da Lombardia e Veneto.
L'articolo continua segnalando il dato negativo dell'Emilia-Romagna, che si distingue per il calo (-21,4%) delle vendite di rimorchi.
A favorire la ripresa delle immatricolazioni delle macchine agricole sono stati gli incentivi fiscali riservati ai mezzi più innovativi e i vantaggi previsti dalla legge Sabatini per i beni strumentali.
Una conferma, conclude l'articolo, della forte domanda di tecnologie di nuova generazione, rimasta inespressa in passato per l'assenza di adeguati incentivi.
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.

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