Con la pubblicazione lo scorso 16 ottobre da parte di Rete rurale nazionale del report di Agea coordinamento sull'avanzamento della "spesa effettivamente sostenuta al 30 settembre 2020" e "situazione disimpegno automatico Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale al 31 dicembre 2020", il Mezzogiorno d'Italia giunge alla quarta tappa del monitoraggio della spesa dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020.
 
E trova drammatica conferma un dato: in questi ultimi tre mesi di 2020, che pure saranno ancora caratterizzati dall'emergenza Covid-19, lo sforzo da fare non sarà poco per evitare il disimpegno automatico tra le regioni meno sviluppate, ma graverà soprattutto su una sola Regione, la Puglia, che nel 2019 ha beneficiato della deroga al disimpegno automatico e che se nel trimestre maggio-luglio aveva di poco accelerato la velocità di spesa ed è invece rimasta costante nel bimestre-agosto settembre.

Nel Mezzogiorno d'Italia ci sono anche le regioni in transizione, segnatamente Molise e Sardegna, che veleggiano in acque decisamente più tranquille. Perché il Psr Sardegna - dopo aver azzerato la soglia di disimpegno automatico già in maggio - al 30 settembre segna un avanzamento di spesa pari al 58,61%, mentre il Psr Molise aveva già centrato in marzo l'obiettivo di spesa assegnato per il 2020, e a fine settembre ha un avanzamento della spesa pubblica al 62,07%.

Tornando alle regioni meno sviluppate - forti di un budget da oltre 7.374,1 milioni di euro, dei quali più di 4.461,3 milioni in quota Feasr, nel bimestre agosto-settembre hanno messo a segno oltre 75,7 milioni di spesa pubblica utilizzando quasi 45, 8 milioni del fondo europeo per l'agricoltura. La spesa pubblica media mensile delle regioni meno sviluppate si è attestata così a 37,86 milioni di euro, un dato in sensibile calo sulla media registrata nel trimestre maggio-luglio, pari a 67,4 milioni di euro e legata alla pausa estiva.

Questo non solo significa che devono essere ancora spesi complessivamente oltre 4.081,1 milioni di euro, ma che entro il 31 dicembre 2020 le regioni Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia dovranno spendere circa 566,9 milioni di euro per non perdere oltre 343 milioni di fondi europei per l'agricoltura.

E quasi il 47% di questa spesa utile sarà sulle spalle della Puglia, il cui ritardo si aggrava nel bimestre agosto-settembre rispetto al trimestre maggio-luglio, quando il fardello di spesa utile su quello di tutte le regioni meno sviluppate era del 45,59%.

A questo elenco manca il Psr Calabria 2014-2020, perché il programma calabrese aveva centrato l'obiettivo del 100% del target di spesa utile ad impedire il disimpegno automatico già nel mese di marzo, con un anticipo di nove mesi sulla scadenza prevista. Ecco ora una ricognizione ragionata regione per regione.
 

Regioni meno sviluppate

Basilicata
Il Psr Basilicata, forte di un budget da oltre 671,3 milioni di euro del quale ben 406,1 milioni di Feasr, ha realizzato tra agosto e settembre circa 7,3 milioni di euro di spesa pubblica per un utilizzo del fondo europeo pari ad oltre 4,4 milioni di euro ed una spesa pubblica media mensile di circa 3,65 milioni di euro. Si apprezza un rallentamento nella spesa media rispetto al trimestre maggio-luglio, quando la spesa media aveva traguardato i 5 milioni. L'avanzamento della spesa pubblica si colloca così al 43,74%. E quasi 52,7 milioni vanno rendicontati a Bruxelles entro il 31 dicembre 2020, utilizzando oltre 31,8 milioni di euro del fondo europeo per l'agricoltura, al fine di evitare il disimpegno automatico dei fondi comunitari.

Calabria
Il Psr Calabria, con 1.089,3 milioni di euro di dotazione finanziaria, nella quale il Feasr contribuisce con 659 milioni, tra agosto e fine settembre 2020 ha visto una spesa pubblica di quasi 6,3 milioni di euro, con un ricorso al fondo europeo poco superiore ai 3,7 milioni di euro, ed una spesa pubblica media mensile di 3,15 milioni nel bimestre, in vistoso rallentamento sul trimestre maggio-luglio, quando era stata di 12, 7 milioni al mese. Ma Il programma calabrese, con oltre 624,8 milioni di spesa complessiva ed un utilizzo del Feasr attestato ad oltre 374,2 milioni di euro ha raggiunto il 57,36% di avanzamento della spesa. E grazie al fatto di aver già centrato in marzo l'obiettivo di spesa 2020, l'autorità di gestione del Psr Calabria 2014-2020 può tranquillamente organizzarsi per gestire il 2021.

