No all'etichetta con sistema a semafori. Uccide esportazioni e prodotti italiani. Il nuovo ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli parte da qui, con decisione dice "no" al nutriscore, nel corso dell'audizione alla Camera sulle linee programmatiche del suo mandato nel Governo Draghi.

"Ribadisco un fermo e deciso rifiuto del sistema nutriscore - dice - voglio essere chiaro: si tratta di una battaglia che l'Italia deve portare avanti come sistema Paese. La realtà è che il sistema nutriscore è un pericolo reale per la dieta made in Italy che può distruggere il nostro sistema agroalimentare". E lunedì prossimo, questa posizione - annuncia - sarà ribadita al prossimo Consiglio europeo. "La verità è che i nostri mercati fanno gola ad altri. Si vuole portare via – secondo il ministro - la capacità del nostro Paese di esportare a favore di chi in questo momento non ha accesso ai mercati". E rimarca il suo pensiero: "Il nutriscore è inconcepibile, ingiustificato e inaccettabile. Non possiamo permettere che un sistema di etichettatura che non ha come obiettivo ultimo e reale quello di dare informazioni complete ma di mettere un bollino su un prodotto distrugga il sistema agroalimentare italiano".
 


Le risorse

Il nodo del riparto dei fondi Fesr. Sul punto - spiega Patuanelli - avrò un incontro con il presidente delle regioni Stefano Bonaccini. Infatti "non è stata trovata un'intesa, il negoziato con le regioni è in fase di stallo. Il ministero dovrà trovare una soluzione che andrà semplicemente ratificata in conferenza Stato-Regioni. Non si può perdere altro tempo. L'importante è impegnare presto le risorse del biennio 2021-2022 e non ritardare, altrimenti avremo difficoltà a spenderle".


Incentivi e non tasse

"Lo strumento migliore per accompagnare le transizioni è quello di incentivare chi le fa e non di punire chi non le fa - osserva Patuanelli parlando della plastic tax e della sugar tax - perché se l'incentivo è tarato nel modo giusto anche nel mercato, automaticamente chi non fa la transizione sta fuori da quel mercato e non ho più niente da pagare, perché chiude. Quindi ritengo che l'incentivo sia meglio della tassa".


Le filiere produttive sono essenziali

"Dobbiamo essere in grado di fare patti - osserva - faccio un patto con una filiera e chiedo di quanti anni e di che cosa avete bisogno per fare questa transizione. Condivido l'esigenza che le transizioni non devono lasciare morti e feriti per strada. Se si progetta un percorso lo Stato deve esserci e anche il mondo dell'impresa, perché altrimenti le cose non funzionano".