Colture in grado di adattarsi agli stravolgimenti causati dai cambiamenti climatici. Sementi che siano più resistenti ai microrganismi patogeni e agli insetti, anche 'alieni'. Piante che esprimano prodotti salubri, di qualità, che vadano incontro alle richieste del consumatore.

Sono questi i desideri degli agricoltori italiani che ogni giorno si trovano a dover produrre cibo tra mille difficoltà e che vedono nelle Tea (Tecnologie di evoluzione assistita) uno strumento per rendere più facile il loro lavoro.

Proprio di questo si è parlato durante un webinar dal titolo "Promoting plant breeding Innovation" che si è tenuto nell'ambito del Future of farming dialogue, una serie di eventi a livello globale promossi da Bayer per mettere a confronto stakeholder diversi e immaginare il futuro dell'agricoltura e del cibo.

Ad illustrare il concetto di Tecnologie di evoluzione assistita ci ha pensato Mario Enrico Pè, presidente della Società italiana di genetica agraria (Siga), che ha sottolineato come queste tecnologie di miglioramento genetico permettano di modificare il Dna di una coltura in maniera estremamente precisa, veloce e soprattutto in modo naturale.

Naturale perché le modificazioni apportate, a differenza che negli Ogm transgenici, potrebbero avvenire spontaneamente in natura. Solo che nel caso delle Tea l'evoluzione della specie è assistita, appunto, dall'uomo.

Attraverso le Tecnologie di evoluzione assistita si possono ottenere piante che resistono meglio alle malattie e che richiedono quindi un uso minore di agrofarmaci. Ma si possono avere anche sementi più efficienti nell'uso dei nutrienti e che richiedono quindi meno fertilizzanti. Le nuove colture possono resistere meglio agli stress ambientali, come il calore intenso o la salinità del terreno, condizioni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.


Le Tea per il made in Italy

Come ricordato da Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, le Tea possono partorire una nuova generazione di sementi che permetteranno agli agricoltori di produrre più cibo, con meno risorse e in maniera più sostenibile. Un nuovo paradigma in cui a vincere sono tutti: gli agricoltori, ma anche i consumatori e l'ambiente.

In questo contesto lo scorso giugno è stato firmato l'accordo di collaborazione denominato 'Camici e trattori' tra Coldiretti e Siga. L'obiettivo è quello di creare una cinghia di trasmissione tra mondo della ricerca e agricoltori, ma anche dare vita ad un dialogo per spiegare all'opinione pubblica l'immenso potenziale delle Tea e soprattutto la loro assoluta sicurezza.

Nell'ambito dell'accordo, la Coldiretti si è impegnata a dare il proprio sostegno a livello nazionale ed europeo alle iniziative volte al superamento delle attuali restrizioni legislative nei confronti delle Tea e a sostenere la sperimentazione in pieno campo, nonché il finanziamento della ricerca.
 
Marc Aupetitgendre di Bayer

Già, perché ad oggi il più grande ostacolo alle Tea è rappresentato dalla legislazione comunitaria, che equipara gli organismi ottenuti con le Tecnologie di evoluzione assistita agli Ogm transgenici. Una equiparazione sbagliata, secondo la maggioranza degli stakeholder, che rende di fatto molto complesso lo sviluppo, il testing e la commercializzazione delle sementi.

Sul fronte dell'innovazione Bayer gioca un ruolo di primo piano. Come spiegato da Marc Aupetitgendre, country manager di Bayer Crop Science Italia, l'azienda sta investendo molto nel miglioramento genetico delle sementi, come anche nella digitalizzazione dell'agricoltura, due driver che promettono di rivoluzionare il lavoro nelle aziende agricole.

Le Tea d'altronde sono lo strumento ideale per coniugare un aumento della produttività con una maggiore sostenibilità dell'agricoltura. Un modo per permettere agli agricoltori, oggi sotto pressione su più fronti, di continuare a produrre cibo di qualità in quantità sufficiente per sfamare una popolazione globale in crescita.

Perché senza un cambio di passo il rischio è che l'Italia perda il treno dell'innovazione e si ritrovi a dover fare i conti con un contesto globale dove queste tecnologie sono già oggi ampiamente utilizzate. Il made in Italy rischia dunque di non essere più competitivo sui mercati internazionali. Non solo. Perché il mercato italiano potrebbe diventare lo sbocco di produzioni estere, ottenute grazie alle sementi migliorate con le Tea, come oggi avviene per la soia Ogm impiegata nella zootecnia.