Campania
Il Psr Campania, secondo budget d'Italia con 1.812,5 milioni di euro ed una partecipazione del Feasr pari a quasi 1.096,6 milioni, ha realizzato nel bimestre considerato poco più di 18 milioni di euro di spesa pubblica, pari ad oltre 10,9 milioni di euro in conto Feasr e una spesa pubblica media mensile di circa 9 milioni. In questo caso la velocità di spesa si presenta in decelerazione, perché la spesa media mensile è calata rispetto a quella riferita al trimestre maggio-luglio, attestatasi 21,16 milioni. La spesa complessiva si attesta ora a quasi 841,8 milioni di euro, per un avanzamento di spesa sul budget pari al 46,44% ed un utilizzo del fondo europeo per l'agricoltura di quasi 506,2 milioni. La Campania dovrà rendicontare a Bruxelles a fine 2020 poco più di 91 milioni di euro di spesa per azzerare la soglia di rischio disimpegno attestata attualmente a 55 milioni del Feasr.

Puglia
Il Psr Puglia ha una dotazione finanziaria di oltre 1.616,7 milioni di euro con un contributo del fondo europeo per l'agricoltura di oltre 978, 1 milioni di euro. E nel bimestre agosto settembre con poco più di 24 milioni di euro di spesa pubblica, dei quali poco più di 14,5 in conto Feasr, e una spesa media mensile di 12 milioni di euro, fa registrare una velocità di spesa quasi costante rispetto al trimestre maggio-luglio, quando la spesa media mensile era stata di 12,2 milioni. Il livello complessivo di spesa pubblica si attesta così ad oltre 566,3 milioni di euro con un utilizzo della quota Feasr pari a oltre 339,6 milioni. Ma l'avanzamento di spesa del programma è ancora attestato al 35,03%. E saranno necessari oltre 266,1 milioni di spesa pubblica in soli tre mesi per non perdere 161 milioni di euro di fondi europei. Un rischio molto elevato.

Sicilia
Il Psr Sicilia è forte di un budget da oltre 2.184,1 milioni di euro - il più ricco d'Italia - con una partecipazione del Feasr di 1.321,4 milioni e tra agosto e settembre ha messo a segno una spessa pubblica da oltre 20,1 milioni di euro, per oltre 12,1 milioni erogata dal fondo europeo per l'agricoltura, per una spesa pubblica media mensile da oltre 10 milioni. In questo caso si registra una decelerazione netta della velocità di spesa, atteso che nel trimestre maggio-luglio la spesa media mensile era stata di oltre 16,1 milioni. Così facendo il programma della Regione Siciliana porta a quota 966,3 milioni la spesa complessiva per un avanzamento del 44,24% e utilizza oltre 581,2 milioni di fondi europei. E per il 31 dicembre occorre rendicontare qualcosa come 157,1 milioni di spesa pubblica per non perderne 95 in conto Feasr.
 

Regioni in transizione

Molise
Anche il Psr Molise, come il programma calabrese, ha ottenuto già in marzo l'azzeramento della soglia di disimpegno automatico del Feasr, raggiungendo il 100% dell'obiettivo di spesa per il 2020. E può ordinatamente pensare al futuro forte di numeri di tutto rispetto: 207 milioni e 750mila euro di budget tondi, una compartecipazione del fondo europeo per l'agricoltura di 99,7 milioni ed una spesa pubblica complessiva nel bimestre agosto settembre di 3,1 milioni che comporta un avanzamento di spesa del 62,07%.

Sardegna
Il Psr Sardegna, forte di una dotazione finanziaria da 1.291,5 milioni di euro, che vede una partecipazione del Feasr per 619,92 milioni, nel mese di maggio ha azzerato la soglia di disimpegno automatico, raggiungendo il target di spesa per il 2020. Nel bimestre agosto settembre ha conosciuto una spesa pubblica di oltre 18,2 milioni di euro e ha raggiunto un avanzamento pari al 58,61%. Numeri solidi, che consentono di ben pianificare quanto resta nel budget con tutta tranquillità.