Volumi e valori in calo per l'export di vino made in Italy. Ismea Mercati, con una panoramica dei dati sui primi nove mesi del 2020, registra una riduzione delle quantità vendute all'estero del 2,6%, mentre la perdita in valore si attesta sul 3,4%.

Bisogna poi contestualizzare i cali all'interno di aree geografiche ben precise; se dal punto di vista quantitativo sia l'Ue che i mercati extra-Ue vedono cali più o meno simili, sotto il profilo del valore del venduto il calo entro i confini europei si ferma intorno all'1%, mentre nei paesi terzi la riduzione di giro di affari si attesta mediamente sul 5%.

La battuta d'arresto delle vendite di vino made in Italy fuori dai confini nazionali si è accentuata non solo per i dati dei due mesi di epicentro della crisi sanitaria, ovvero marzo e aprile, ma ha visto l'aggiunta di un trend negativo nel secondo e terzo trimestre 2020, eccezion fatta per Canada e Svizzera, gli unici due mercati in controtendenza, con acquisti in crescita rispettivamente del 5% e 4% in volumi, anche se con aumenti in valore più limitati.

Dal punto di vista varietale, solo il segmento dei mosti è in crescita, mentre per Dop, Igp e comuni la situazione è in negativo, con una crisi più accentuata per il segmento sparkling, maggiormente bloccato per la sua tipicità di consumo all'interno di situazione di convivialità.