Ridurre l'impatto ambientale e semplificare il lavoro in campo e in ufficio. Sono questi i due obiettivi principali che hanno spinto l'azienda agricola Reggiana ad intraprendere un percorso di innovazione tecnologica. Fondata nel 1988 a Sud di Reggio Emilia, l'azienda possiede 19 ettari di vigneto suddivisi in tre corpi principali. Proprio la frammentazione e quindi la difficoltà di monitorare le vigne ha spinto l'azienda ad installare nel 2018 delle centraline meteo connesse che hanno sostituito impianti più vecchi.

Le centraline sono in grado di raccogliere i dati atmosferici e quindi rendono possibile il controllo da remoto delle vigne. Vista l'efficacia del monitoraggio l'anno successivo è stata presa la decisione di far confluire in cloud tutti i dati meteorologici e di analizzarli tramite Sistemi di supporto alle decisioni (Dss) per la gestione fitosanitaria e la stima della maturazione delle uve.
 
Gli investimenti hanno permesso di conoscere in tempo reale le condizioni meteo anche dei vigneti distanti, consentendo di ridurre gli spostamenti e di renderli più efficaci e tempestivi, riducendo così anche lo stress degli operatori.

L'adozione di Sistemi di supporto alle decisioni in ambito fitoiatrico, invece, ha consentito la riduzione e la selettività dei trattamenti, permettendo all'impresa di passare da tredici a undici interventi l'anno, con un risparmio in termini di costi e impatto ambientale. Infine la previsione dell'evoluzione della maturazione delle uve ha favorito la conoscenza anticipata della data di vendemmia, con conseguenti benefici in termini di programmazione e pianificazione delle attività sia in campo sia in cantina.

I risultati ottenuti dall'azienda agricola Reggiana coincidono con gli obiettivi generali emersi dal sondaggio condotto dall'Osservatorio Smart AgriFood (School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & innovation for smart enterprises dell'Università degli studi di Brescia) e pubblicato all'interno della Ricerca 2019. Come si può vedere dal grafico la sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi e la semplificazione del lavoro sono tra le priorità di tutte le aziende.
 

Slide: Fabbisogno aziende agricole
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La maggiore consapevolezza delle dinamiche in atto all'interno dell'azienda è stata uno dei driver che ha spinto anche l'azienda Finato Martinati ad abbracciare il paradigma 4.0. Ben 280 ettari in provincia di Verona dedicati alla produzione di cereali, ortaggi, riso, tabacco, mais e soia da seme. Completano l'azienda una stalla con duecento vacche in lattazione e un impianto di biogas.

Spinta dalla necessità di ottimizzare le produzioni, gestire i costi operativi e aumentare il benessere animale, l'azienda ha introdotto dei sistemi di gestione della mandria sia in stalla (pedometri e ruminometri) sia in sala di mungitura. I risultati ottenuti hanno poi spinto il titolare ad intraprendere un percorso di innovazione anche in campo, con l'adozione di piattaforme di monitoraggio e gestione delle colture attraverso immagini satellitari e mappe di prescrizione.

I dati rilevati in stalla e in campo permettono di avere il quadro complessivo della propria realtà, necessario per supportare le decisioni aziendali, anche quelle strategiche. L'azienda infatti, sulla base dei dati raccolti, è in grado di prendere decisioni più consapevoli, anche di lungo periodo, come ad esempio la scelta delle varietà da coltivare o le attrezzature da acquistare. Questo miglioramento nel processo decisionale ha inoltre un impatto diretto sulla gestione dei terreni e dei lavoratori.

Una delle difficoltà incontrate dall'azienda Finato Martinati è stata proprio quella di far accettare il cambiamento ai lavoratori e di formarli adeguatamente. Un ostacolo ben descritto dal grafico che segue, dove la mancanza di competenze rappresenta il primo problema da affrontare nella transizione 4.0.

Slide: Criticità aziende agricole
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La mancata interoperabilità delle soluzioni digitali è invece il principale ostacolo che ha incontrato la società agricola Palestro, 250 ettari coltivati a riso in provincia di Vercelli.

L'azienda ha adottato il primo sistema di guida parallela nel 1998. Sono poi seguite altre tecnologie che hanno permesso di mappare le rese con l'obiettivo di disporre di uno storico che permettesse di prendere decisioni e costruire mappe di fertilizzazione per omogenizzare la produzione.

In questa fase si riscontrarono i primi problemi poiché i dati raccolti da un sistema non sempre erano utilizzabili da altre piattaforme. Nel 2008 l'azienda inizia ad utilizzare mappe di prescrizione per la fertilizzazione e riduce la variabilità produttiva del campo. In tempi più recenti la società agricola Palestro ha deciso di dotarsi anche di sensori di vigore, applicati sui mezzi di campo o sui droni, al fine di monitorare la crescita delle piante e affinare ulteriormente le mappe di prescrizione.

I risultati? Un aumento della produzione tra il 10 e il 15%, la riduzione della variabilità ad un +/-5%, un risparmio dei fertilizzanti tra il 10 e il 15%. La calibrazione dell'apporto di azoto ha anche avuto ricadute positive sulla sanità delle piante, mentre il paradigma 4.0 ha portato in generale ad un maggiore controllo delle attività e ad un più efficiente lavoro degli operatori.