Tutti se ne sono accorti e lo si sente dire nei discorsi tra addetti ai lavori, lo si legge sui giornali e lo si vede anche nei servizi televisivi: i parchi urbani e periurbani (e anche quelli naturali) dal maggio scorso a oggi sono stati presi d'assalto, anche da tanti che prima li frequentavano di rado o non li frequentavano. Una scoperta che, da un lato, fa piacere, perché magari produrrà una nuova attenzione per questa componente essenziale delle nostre città, ma che dall'altro sta evidenziando anche problemi inediti o che hanno assunto dimensioni più serie rispetto al passato.

Senza trarre troppe conclusioni generali, anche dal limitato osservatorio del Parco Villa Ghigi di Bologna, una delle aree verdi pubbliche cittadine più conosciute e frequentate, negli ultimi mesi abbiamo notato cambiamenti significativi nelle modalità di frequentazione, a volte sorprendenti e piacevoli, ma riscontrato anche comportamenti, più o meno consapevoli, dei frequentatori che ci sono invece molto dispiaciuti.

È stato bello vedere nel parco più persone, nuclei familiari, giovani che scoprivano il piacere di passeggiare, assaggiare un frutto, studiare, leggere un libro, correre, fare un picnic sull'erba, rilassarsi nel verde. Meno piacevole è stato, ed è, vedere gruppi numerosi tutti appiccicati, persone salire sugli alberi, raccolte di frutta rapinose ed eccessive (tirando i rami o spezzandoli, usando bastoni e altri accorgimenti), mazzetti di ciclamini e altri fiori strappati, biciclette a tutta velocità che scorrazzano ovunque e pretendono anche strada, residui di falò con i legni carbonizzati di rami presi qua e là, cani lasciati liberi anche quando proprio non sarebbe il caso e magari osservati con compiacimento mentre scavano intorno a giovani alberi appena piantati o che si accaniscono su qualche manufatto, un motorino ogni tanto ("ah, non si può?", è la frase di rito).
 
Un cane lasciato senza guinzaglio, libero di muoversi e rovistare tra i rifiuti
Un cane lasciato senza guinzaglio, libero di muoversi e rovistare tra i rifiuti
(Fonte foto: Teresa Guerra - Fondazione Villa Ghigi, Bologna - Socia Associazione Pubblici Giardini Emilia-Romagna)

E nei prati del parco, dove è così piacevole sdraiarsi, ora si possono osservare anche le numerose tracce di soste poco rispettose: non solo i classici mozziconi di sigaretta ma anche cartebottiglie di vetro, posate di plastica e, ancora, materiali organici e degradabili come bucce di arance e banane sulle quali, però, non è poi così piacevole sdraiarsi. E i caratteristici cesti di vimini per la raccolta dei rifiuti stracolmi, traboccanti: un invito a nozze per cornacchie e gazze che distribuiscono i rifiuti tutt'intorno in cerca di resti cibo (è così difficile capire che a volte i rifiuti, dopo un picnic o una pizza consumata in compagnia, sarebbe più opportuno riportarli con sé, lasciando il parco come lo si è trovato?).
 
I tradizionali contenitori per i rifiuti dopo un fine settimana
I tradizionali contenitori per i rifiuti dopo un fine settimana
(Fonte foto: Teresa Guerra - Fondazione Villa Ghigi, Bologna - Socia Associazione Pubblici Giardini Emilia-Romagna)

Abbiamo visto, intervenendo, o ci sono stati riferiti, anche episodi più gravi e quasi incredibili, come quello di un pazzoide che un paio di domeniche fa scorrazzava con la sua auto in un prato del parco, giocando a farsi inseguire dal proprio cane… Abbiamo anche subito il furto di una serie di alberi e arbusti in vaso accantonati temporaneamente presso il Palazzino, la nostra sede all'interno del parco, perché prossimi a essere messi a dimora e frutto di un attento lavoro di ricerca e selezione in vivaio.
 
