Nel Mezzogiorno d'Italia continua a non piovere e la siccità - iniziata nell'inverno 2019-2020 - rischia di scivolare sull'autunno di quest'anno, pregiudicando le riserve di preziosa risorsa idrica. Segnali preoccupanti giungono un po' da tutto il Sud. In Basilicata la giunta regionale ha approvato un incremento del carburante agricolo agevolato, per compensare le lavorazioni dei terreni aridi e duri, a più alto dispendio energetico. Ma c'è anche una buona notizia: finalmente, dopo 54 anni, arriva il certificato di collaudo per l'invaso di Occhito, cuore pulsante dell'agricoltura irrigua della Puglia settentrionale.
 

Campania, fiumi in ritirata

Se per la Puglia e la Basilicata è ormai da giorni crisi idrica, anche la Campania si aggiunge alle regioni colpite dalla penuria di precipitazioni. Pochi giorni fa, come riportato da AgroNotizie, la giunta regionale ha deliberato un incremento del carburante agevolato per gli agricoltori e gli allevatori che avessero già esaurito i quantitativi assegnati per il 2020, proprio per fronteggiare la necessità di dover tirare acqua dai pozzi e lavorare terreni aridi in tempi normalmente assistiti per l'irrigazione dalle piogge.

Ieri, a ricordare quanto stia diventando seria la situazione, ci ha pensato il Bollettino delle acque della Campania prodotto e diffuso da Anbi Campania.

"Nella giornata del 9 novembre 2020 nel complesso i principali fiumi della Campania registrano valori dei livelli idrometrici inferiori a quelli della settimana precedente e ciò a conferma di una tendenza in atto - esordisce la nota di Anbi Campania -. Generalmente - continua - la tendenza segnalata dagli idrometri è quella di una discesa dei livelli, anche per la mancanza di piogge recenti: gli ultimi fenomeni rilevanti sulla regione si sono conclusi il 27 ottobre scorso".

Inoltre "i valori rilevati sono inferiori anche rispetto alle medie dell'ultimo quadriennio ed al 2019, quando novembre fu un mese di piogge persistenti".

I livelli idrometrici dei principali fiumi della regione - Garigliano, Volturno e Sele - confermano la discesa.
Rispetto a quanto registrato negli ultimi quattro anni se "il fiume Sele presenta valori idrometrici molto inferiori alla media, tranne che nella stazione di Albanella", il Volturno "denota un calo dei livelli idrometrici rispetto alla scorsa settimana ed alla media degli ultimi quattro anni".

Infine, il fiume Garigliano "si conferma avere livelli idrometrici calanti ed inferiori a quelli medi dell'ultimo quadriennio, e anche considerando l'evento di piena del 2018, resta il fatto che per trovare un valore dell'idrometro di Sessa Aurunca peggiore di quello di ieri bisogna tornare al 9 novembre 2017, anno sicuramente siccitoso".

Per quanto riguarda gli invasi, "la diga di Piano della Rocca su fiume Alento è attestata a 6,6 milioni di metri cubi e contiene circa il 26% della sua capacità". Mentre "l'invaso di Conza della Campania sull'Ofanto risulta in lieve decrescita rispetto alla settimana scorsa, ma presenta un deficit consistente rispetto ad un anno fa, pari a quasi 6,4 milioni di metri cubi d'acqua".
 

Basilicata, serve più carburante per lavorare terreni duri

In Basilicata, dove gli invasi permangono ai minimi degli ultimi anni, entro il prossimo 15 novembre le aziende agricole regionali potranno richiedere una maggiorazione dell'assegnazione del carburante agricolo per l'anno 2020 nella misura del 10%. Lo ha stabilito una delibera di Giunta regionale della Basilicata proposta dall'assessore alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, anche a seguito delle richieste giunte dalle organizzazioni di categoria.

La maggiorazione dell'assegnazione del carburante agricolo agevolato si è resa necessaria, come si legge nell'atto di giunta "a seguito delle particolari condizioni climatiche, ossia dalla carenza di piogge negli ultimi mesi, come certificata dal servizio agro eteorologico lucano dell'Alsia".

"Questa condizione ha provocato un aumento del numero delle lavorazioni preparatorie da effettuare su terreni compatti e resi particolarmente duri dal perdurare delle condizioni sfavorevoli - è scritto in una nota della giunta lucana - con conseguente dispendio energetico in termini di carburante agricolo" .

"Con questo provvedimento - ha spiegato l'assessore lucano Fanelli - cerchiamo di venire incontro alle esigenze del mondo agricolo regionale provato dall'assenza di precipitazioni piovose".
 

Collaudato l'invaso di Occhito

Intanto, nel Sud dove con il Recovery plan si pensa di rilanciare le opere idrauliche - sul tema l'Anbi negli ultimi tempi ha sottolineato con forza questa esigenza - fa notizia la storia dell'invaso di Occhito sul Fortore, gestito dal Consorzio per la bonifica della Capitanata giunto in questi giorni finalmente al collaudo, a ben 54 anni dall'ultimazione dei lavori, consegnati nell'ormai lontano 1966. Una serie di vicissitudini tecniche e burocratiche ha prolungato per oltre mezzo secolo la possibilità di scrivere sotto i lavori di costruzione dell'invaso pugliese da 255 milioni di metri cubi d'acqua la frase "opera collaudata": tra queste anche i periodi di siccità.

"Dopo un lunghissimo iter approvativo è stato concluso il lavoro della commissione di collaudo che ha finalmente emesso il certificato di collaudo della diga di Occhito, datato 3 febbraio 2020 e i relativi atti datati ottobre 2019 - esordisce una nota del Consorzio di bonifica del foggiano, che sottolinea come "Il collaudo è stato disposto durante la costruzione dell'opera nel 1964 e la Commissione di collaudo ha subito negli anni numerose modifiche fino all'ultima ridefinizione del 2006 con incarico affidato agli ingegneri Rescigno e Santariga".

Gli invasi sperimentali sono durati oltre un cinquantennio con raggiungimento più volte della quota di massima regolazione: "la notevole durata della sperimentazione ai sensi dell'articolo 13 del Decreto del Presidente della Repubblica 1363 del 1959 è stata causata da problemi tecnici riguardanti inizialmente la funzionalità dello scarico di superficie (danneggiato da eventi di piena) e poi di quello di fondo (interessato da interrimenti), oltre ad un lungo periodo intermedio di controlli strumentali e di scarsi afflussi" sottolinea il Consorzio di bonifica.

"Con l'approvazione degli atti di collaudo - riferisce il direttore generale Francesco Santoro - la diga di Occhito inizia il regolare esercizio, durante il quale si dovrà assicurare una costante attività di monitoraggio e manutenzione nonché l'approfondimento dello studio del comportamento dell'opera, condotto sulla base dell'evoluzione tecnico-scientifica e dell'adeguamento normativo".

"La gestione dei grandi invasi - sostiene il presidente Giuseppe De Filippo - è un compito impegnativo ma necessario per preservare la preziosa risorsa idrica e richiede un'attenzione continua da parte delle istituzioni in termini di finanziamento di interventi manutentivi".