L'ex stazione ferroviaria di Rimini Marina potrebbe presto diventare un orto acquaponico dove verranno coltivate erbe romantiche, insalate, erbe officinali ed altre essenze attraverso un metodo innovativo che prevede la realizzazione di un piccolo ecosistema completamente autosufficiente in cui pesci e piante vivono in equilibrio.

Anche Milano avrà un suo orto acquaponico presso la cascina Nosedo. Un angolo degradato della metropoli che dovrebbe tornare a vivere grazie all'agricoltura, anche se 4.0. Ma progetti simili stanno sorgendo un po' in tutto il paese, Roma compresa, dove ad esempio l'azienda The Circle ha già due strutture per la produzione di insalate, aromi e microgreens.

Il metodo di funzionamento dell'acquaponica è semplice e ricalca ciò che avviene in natura. I pesci di acqua dolce vengono allevati nelle vasche e i sottoprodotti del loro metabolismo vengono pompati come acqua di irrigazione nel substrato artificiale su cui crescono le piante. I vegetali assimilano le sostanze di scarto presenti nell'acqua che così può tornare nelle vasche dei pesci.


Agricoltura... senza suolo

Le moderne tecnologie hanno permesso di slegare le attività agricole dalla terra. Sembra un paradosso, ma è quello che si fa in Olanda da decenni attraverso la coltivazione fuori suolo. Ora con l'indoor farming e l'acquaponica è possibile portare le coltivazioni direttamente all'interno dei centri abitati.

Ma perché farlo? Da un lato per creare delle filiere a chilometro zero che offrono prodotti freschi ai cittadini. Dall'altro per riqualificare edifici o intere aree che per diverse ragioni sono in uno stato di degrado. Luoghi abbandonati a se stessi, che sarebbe troppo oneroso demolire o ricostruire, e che invece possono diventare il luogo di rilancio di un intero quartiere. Ma riportare le produzioni agricole in città ha anche un importante valore sociale.

Accanto a strutture di produzione di ortaggi industriali, come Planet farms, queste piccole coltivazioni non hanno tanto l'obiettivo di generare ricavi, quanto di creare un coinvolgimento nella comunità attraverso la realizzazione di incontri, mostre, spazi gioco per i più piccoli e coinvolgimento dei ragazzi nella gestione degli orti acquaponici.
 
L'acquaponica diventa così un elemento di incontro e di riscatto sociale, in cui le famiglie meno fortunate possono auto-prodursi, in maniera sostenibile, il cibo in contesti urbani. Non si può certo dire che sia un ritorno alla terra, in quanto la terra semplicemente non c'è. Ma la possibilità di coltivare piante e allevare animali in contesti urbani prova a ristabilire quel collegamento tra città e campagna che si è ormai perso da tempo.