Nonostante non manchino mercati di sbocco (liquoristico, farmaceutico, cosmetico, erboristico, alimentare e omeopatico) per le colture aromatiche e officinali mediterranee, il loro scarso sfruttamento è legato alle poche conoscenze riguardo altri possibili utilizzi e alla limitata disponibilità aziendale di macchinari per eseguire le operazioni di raccolta e post-raccolta.

Particolarmente interessante appare la prospettiva di utilizzare queste specie per la produzione di functional food e di integratori alimentari per un mercato in continua espansione, che negli ultimi anni non è riuscito ad essere soddisfatto dalla produzione italiana di piante officinali da cui estrarre fitocomplessi.

Scopo del progetto Aurumfolium, finanziato dal Psr della Regione Toscana, è quello di individuare, valorizzare e ottimizzare fonti di reddito alternative per le imprese agricole regionali, utilizzando foglie, gemme, fiori e frutti di specie spontanee tipiche di ambienti costieri mediterranei che, al momento, sono scarsamente sfruttati.

Trasferire le conoscenze scientifiche e le metodologie alle aziende partner del progetto consentirà loro di ampliare la coltivazione di piante mediterranee e di ottimizzare la standardizzazione del contenuto di metaboliti secondari di interesse nutraceutico, in modo da produrre materiale vegetale (foglie, gemme, fiori e frutti) con alto valore aggiunto, migliorando le prospettive economiche per le aziende agricole. Il progetto permetterà inoltre il recupero di terreni agricoli marginali.

Le piante di interesse delle aziende agricole partner del progetto sono: Cistus incanus (cisto), Myrtus communis (mirto), Pistacia lentiscus (lentisco), Arbutus unedo (corbezzolo) e Olea europaea (olivo); tutte le specie selezionate risultano particolarmente adatte alla coltivazione con bassi input agronomici, quali i terreni marginali delle zone costiere o insulari toscane.

Il progetto Aurumfolium si prefigge di: realizzare fitocomplessi su scala semi-preparativa pilota (scale-up del processo) da introdurre sul mercato come ingredienti funzionali, alimenti (frutti liofilizzati) e/o come affinamento di prodotti caseari locali; inserire nelle future prospettive aziendali anche la preparazione di tisane ed estratti ottenuti dalle cinque specie botaniche selezionate; ottimizzare il sesto di impianto, la tecnica di potatura e la fertirrigazione da applicare nel primo impianto di corbezzolo in Italia (in corso di realizzazione presso Olive grove partners Srl (Ogp)), per ottenere frutti ad alto valore nutrizionale; valorizzare prodotti di scarto dell'olivo (foglie eliminate con le potature) come fonte di principi attivi ad azione erboristica (tisane).
 

Primo impianto di corbezzolo in Italia in corso di realizzazione presso Olive grove partners Srl (Ogp)
(Fonte foto: Università di Firenze)

 
Il progetto prevede l'utilizzo di metodiche innovative quali: tecniche di agricoltura di precisione per la raccolta e l'elaborazione di dati in tempo reale; utilizzo delle specie selezionate nella macchia mediterranea dell'Isola del Giglio come standard qualitativo di riferimento precedentemente verificato dal dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri); utilizzo di metodi di monitoraggio della qualità del materiale vegetale e di formulazione dei diversi fito-estratti; valutazione delle caratteristiche organolettiche (mediante panel test) dei prodotti ottenuti; gestione dell'irrigazione per la stima precisa dei fabbisogni idrici, basati sia sui dati climatici rilevati con strumenti di precisione sia con misurazioni dirette in campo dello stato idrico della pianta.

Nel primo anno di progetto sono state effettuate analisi di laboratorio che hanno permesso di caratterizzare e quantificare i metaboliti presenti nelle foglie di C. incanus, P. lentiscus, A. unedo e M. communis, evidenziando alte concentrazioni di polifenoli, in particolare di derivati della quercetina negli estratti di P. lentiscus, M. communis e C. incanus. Gli estratti di A. unedo sono invece caratterizzati da un alto contenuto di gallotannini e arbutina. I derivati della quercetina e dell'arbutina posseggono molteplici attività nutraceutiche e terapeutiche, quindi gli estratti fogliari arricchiti in questi composti possono considerarsi dei fitocomplessi da utilizzare sia in campo cosmetico che nutraceutico.

In laboratorio sono state inoltre ottimizzate le condizioni di estrazione di questi metaboliti, in modo da ridurre la concentrazione di etanolo, che è il solvente utilizzato insieme all'acqua per le estrazioni dei polifenoli, e i tempi di estrazione. Le condizioni trovate sono promettenti per mettere a punto una estrazione green su scala semi-industriale e ottenere principi attivi da piante che possono essere coltivate a bassi input agronomici.

Contatto per informazioni: cecilia brunetti@ipsp.cnr.it
 
Progetto Autumfolium
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