Stroncature su un ciliegio a seguito della raccolta libera dei frutti
Stroncature su un ciliegio a seguito della raccolta libera dei frutti
(Fonte foto: Teresa Guerra - Fondazione Villa Ghigi, Bologna - Socia Associazione Pubblici Giardini Emilia-Romagna)

Ed è in ogni caso triste vedere qualcuno che se ne va con due sporte ricolme di frutta raccolta nel parco o qualcun altro che strappa foglie e rami per non si sa quale uso, scoprire che un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze che cantavano e festeggiavano in cima al parco ha pensato bene di lasciare come ricordo un enorme sacco di spazzatura nel prato, vedere pressoché ogni giorno atteggiamenti sbagliati, superficiali, arroganti. Alcuni frequentatori ci raccontano di risposte maleducate e insofferenti, scarsa attenzione per gli altri, ignoranza delle più elementari norme di comportamento in natura.

Anche invadere le proprietà private nelle vicinanze del Parco Villa Ghigi, uscire dal sentiero Cai 904 che le attraversa e considerarle alla stregua di aree a propria disposizione è un atteggiamento profondamente sbagliato, che a lungo andare produrrà chiusure invece che aperture, vanificando il paziente lavoro fatto in passato da tanti appassionati (i sentieri Cai che dalla città conducono alla scoperta del vicino e sorprendente territorio collinare sono stati una conquista degli scorsi anni e un vanto per la città di Bologna).
 
La strada carraia principale del parco con la ghiaia colorata di coriandoli di plastica dopo un festeggiamento
La strada carraia principale del parco con la ghiaia colorata di coriandoli di plastica dopo un festeggiamento
(Fonte foto: Teresa Guerra - Fondazione Villa Ghigi, Bologna - Socia Associazione Pubblici Giardini Emilia-Romagna)

Forse, in questo momento di massima frequentazione del verde pubblico e della collina, sarebbe utile un supplemento di attenzione per ciò che sta avvenendo. Da parte della Fondazione Villa Ghigi, che gestisce per conto del Comune di Bologna il parco omonimo, cercheremo di compiere, com'è nella nostra vocazione, qualche azione educativa e comunicativa in più per ricordare ai frequentatori del parco alcune regole basilari, non per il gusto di vietare, ma per quello di contribuire a conservare nel miglior modo possibile un bene tanto prezioso come il verde.

Invitiamo tutti a fare una riflessione su questi punti e se qualcuno ha dei suggerimenti o vuole darci una mano ci scriva o ce lo faccia sapere. Saremo lieti di ascoltarvi e, se possibile, di contribuire insieme a qualche risultato tangibile.
Grazie
Teresa Guerra, Fondazione Villa Ghigi (Bologna)
Associazione Pubblici Giardini - Delegazione Emilia-Romagna

teresa.guerra@fondazionevillaghigi.it
 

Scheda Parco e Fondazione Villa Ghigi

Il Parco Villa Ghigi è una delle aree verdi pubbliche più conosciute e frequentate di Bologna, già sulle prime pendici collinari ma distante solo 2 Km da Piazza Maggiore, in un contesto ambientale e paesaggistico molto ricco e interessante. È la porzione più importante (29 ettari) di una tenuta storica di origine seicentesca, appartenuta alla famiglia Ghigi per circa un secolo. Una delle sue figure più importanti fu Alessandro Ghigi (1895-1970), zoologo e naturalista, rettore dell'Università di Bologna e tra i maggiori promotori della protezione della natura in Italia. Il parco, in parte donato e in parte acquistato dal Comune di Bologna dopo la morte di Ghigi, fu aperto al pubblico nel 1974.
All'inizio del decennio successivo, il Comune di Bologna promosse, insieme ad alcune associazioni legate ad Alessandro Ghigi, la creazione del Centro Villa Ghigi, trasformato nel 2001 in Fondazione, uno dei Centri di educazione alla sostenibilità (Ceas) di eccellenza della Regione Emilia-Romagna attivo anche nei settori della formazione, divulgazione, analisi e gestione del territorio, organizzazione di iniziative e manifestazioni a carattere ambientale.
Da allora, il Parco Villa Ghigi è diventato un grande laboratorio di educazione ambientale a cielo aperto per le scuole della città e un luogo di eventi per i cittadini. Dopo aver assunto la gestione diretta del parco, la Fondazione ha avviato un intenso programma per ripristinare e arricchire l'area verde pubblica, in termini di rinnovamento e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale e ornamentale, aumentando la biodiversità, creando nuove aree di interesse educativo e curando nuovi progetti e servizi per i visitatori.

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