Il nuovo ministro delle Politiche agricole è Stefano Patuanelli. Lascia lo Sviluppo economico, che ha guidato per un anno e mezzo nel governo Conte 2. Una conferma per il Movimento 5 Stelle, di cui è una delle figure di riferimento, all’interno del prossimo esecutivo guidato da Mario Draghi. E’ un pentastellato della prima ora, vicino al comico Beppe Grillo, fondatore del movimento, e all’ex capo politico dei 5s Luigi Di Maio (anche lui rimasto nella compagine governativa, alla casella che già occupava come ministro degli Affari esteri).

E’ un ingegnere Patuanelli, nato a nel 1974 a Trieste, dove dal 2009 al 2011 ricopre la carica di consigliere e tesoriere della provincia. Nel 2011 diventa consigliere comunale della sua città; carica che ricoprirà fino al 2016. Nel 2018 viene eletto senatore del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia e diventa capogruppo al Senato. Dopo la caduta del primo goveno Conte, Patuanelli, che è considerato un 5s moderato assume le vesti di ‘pontiere’ per la nuova alleanza con il Pd, e la nascita di quel governo, dove infatti occuperà una casella fondamentale (lasciata libera guarda caso proprio da Di Maio). Tra i provvedimenti che sono passati sul suo tavolo il decreto sulla golden power, il superbonus al 110%.

Adesso approda al ministero delle Politiche agricole; arriva dopo la ministra di Italia viva Teresa Bellanova. Negli ultimi 10 anni lo hanno preceduto Gian Marco Centinaio (Lega), Maurizio Martina (Pd), Nunzia De Girolamo (Fi), Mario Catania (tecnico), Francesco Saverio Romano (popolari), Giancarlo Galan (Fi), Luca Zaia (Lega), Paolo De Castro (Pd), Gianni Alemanno (An).
Ora, al ministero che si assume a guidare – che dentro, dall’agricoltura alla ristorazione, dirige un valore di oltre 522 miliardi di euro, e rappresenta il 15% del Pil - troverà alcune urgenze. Tra queste il Recovery Plan, la politica agricola comune (Pac), la strategia sulla biodiversità ‘Farm to fork’, e i ristori per le aziende in crisi. Senza dimenticare difesa del made in Italy, sostenibilità, innovazione e digitale nei campi, valorizzazione di giovani e donne, effetti della Brexit, lotta ai dazi e accordi internazionali, legge per il biologico, lo stop al consumo di suolo.