Durante il tragitto dal campo alla tavola si perde circa un terzo dei prodotti agroalimentari. Si tratta di uno spreco dannoso sia dal punto di vista economico che ambientale. Per ridurre il food waste si può agire su molte leve, dalla sensibilizzazione dei consumatori alla genetica, fino all'impiego di strumenti per proteggere il cibo e allungare in questo modo la shelf life.

È questa la strada imboccata da Post-Fruit, un progetto della Fondazione Agrion, in collaborazione con Agroinnova, reso possibile grazie al sostegno economico delle Fondazioni bancarie di Cuneo, Fossano, Saluzzo e Savigliano.

"Si tratta di un progetto pensato per le aziende medio-piccole, che non hanno moderni sistemi di conservazione della frutta e che subiscono perdite a causa di funghi agenti di marciumi", spiega Maria Lodovica Gullino, direttrice di Agroinnova.

Nel progetto verranno prese in considerazione tre metodologie differenti: l'uso di basse temperature o di acqua calda per inibire lo sviluppo dei patogeni. L'impiego di microrganismi utili, come i lieviti, capaci di competere con i funghi per la colonizzazione di microferite. E infine l'impiego di oli essenziali di origine naturale che contengono particolari composti organici bioattivi utili a fermare lo sviluppo dei microrganismi patogeni.

"Il progetto ha una forte valenza applicativa e al termine della sperimentazione verranno elaborate delle linee guida che le aziende potranno subito mettere in pratica per migliorare la conservazione dei frutti", sottolinea Gullino.

Il progetto, finanziato con 160mila euro in tre anni dalle Fondazioni bancarie di Cuneo, Fossano, Saluzzo e Savigliano, avrà come target anche le aziende che operano in regime di biologico e che oggi hanno pochi mezzi a disposizione per proteggere la frutta dopo la raccolta.