Una abbondante fioritura, in mancanza di ulteriori successive avversità, potrebbe portare ad un raccolto e ad un risultato in frantoio da record, cosa importante per l'economia calabrese. L'olivicoltura - illustrano i tecnici di Coldiretti Calabria - si sviluppa sul 24% della superficie agricola della regione, con oltre 84mila aziende, una superficie coltivata di oltre 189mila ettari, qualcosa come 35 milioni di piante e moltissime cultivar diverse, con una produzione media negli ultimi cinque anni di oltre 35mila tonnellate di olio extravergine di oliva. Si tratta di un vero e proprio tesoro esclusivo di biodiversità del quale quasi il 50% è prodotto in biologico, per una filiera che coinvolge oltre 650 frantoi, il 15% del totale italiano, che sul mercato vale circa 600 milioni e con un forte impiego di manodopera sempre di più specializzata.
"Nonostante questi primati - sottolinea Coldiretti Calabria - nemmeno la pandemia ha fermato l'invasione di olio straniero in Italia con gli arrivi in crescita del 5% nell'ultimo anno con bottiglie sugli scaffali di supermercati, negozi e discount a prezzi stracciati che fanno suonare un campanello di allarme sulla qualità del prodotto che si porta a tavola".
In effetti, negli ultimi mesi le importazioni sono aumentate, come testimonia la crescita delle giacenze, con un effetto depressivo sui prezzi dell'olio, anche se nelle ultime due settimane i valori degli oli Evo calabresi all'origine sono risaliti sui massimi di questa campagna commerciale.
Una curiosità: "l'olio per essere definito e venduto come extravergine - rileva la Coldiretti - deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge dal 1991 e condotta da assaggiatori esperti e allenati, senza presentare difetti organolettici".
Tanto che il Consiglio di Stato, con la recente sentenza del 20 novembre 2020, ha scritto una parola definitiva sull'attendibilità e oggettività del panel test, ritenendo la prova organolettica "essenziale per la corretta classificazione degli oli" e sancendo che i suoi risultati non si traducono in "decisioni arbitrarie" essendo "governata da stringenti parametri normativi predeterminati".