In tempi di Covid-19 la parola d'ordine per le aziende agroalimentari è stata 'vai online'. Chi prima vendeva i propri prodotti ai turisti o partecipava ai mercati locali di punto in bianco si è trovato senza un canale di vendita. E così in molti si sono lanciati nell'avventura digitale. Ma come abbiamo spiegato precedentemente non basta essere online per vendere e farsi trovare resta il grande ostacolo ad un business digitale di successo.
 
Su questo fronte può aiutare Foodbarrio, una app che raccoglie produttori di eccellenze gastronomiche nazionali e amanti del buon cibo. Una sorta di 'piazza virtuale' in cui agricoltori e produttori possono mettere in bella mostra le loro eccellenze e offrirle a chi non si accontenta dei prodotti in assortimento nella Gdo.

La piattaforma viene definita dai fondatori (che per ora vogliono restare anonimi) un social e-commerce. Nel senso che si può acquistare il cibo ricevendolo direttamente a casa propria, ma è anche possibile dialogare con il produttore, condividere contenuti e perfino contrattare sul prezzo di acquisto. Un vero e proprio mercato digitale.

E così i buongustai italiani, ma presto anche esteri, potranno assaggiare il lardo al mirto con sale marino sardo stagionato per dieci mesi in conche di marmo, lo speck d'oca prodotto con animali allevati all'aperto, ma anche il miele di rododendro, presidio Slow food, le composte di lamponi dei Monti Cimini realizzate in abbinamento a lavanda o cardamomo e molto altro ancora.

L'idea di Foodbarrio non è nuova. Esistono diverse piattaforme che mettono in contatto i produttori locali con i consumatori. L'ostacolo che tutti incontrano è quello di popolare la piattaforma con un numero sufficiente di clienti e venditori in grado di sostenere il business (Foodbarrio percepisce una piccola fee da ogni transazione). Le premesse per avere successo tuttavia ci sono: app funzionale e accattivante, prodotti di eccellenza e la voglia di farsi conoscere.