Gli agricoltori lavorano in un contesto difficile, fatto di norme stringenti, riduzione di agrofarmaci autorizzati, cambiamenti climatici e nuovi standard imposti dalla Gdo. Per riuscire a produrre in un contesto sempre più competitivo la strada è quella dell'innovazione. E per sostenere l'innovazione l'Unione europea stanzia ingenti risorse destinate sia alla ricerca di base che allo sviluppo di nuovi prodotti e processi.

Oltre ai vari programmi europei (come Horizon2020, Life, etc.) alle regioni è dato il compito di incentivare l'innovazione attraverso la misura 16 dei Psr. Nello specifico la misura 16.1 dà attuazione ai Gruppi operativi del Pei-Agri (il Partenariato europeo per l’'innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura). I Gruppi operativi sono formati da aziende agricole, università, centri di ricerca e altri soggetti che si aggregano per risolvere un problema concreto delle imprese del territorio. La misura 16.2 invece ha l'obiettivo di sviluppare prodotti o processi innovativi.

Se le regioni sono talvolta indietro nello spendere i fondi destinati allo sviluppo rurale, sul fronte dei Gruppi operativi sembrano avere fatto i compiti a cassa. Su 626 Go previsti ne sono già stati selezionati 606, e su 205 milioni di spesa preventivata ben 201 milioni sono stati allocati. Questo non significa che questi soldi sono già stati spesi, visto che alcuni Go sono partiti da pochi mesi, ma le risorse sono state comunque stanziate.
 
Spulciando il sito di Innovarurale, il portale gestito da Crea e Ismea che funge da piattaforma informativa, si possono trovare alcuni dati interessanti. Ad esempio è l'Emilia Romagna ad avere il primato in questa misura, con 162 Go selezionati (dati a gennaio 2021) e quasi 40 milioni di euro investiti. Segue il Veneto con sessanta Go e la Toscana con cinquantaquattro, più indietro la Campania con quarantadue e il Piemonte con ventinove.

In termini di spesa, dietro l'Emilia Romagna troviamo il Veneto, con 24 milioni allocati, la Toscana con quasi 18 milioni, la Lombardia con 15,2 milioni e il Piemonte con 14,6 milioni. I comparti che hanno attratto i maggiori fondi sono, in ordine, quello viticolo (25,8 milioni), zootecnico (19,2 milioni), cerealicolo (15,9 milioni), orticolo e frutticolo (11,1 milioni ciascuno) e forestale (8,2 milioni). Anche se con 32,6 milioni la voce 'multifiliera' rappresenta la principale voce di spesa.

Per quanto riguarda la tipologia di partner per il 46% sono aziende agricole, per il 21,9% enti di ricerca, per un 21,1% altro (qui ricadono ad esempio i consorzi o le associazioni di produttori) mentre le Pmi e i consulenti pesano rispettivamente per il 6,5% e il 4,3%.

Sul sito di Innovarurale è presente una banca dati che contiene tutti i Go finanziati e una scheda dettagliata che spiega chi sono i partner, quali sono gli obiettivi e lo stato di avanzamento dei lavori. Spulciando il database (interrogabile secondo diversi parametri) si può avere una idea della vastità delle tematiche affrontate: si va dalla gestione dei pascoli d'alta montagna alla coltivazione del luppolo da birra, dallo sviluppo di bioagrofarmaci fino all'agricoltura di precisione in cerealicoltura, passando per il controllo delle micotossine nel mais.

Le idee ci sono e i fondi pure. Rimane da misurare quanto poi le innovazioni sviluppate grazie ai fondi messi a disposizione della misura 16 generino ricadute positive sul territorio. I partner sono infatti tenuti a comunicare e a diffondere i risultati delle loro ricerche ma spesso le innovazioni fanno fatica a raggiungere e convincere gli agricoltori.